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SCU — 903 — SCU


Scurputu. V. sculputuin sculpiri.

Scurrarìa. s. f. Quello scorrere che fa l’esercito per dar il guasto al paese nemico: scorrerìa.

Scurracciarisi. v. intr. pron. Dar in dirotto pianto. Forse è corruzione della parola scorrucciarsi, esagerato il senso.

Scurrèggiu. V. piditu.

Scurrenti. add. Che scorre: scorrente.

Scurrenza. s. f. Diarrea: scorrenza.

Scurrettamenti. avv. In modo scorretto: scorrettamente.

Scurrettu. add. Scritto o altro con errori: scorretto. || fig. Dissoluto, vizioso; licenzioso nel parlare: scorretto. || avv. Scorrettamente. Sup. scurrittissimu: scorrettissimo.

Scurrezioni. s. f. Errore di scrittura: scorrezione.

Scurriata. s. f. Colpo di scoreggia: scoreggiata.

Scurriatu, Scurriaturi, Scurriola. s. m. Striscia di cuojo colla quale si percuote: scoreggia, scuriada, staffile. || – di nostru signuri. T. bot. V. disciplini.

Scurriri. v. intr. Il correre di quelle cose che scappando dal loro ritegno vanno velocemente: scorrere. || Trapassare con prestezza e velocemente: scorrere. || Andare o venire all’ingiù: scorrere. || Dire, vedere, leggere con prestezza: scorrere. || Terminare scorrendo, detto del tempo: passare. || Detto dell’uva, deteriorare per contraria stagione o per altro accidente, per cui si sgranella e fa poco vino. || att. T. agr. Il nettar colle mani dalle erbe selvatiche i seminati, quando sono messi a spigare.

Scurrituri. verb. m. Che scorre: scorritore. || Detto di tralcio della vite: cursoncello. || – di campagna: assassin da strada. || a scurrituri, si dice di una maniera di nodo, il quale quanto più si tira tanto più serra: cappio, scorsojo.

Scurriuni (A. Modo avv. forse: a corsa. Damiano dice: pr’idda farisi raggiuni, pigghia avanti a scurriuni, ti summetti e t’angaria.

Scurri-viola. s. f. T. zool. Volatile, spezie di allodola: allodola pratense (Gaet. Di Giovanni). Alauda pratensis L.

Scurrizzioni. V. scurrezzioni.

Scurrizziunedda, dim. di scurrizzioni.

Scurrucciarisi. v. intr. pron. Pianger dirottamente (Rocca).

Scurrucciatu. P. pass. di scurrucciarisi. || V. scunfittu al § 2.

Scurruggedda. dim. di scurruggia.

Scurruggia, Scurruggiu, Scurruja. V. scutedda.

Scurrutu. P. pass. di scurriri: scorso.

Scursa. s. f. Scorrimento: scorsa. || dari ’na scursa, p. e. ad un libro, leggerlo prestamente, senza molta attenzione: dar una scorsa a... || dari a fari ’na scursa, dar o far una giravolta, una corsa a un luogo: dar o far una scorsa o una scorribandola.

Scursicedda. dim. Scorserella.

Scursu. add. Trascorso, uscito di regola: trascorso. || lima scursa, deteriorata. || E così racina scursa, mal andata, sgranellata. E quella che naturalmente ha gli acini radi: grappolo, spàrgolo.

Scursunaru. add. Ritroso, di modi aspri, che non piglia in grado cortesie o carezze: scontroso. || Insociabile. || Rozzo e salvatico: scorzone.

Scursuneddu. dim. di scursuni.

Scursunera. s. f. T. bot. Pianta che ha il fusto semplice con un sol fiore, e giallo; foglie a lancetta, piane e nervose; la sua radice somministra un cibo salubre e piacevole: scorzonera. Scorzonera humilis L. || Sorta di grano.

Scursuni. s. m. T. zool. Serpe velenoso di color nerognolo: scorzone. || E anco in generale per serpe. || essiri scursuni. V. scursunaru. || Prov. nutricari lu scursuni ’ntra la manica, beneficare chi debba nuocere: allevar la serpe in seno.

Scurtisi. add. Contrario di cortese: scortese. Sup. scurtisissimu: scortesissimo.

Scurtisìa. s. f. Inciviltà, atti e parole d’uomo scortese: scortesìa.

Scurtisimenti. avv. Con iscortesia: scortesemente.

Scuru. s. m. Mancanza di luce: bujo, scuro, scurità. || a lu scuru: al bujo, allo scuro, senza lume. || scuru chi si fedda, quando è fitto: buio pesto o che si affetta, buio d’inferno. || essiri a lu scuru di ’na cosa, non la sapere: essere al buio di checchessia. || fattu a lu scuru, dicesi di figlio non nato legittimamente: fatto a straccio, nato alla macchia. || nun sacciu chi viju cu stu sruru, parola di chi lascia travedere un sospetto di prossimo avvenimento e dubbio: per l’aria c’è un gran buio. || cu lu scuru, quando è sera, o quando è ancora notte: a buio. || Prov. poi di lu scuru veni la luci, dopo il misfatto si viene a scoprire: quel che si fa all’oscuro apparisce al sole (Giusti). Vale pure: dopo il cattivo ne vien il buono.

Scuru. add. Privo di luce, se più spezialmente vuolsi dire de’ luoghi: bujo; se vuolsi usare tanto de’ luoghi quanto degli oggetti: oscuro, scuro. || Non nato: oscuro. || Non facile ad intendersi: oscuro, bujo. || Doloroso, misero. Sup. scurissimu: scurissimo.

Scurùbbiu. s. m. Mancanza di luce: buio. Parrebbe una voce composta da scuru-buju.

Scuruseddu. add. dim. Alquanto scuro: scuretto.

Scurusu. add. V. scuru add. Sup. scurusissimu: scurosissimo. || Alquanto oscuro: oscuriccio.

Scurzamentu. s. m. L’accorciare: accorciamento. || Scorciamento. || Scemamento.

Scurzari. v. a. Render più corto: scortire, scorciare. || Venir meno: scemare, appassare (met.). || scurzari la pitanza, scemare gli alimenti, dar di meno del consueto. || – lu sirvizzu, anticipare il lavoro da per sè, o scemarlo dividendolo con altri: vantaggiarsi del tempo. P. pass. scurzatu: scortito. || Scemato.

Scurzata. V. scurzamentu.

Scurzatedda. dim. di scurzata.

Scusa. s. f. Lo scusarsi, e le ragioni che si recano per iscusare o scusarsi: scusa, è meno di giustificazione, poichè la scusa tende ad attenuare, l’altra a togliere la colpa. || dumannari scusa, di mancamento leggiero od ap-