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coll’arme propria ecc.: scherma, schermo. || mastru di scherma, chi insegna la scherma, maestro di scherma. || jucari a la scherma, riparare con arte il corpo, e cercare di offendere: schermire. || putirisi jucari a la scherma, fig. dicesi di uno stanzone grande e senza mobili.
Schermiri. V. schirmiari. || rifl. a. Difendersi: schermirsi.
Scherzari. v. intr. Ruzzare, folleggiare: scherzare. || Spassarsi: scherzare. || Non far da senno: celiare, scherzare. || att. Burlare: canzonare. || scherzari cu unu: scherzare con alcuno. || Per dare importanza o checchessia suolsi dire: ma chi si scherza! ma che si celia!
Scherzu. s. m. Trastullo, baja: scherzo. || Cèlia. || Ironia, cattivo giuoco, offesa, danno: scherzo. || pri scherzu, posto avv., per giuoco, da burla: da scherzo, per chiasso. || livannu lu scherzu, o senza scherzu: senza chiasso. || D’un’arma da fuoco, d’una malattia ecc. si dice che vi fa un brutto scherzo!
Schettamenti. avv. Con ischettezza: schiettamente.
Schettizza. s. f. Sincerità, candidezza: schettezza.
Schettu. add. Detto di uomo che non ha moglie: scàpolo, smogliato, cèlibe. || Detto di donna che non ha preso marito: ragazza, nùbile || add. Ingenuo, candido, sincero: schietto. (Sp. escueto: esente d’impacci).
Schètula. Rapisardi ha: prima ca veni la morti... pensa a lassari ’na schetula esatta, forse cedola o asse di beni.
Schì, Schia. Modo di cacciare i porci: porci-là, trucci-là, pruzz’in là (in Firenze). || Modo proverb. nun sentiri nè schì, ne passiddà, non ascoltare nè riprensione, nè minacce; essere sfacciato, non sentir vergogna.
Schiaccari. v. a. Levar dal cappio: scappiare.
Schiaffiari. v. a. Dare schiaffi: schiaffeggiare.
Schiaffu. V. timpuluni.
Schiamazzari. v. intr. Gridar forte, far chiasso: schiamazzare. P. pass. schiamazzatu: schiamazzato.
Schiamazzu. s. m. Romore, strepito, grida forti: schiamazzo.
Schiamazzusu. add. Che fa schiamazzo: schiamazzatore.
Schiantamentu. (D. B.) s. m. Lo spiantare: spiantamento.
Schiantari. v. a. Sbarbar delle piante: spiantare. || Svellere: spiantare.
Schiariri. V. inchiariri.
Schiaviceddu. dim. di schiavu: schiavetto, schiavolino.
Schiavitù, Schiavituti, Schiavitutini. s. f. Stato e condizione di uno schiavo: schiavitù, e ant. schiavitudine.
Schiavottu. dim. di schiavu.
Schiavu. s. m. Quegli che violentemente è in intera potestà altrui, che ha perduto la libertà: schiavo. || Per sim. uomo di pelle nera: moro. || schiavu vostru, modo di salutare; è modo anco di annunziare una cosa per perduta: schiavo, padrone, o addio fave. || Prov. a bonu schiavu nun manca patruni, quando una cosa è buona trova posto, ovvero chi sa fare, trova il modo: a buono cavaliere non manca lancia. || schiavi su schiavi nun cci dari chiavi, ciò vuol dire di non fidare su colui a cui si fa del male; ma il prov. intende di non fidar ne’ servi. || schiavu fidili nun ha mai libbertà, perchè rincresce al padrone perderlo.
Schiavuzzeddu. dim. di schiavuzzu: schiavettino. || Prov. ogni scavuzzeddu a so matri pari beddu: all’orso pajon belli i suoi orsacchini.
Schiavuzzu. dim. di schiavu: schiavetto, schiavolino.
Schibbeci. s. m. Vivanda di pesci con olio, aromi, cipolle e passole. || V. schimbesci.
Schicari. V. spiegari.
Schicciari. V. sghicciari.
Schiera. V. schera.
Schieramentu. s. m. Lo schierare: schieramento.
Schierari. v. a. Mettere, ordinare in ischiera: schierare. Usasi anco fig. P. pass. schieratu: schierato.
Schierata. V. schieramentu.
Schiettu. V. schettu.
Schifata. s. f. Quanto cape in uno schifu V.
Schifazzu. s. m. Piccola barca a remi, per servizio dei bastimenti: schifo. || pegg. di schifu.
Schifènziu. V. schifinzìa. || V. anco schifìu.
Schiffarateddu. dim. di schiffaratu.
Schiffaratu. add. Scioperato, senza aver che fare: scheffarato (Fanf. Voc. d. u. Tosc.), sfaticato (Giusti).
Schifìa. V. schifìu. || Si dice ad uomo per ingiuria, inetto dappoco.
Schifiamentu. s. m. Lo schifare: schifamento. || Stomacàggine.
Schifiari. v. a. Aver a schifo, a stomaco: schifare, non giovarsi. || nun schifiari ad unu, modo prov., potergli stare a paragone: non aver paura. || Prov. zoccu si schifìa veni tempu ca s’addisìa, il tempo non è sempre l’istesso. P. pass. schifiatu: schifato.
Schifieddu. dim. di schifìu: schifetto.
Schifìgnusu. V. sghinfignusu.
Schifinzìa. s. f. Stomacaggine: schifezza. || Laidezza, sporcizia: schifezza. || Il recarsi a schifo ogni cosa: schifezza, schifiltà.
Schifìu. s. m. Schifiltà, schifezza: schifo. || Laidume, sporcizia: schifezza.
Schifiusamenti. avv. In modo schifoso; ma si usa per dire poco, miseramente, grettamente.
Schifiusarìa. s. f. Azione da uomo sleale, gretto, disonesto ecc.: porcherìa.
Schifiusazzu. pegg. di schifiusu. || Porconaccio.
Schifiuseddu. dim. di schifiusu: schifosetto. || Per ingiuria si dice a bambino: cattivaccio, tristanzuolo.
Schifiusu. add. Sporco, lordo: schifoso. || Stomacoso: schifoso. || Per ingiuria, vile: vigliacco. || Tristo. || Misero, gretto. || Uomo sleale e capace di ogni mala azione: porco. Sup. schifiusissimu: schifosissimo.
Schifiusuni. accr. di schifiusu. || Porcone.
Schifu. s. m. Vaso che serve a tenervi il mangiare pe’ polli, pei porci ecc.: truogolo. || fig. Di piatto grande, o di quantità di vivanda spropositata, per un mangione. || V. pila. Così a Sciacca. || Per schifazzu V. || T. arrot. Cassa