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di legno che contiene l’acqua caduta dal botticello sulla ruota da arruotare: truogolo. || – di mola, il telaio che sostiene la ruota, il frullone ecc.: castello. || Vaso di pietra dove il fabbro immerge il ferro rovente per farlo raffreddare: pila (Gr. σκαφή: concavo. Però vi è in ital. schifo, che vale: vassojo con ispallette ad uso di trasportar calcina o altro).

Schigghia, Schigghiu. V. sguiddaru.

Schigghiusu. add. Di voce di suono acuto, chiaro: squillante.

Schilimbruni. V. schirinzia.

Schilitruni. accr. di scheletru

Schimbesci (A. posto avv. Torto, obliquo, a sghembo: a sghimbescio.

Schimicceddu. dim. di schimicciu: sparutino, sparutello.

Schimicciu. add. Di poca apparenza e presenza, gracile: sparuto, scriato, spersonito, scarso (Gr. σκυμνικιον; catellino) || Persona piccola di statura, ma vivace: scricciolo. || E nel fem. si dice per amante, amica.

Schimicciusu. add. Delicato: spersonato.

Schimmeci. V. schimbesci.

Schimmenti. (Mal.) s. m. Diagonale: schiancìo. || pigghiari schimmenti: andar di schiancìo.

Schimmintiari. v. a. Dare o percuotere di schiancìo: schiancire.

Schina. s. f. La parte deretana delle spalle, e nelle bestie la parte delle spalle alla groppa: schiena. || Catena del dorso lungo il centro: colonna vertebrale. || – di munti, il dosso. || – di porcu: arista. || travagghiu di schina, materiale, dura: lavoro di schiena. || a schina di mulu, il trasportare non su carri, ma su i basti delle bestie: portar a basto o a bastina. || schina appuzzata, o schina puzzata, salti più rilevati che la corvetta di un cavallo: groppata; vale anco strapazzo, rabbuffo, onde fari ’na schinapuzzata, usar mali termini, far angherie, dari ’na schinapuzzata, ricalcitrare.

Schinanzìa. V. schirincìa.

Schinapuzzata. V. schina.

Schinci e linci. V. squinci.

Schincirinatu. add. Magro, esile: smingherlino. || Venuto su o cresciuto a stento: scriato.

Schinciu. (Vinci). V. schimbesci.

Schineci. V. schinofeggiu.

Schinfignusu. add. Difficile a contentarsi specialmente in cose di gusto: schifiltoso, boccuccia, spuzzolo (Nerucci), schifo (add.). || Ritroso, lezioso: schizzinoso.

Schinofeggiu. s. m. Goffaggine, lezio: smanceria, gestro. || Per ischerzo, cerimonia, complimento: salamalecche.

Schinu. s. m. Schiena.

Schìrbii. Esclamazione di meraviglia (Pitrè).

Schirbizzu. V. schiribizzu e seg.

Schirchigghiari. V. scippari. || V. sbignarisilla. || Sviluppare, spiegare.

Schirdari. V. scardiari.

Schirìa. s. f. Capriccio, ticchio: fìsima.

Schiribbizzari. v. intr. Fantasticare: ghiribizzare.

Schiribbizzu. V. ghiribizzu: ghiribizzo.

Schiribbizzusu, add. Pieno di ghiribizzi: ghiribizzoso.

Schiribizziu. V. surfiziu.

Schirincia, Schirinzia. s. f. Infiammazione nelle fauci e nella laringe che rende difficoltà nel respirare: squinanzìa, scheranzia. || Si dice anche come una imprecazione: accidenti! ecc.

Schirmiari. v. a. Riparar il colpo e cercar nello stesso tempo di offendere: schermire. || Giocar di spada: schermire. || rifl. a. Difendersi: schermirsi.

Schirmicciu. V. schimicciu.

Schirmintari. V. spirimintari.

Schirmiri. V. schirmiari.

Schirmituri. verb. Chi o che schermisce, o chi insegna la scherma: schermidore, schermitore.

Schiropeggiari. v. intr. Fare lezii, smorfie (Da schirofeggiu).

Schiropeggiu. V. schinofeggiu.

Schiropiggïari. V. schiropeggiari.

Schirpiuni. s. m. Serpentello schifoso grosso come una lucertola, bianchiccio, chiazzato come di lentiggine: taràntola.

Schirturiaru. V. scritturiaru.

Schirzari. V. scherzari.

Schiticchiata. V. schiticchiu.

Schiticchieddu. dim. di schiticchiu.

Schiticchiu. s. m. Sollazzevole convito fra amici, senza solennità: spuntino, ribotta.

Schittari. v. a. Far quitanza: quitare. || Far la voce del bracco quando leva la fiera: squittire. || Per scuttari V.

Schittu. add. Si dice del pane senza companatico: asciutto, scusso, scrio. E si dice di altre cose, di altri commestibili mangiati senza pane ecc.: scusso, scrio. || schittu schittu: scrio, schio, detto di checchessia. || a schittu: a mala pena. || Per schettu V. (A S. Cataldo).

Schittuliddu, dim. di schittu. || dim. di schettu.

Schittunazzu. accr., Schittuneddu. dim. add. Derisorio di schiettu. || Per donna si direbbe: pulzellona.

Schiuma. s. f. Il fiore o la parte delicata, come la spuma del mare, che si fa di vivande dolci ecc.: schiuma. || Quella materia di cui si fanno pipe, bocchini ecc.: spuma. || Certo dolce di latte: panna montata.

Schiumuni. s. m. Sorbetto ripieno di panna montata: spuma. || Per ischerzo il cappello alto: tuba.

Schiuvari. v. a. Sconficcar i chiodi.

Schiuvatu. add. Schiodato. || un cristu schiuvatu, si dice a uomo di apparenza miserissima, macilente, malconcio, o insanguinato.

Schizzari. V. sgricciari. || att. Sbozzar un disegno, disegnar alla grossa, cennar appena con linee: schizzare.

Schizzera. V. stizzana. || aviri schizzera a lu capizzu, aver continua ricordanza.

Schizzettu, Schizziceddu. dim. di schizzu: schizzetto.

Schizzu. s. m. Sbozzo di disegno appena cennato: schizzo. || Piccolo saggio o mostra di checchessia: schizzo.

Sci. Voce di ammirazione. || E a Nicosia per sì, affermativa. || Esclamazione in vari sensi.

Sciabbachïari. v. a. Ingordamente mangiare, e assai: scuffiare (quasi dovesse empire una sciabbica). || Godersela in bisbocce o gozzoviglie: bisbocciare.