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niere: scioltezza. || Libertà nel pensare e nello agire: scioltezza.
Scioltu. add. Non legato: sciolto. || Libero da obbligo, peso ecc.: sciolto. || Disciolto, distemperato: sciolto. || fig. Di uomo franco di tratto, libero nello agire: sciolto, spregiudicato. || Detto di donna, può avere anco senso cattivo: sciolto. || corpu scioltu V. diarrìa. Sup. scioltissimu: scioltissimo.
Sciolu. (D. B.). s. m. Saputello: sciolo.
Scioperatamenti. avv. In modo scioperato: scioperatamente.
Scioperatizza. s. f. Spensierataggine, trascurataggine: scioperatezza.
Scioperatu. add. Sfaccendato, ozioso: scioperato.
Scioperatuni. accr. di scioperatu: scioperatone.
Sciorba. V. zorba.
Sciorta. s. f. Qualità: sorta. || Detto di frutti: sceltezza. Così di sciorta, vale: scelto. E per antonomasia intendonsi i limoni. || a la sciorta, posto avv. vale assortito. || ’mpaiari a dui o quattru sciorti, dicon i cocchieri dello attaccar a due o a quattro cavalli.
Sciota. V. sciugghiuta. || Riprensione: canata.
Sciottu. V. picatigghiu (Pasq. e D. B.).
Sciotu. V. scioltu. || sciotu sciotu, vale anco: liquido o stemperato.
Scipitaggini. s. f. Scipitezza: scipitaggine.
Scipitu. V. scipitu.
Scippadenti, Scippaganghi. add. Colui che a prezzo cava i denti: cavadenti. || Lo strumento a ciò: cane.
Scippamentu. s. m. Lo svellere: svellimento. || Cavamento. || – d’arma, noja, fastidio: rottorio.
Scippapurteddi. add. Tanaglia per cavar le porticine della fecciaja, e tener forte il cerchio della botte acciò non iscappi, quando il bottaio la batte: cane.
Scippari. v. a. Cavar con forza radice o altro conficcato o attaccato: svellere, svegliere, sverre. || Detto di erbe, radici, barbe di piante: sbarbare, sbarbicare, sradicare; se di sterpi o fusti meno gentili: estirpare, sterpare. || E in generale: cavare. || scippari un denti, l’occhi ecc.: cavare un dente, gli occhi ecc. || Sguainare, sfoderar un’arma, la sciabola ecc. || Per aggranfari V. || Guadagnare con accortezza: beccare, p. e. quel rifiuto di galere andava a difender il Papa-re perchè v’era da beccare be’ scudi. || Levar via con violenza: strappare. || Ottenere. || Ottener una cosa o per forza o per astuzia: strappare, levar di sotto una cosa a uno. || scippari di ’mmanu, di ’m mucca: cavare o strappare di mano, di bocca una cosa. p. e. Quel ragazzo le cava di mano le bastonate. || Cercar o trarre guadagno di qua e di là: piluccare, buscare. || fig. Cercare di sapere, di appurare: sottrarre, dar intorno alle buche a uno. || intr. V. abbuscari, si usa att. scippari vastunati: toccarne. || scippari ass. o scippari lu cavigghiuni, arrabbiarsi: pigliar il cappello. || scipparisi l’arma cu un croccu, affaticarsi grandemente: affacchinarsi. || – la pidata, alzare il piede, camminare a stento. || – lingui di mpisi, di color che hanno una particolar abitudine a trar profitto di checchessia o a scroccare (da scèrpere, che vale svellere. O da cippa). P. pass. scippatu: svelto. || Sbarbicato. || Cavato ecc.
Scippastivali. s. m. Arnese per cavare gli stivali: cavastivali.
Scippata. s. f. L’azione dello sverre: svelta (crederei). || Cavata, cavatura ecc. (V. participiu).
Scippatacci. s. m. Strumento di ferro, rifesso ad una testata, con cui si cavan le bullette: cavabullette.
Scippatina. V. scippata || – d’occhi, met. grave molestia, nocumento. E anche scorno.
Scippiduni, Scippuni. V. scruccuni.
Scippuniari. v. a. e intr. Trarre, guadagnar alla meglio qua e colà: piluccare, buscacchiare. || V. scruccari. || rifl. pass. Stracciarsi, tirarsi i capelli per dolore, per rabbia ecc.
Scirari. V. sfardari (Fr. déchirer: stracciare).
Scirbi. V. stirpi a S. Fratello. || iri scirbi scirbi o scirpi scirpi, vale, andare per luoghi scoscesi, pieni d’inciampi. Tolta l’idea dallo scirpo: giunco figurato come cosa d’inciampo. Si adopera pure a dinotar luogo remoto: in oga magoga.
'Sciri. V. nesciri. Nel Messinese. Anco in ital. scire aferesi di uscire.
Sciroccu. V. sciloccu.
Sciroppu. s. m. Zucchero sciolto nell’acqua e ridotto per via di bollore a una cotal densità, unitovi poi sughi di frutta o altri ingredienti: sciroppo. || Per celia, il vino.
Scirpa. V. stirpi. || V. in scirbi.
Scirrari. V. al § 4 sfirrari. A Noto.
Scirru. s. m. T. med. Gonfiezza straordinaria, dura, spesso senza dolore, irresolubile, che viene nelle parti glandulose, o anco nella faccia, nella lingua e nell’utero: scirro.
Scirrusu. add. Di o da scirro: scirroso.
Scirucchettu. V. scilucchettu.
Sciruni. V. sfarduni (da scirari). || Puntello agli stipiti delle porte (Rocca). || Pezzo di trave che si pone a mo’ di mensola sotto la estremità di un trave, per rafforzarlo. Potrebbe essere corruzione di sciàvero; o venire dal sic. scirari.
Scirupparisi ’na cosa o 'na persuna. v. intr. pron. Tollerare, prendersi con pazienza cosa molesta o persona fastidiosa: succiarsi una noja ecc. giulebbarsi, asciugarsi, cuccarsi una cosa. p. e. È stato da me quell’uggioso di Antonio, e bisogna che me lo giulebbi per due ore di orologio. E Giusti scrisse: mi son dovuto asciugare un letterone che non finiva mai. || Attinger notizie artifiziosamente da alcuno: dar intorno alle buche ad uno, scalzare, tirar su le calze a uno.
Sciruppera. s. f. Vaso da sciroppi.
Scirvari. v. a. Nettar le biade dall’erbe: arroncare, sarchiare.
Scisa. V. scinnuta. || V. cacaredda.
Scisci. s. m. pl. Ornamenti frivoli: ninnoli, gingilli, frònzoli.
Scìsima. s. m. Separazione dalla comunione di una qualche religione: scisma. || Qualunque divisione o separazione, o discordia: scisma.
Scismàticu. add. Che promuove scisma, che si separa per iscisma: scismàtico.
Scismi. V. chiaiti.