Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/895

SCA — 877 — SCA


Scarpinu. s. m. Camminata lunga e faticosa: sgambata. || fari un scarpinu, scarpinare; s’intende anco d’un viaggio senza pro, o con molta fatica: sgambarsi.

Scarpisamentu. s. m. Il calpestare: calpestamento, scalpitamento.

Scarpisanti. s. m. Suolo, pavimento: spazzo.

Scarpisari. v. a. Calcar co’ piedi: calpestare, scarpicciare (Giuliani). || Pestare, calcar coi piedi in camminando: scalpitare. || Pestare alcuna cosa non molto consistente, premere: abbiaccare. || Scalpitare con rumore dei piedi: scalpicciare. || fig. Aver o tener a vile, spregiare: scalpitare. P. pass. scarpisatu: calpestato. || Scalpitato.

Scarpisata. s. f. Il calpestare: calpestìo. || Scalpitio.

Scarpisatedda. dim. di scarpisata.

Scarpisateddu. dim. di scarpisatu.

Scarpisatizzu. add. Mezzo pesto, alquanto acciaccato.

Scarpisatu. s. m. Pannina ordinaria, ora non più in uso. || aviri scarpisatu cu unu, aver contatto con alcuno, avvicinarlo (in Termini).

Scarpisuni. s. m. L’atto del calpestare: calpestamento.

Scarpitta. s. f. Scarpa fine: scarpetta.

Scarpu. Così in Messina intendono la scarpa da uomo.

Scarpuna. V. scarpuni.

Scarpunata. s. f. Colpo dato collo scarpone. || Rabbuffo: canata.

Scarpuneddu. dim. di scarpuni: scarponcello.

Scarpunera. V. prantali. || Sorta di scarpa di cuojo porcino, ad uso del pecorai, contadini ecc. di alcuni paesi, composta del tomajo unito in punta con corregge, e poi raccomandato al piede con altre corregge.

Scarpuni. accr. di scarpa: scarpone. || Scarpa grossolana: scarpone.

Scarpuniari. V. scarafuniari.

Scarpuzza. dim. e vezz. di scarpa: scarpellina.

Scarrapoju. V. puggettu.

Scarrica. s. f. Sparata di più arme da fuoco: scarica. || Lo scaricare: scaricamento. || V. carrica; e V. carricari.

Scarricacanali. s. m. Giuoco fanciullesco, in cui uno si curva e l’altro vi salta su a cavalcioni. || Altro giuoco V. in bozza.

Scarricacrinu. s. m. Pettine di ferro che serve a strigare o strappar i crini al cavallo (M. Siciliano).

Scarricamentu. s. m. Lo scarricare: scaricamento.

Scarricalanavi, Scarricanali, Scarricanavi. V. scarricacanali.

Scarricari. v. a. Levar il carico da dosso: scaricare. || Detto di colore, fargli perdere alquanto la vivacità: scaricare. || intr. Porre giù da un baroccio, da una nave la mercanzia: scaricare. || Detto del vino, chiarirsi. || Detto di pioggia, tuoni ecc., venir giù a ribocco. || scarricari la scupetta, sparare: scaricare l’archibuso. E vale anche levar la carica senza spararlo. || – lu ventri, cacare: scaricare il ventre. || – la testa, trarne per le narici o altrimenti i soverchi umori: scaricar la testa. || Detto de’ capelli, tosarli. || scarricari un timpuluni ecc., darlo: appiccicar uno schiaffo. || – una cosa supra unu, rimetterne ad esso la cura: scaricar una cosa addosso a uno. || jocu di scarrica e carrica, giuoco da farsi al tavoliere: sbaraglino, e forse scaricalasino. P. pass. scarricatu: scaricato. || Chiarito.

Scarricata. s. f. L’azione dello scaricare: scaricata. || Alleggerimento: sgravio. || a la scarricata, posto avv., dopo il raccogliere delle frutta, dopo la raccolta. || fig. Finita alcuna briga, finito il da farsi.

Scarricatedda. dim. Scaricatina. V. participiu.

Scarricatina. s. f. L’atto e il risultato dello scaricare: scaricatura. || Il prezzo che si paga per iscaricare: scaricatura.

Scarricatuna. accr. di scarricata.

Scarricatureddu. dim. di scarricaturi.

Scarricaturi. s. m. Luogo dove si scarica: scaricatojo. || Arnese di legno che serve a scaricar l’uva nel tino dove si pigia: tinello. || E anche quello usato per levare il mosto cotto dalle caldaie e metterlo nelle botti.

Scarricavarrili. V. scarricacanali.

Scàrricu. s. m. Scaricamento, sgravio: scàrico. || Luogo destinato a portarvi i materiali di demolizione ecc., che si buttan via: scarico. || Essa materia scaricata dai carrettoni consistente in calcinacci, terra, rovinacci ecc.: scarico. || met. Giustificazione, scusa: scarico.

Scarricu. add. Scaricato: scàrico. || Detto di liquore, chiaro, limpido: scarico. || Detto di annata, che non ha prodotto molto: annata sterile. || Detto di colore, non troppo vivace: scarico. || Detto di arma da fuoco, non caricata: scarico, vuoto. || scarricu di coddu, di gammi ecc., parlando di cavalli o simili, che abbiano il collo, o le gambe sottili, snelle: scarico di collo, di gambe ecc.

Scarriculiddu. dim. di scarricu. || Di colore un po’ smorto: sbiadito.

Scarrozzu. s. m. Pezzi di pietra in forma di colonnini o di altro, posti dinanzi i portoni ove passano carri, perchè le ruote non urtino gli stipiti: piuolo (Car. Voc. Met.). Si usa più in pl. piuoli. || T. mar. Moto di fianco e sottovento, la cui direzione fa angolo colla direzione apparente, mostrata dalla chiglia: scaronzo, deriva.

Scarrubbari. V. scarricari § 5 e 10. || Mandar giù, inghiottire: ingollare.

Scarruneddu. dim. di scarruni.

Scarruni. s. m. Rialzo di terreno pietroso.

Scarruzzari. v. intr. Scendere dalla carrozza: smontare, che in italiano per catacresi dicesi sbarcare. || Deviare e allora deriverebbe da scarrozzu V. || Detto di carri, o di oggetti gravi, andar fuori strada con pericolo e precipizio. || fig. Romper il discorso altrui: tagliare o rompere le parole. || T. agr. Spiantar le canne. || T. mar. Essere il bastimento in deriva: scaronzare, derivare (Car. Voc. Met.). || Dire bugie, inventar novelle: schiantar bugie ecc.

Scarruzzata. s. f. L’azione dello smontare dalla carrozza. || Il deviare, ma detto di casi gravi o grandi.

Scarruzzunari. V. scarruzzari al § 5.

Scarsamenti. avv. Con iscarsità: scarsamente.