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peggiante, nodosa, fibrosa; steli erbacei, lisci, foglie ovate; fiori di un rosso pallido, odorosi, a ciocca: saponaria. Saponaria officinalis L. || saponaria o lignu sapunaciu, pianta di stelo diritto, senza spine, ramoso alla sommità, foglie dispari pennate; foglioline lanceolate, appuntate nelle due estremità, integerrime; il fiore composto di un calice, e corolla di quattro pezzi, con tre capsule carnosa, contiene un solo seme, duro, nero adoperato per chicchi di rosari: saponaria indiana; la corteccia del frutto serve a pulire come il sapone. Sapindus saponaria L.

Sapunarìa. s. f. Officina dove si fabbrica il sapone: saponerìa, saponaja.

Sapunariedda. dim. e vilif. di sapunaria.

Sapunaru. s. m. Chi fabbrica o vende sapone: saponajo.

Sapunata. s. f. Quella schiuma che fa l’acqua, dove sia disfatto il sapone: saponata. || Termine osceno: sborratura.

Sapunatedda. dim. di sapunata.

Sapunèa. s. f. Medicamento di consistenza simile al mele, usato nella tosse, ne’ catarri e in altre infermità de’ polmoni: savonèa.

Sapunera. s. f. Scatola da sapone.

Sapunettu. dim. di sapuni: saponetto. || Quei pezzetti di sapone odoroso e gentile: saponetto, saponetta.

Sapuni. s. m. Mestura di varie sorte, di olio, calcina e cenere, s’adopera a lavare, bagnar la barba prima di farla, e vari altri usi: sapone. || mettiri ’n sapuni. V. insapunari.

Sapura. V. busciularu.

Sapurazzu. pegg. di sapuri: saporaccio.

Sapureddu. dim. di sapuri: saporetto.

Sapuri. s. m. Sensazione che producono sulla lingua, sul palato, le cose: sapore. || Quella virtù che è nelle cose da produrre tal sensazione: sapore. || Gusto: sapore. || fig. Il diletto che arrecano le cose vaghe o graziose: sapore. || met. L’esperienza fatta di checchessia da cui si ritrae danno o vantaggio: sapore. || senza nè amuri, nè sapuri, scipido, sciocco, senza gusto.

Sapuritamenti. avv. Con sapore: saporitamente.

Sapuritazzu. pegg. di sapuritu.

Sapuriteddu. dim. di sapuritu: saporitino. || Bellino.

Sapuriticchiu. dim. e vezz. di sapuritu.

Sapuritu. add. Di buon sapore: saporito. || Gustoso: saporito. || fig. Che arreca diletto: saporito. || Di persona graziosa, spiritosa: saporito. || Bello. || Per ironia a persona maliziosa, stizzosa: saporito. || avv. Saporitamente: saporito. Sup. sapuritissimu: saporitissimo.

Sapurituni. accr. di sapuritu.

Sapurizza. V. sapuri.

Sapurtura. Idiotismo per sepurtura.

Sapurusamenti. avv. Con sapore, gustosamente: saporosamente.

Sapuruseddu. dim. di sapurusu.

Sapurusu. add. Saporito: saporoso. || met. Giocondo, dilettevole: saporoso. Sup. sapurusissimu: saporosissimo.

Saputa. s. f. Il sapere, notizia: saputa.

Saputamenti. avv. Con sapere: saputamente.

Saputazzu. pegg. di saputu.

Saputeddu. add. Saccente: saputello.

Saputu. add. Da sapiri: saputo. || Savio, accorto: saputo.

Saputuni. accr. di saputu: saputissimo.

Sara. V. osara.

Saraca. s. f. Pesciatello che si insala a similitudine delle aringhe. || essiri saraca, essere mingherlino. || Spilorcio.

Saracheddu. dim. di saracu.

Saracinisca. s. f. Sorta di serrame: saracinesca. || Serratura di legname che si fa calare da alto a basso per impedire il passaggio all’acqua, agli animali: saracinesca. || T. mil. Porta o cancello pensile, collocato sulla entrata di città, fortezza, che si lascia cadere con impeto: saracinesca.

Saraciniscu. add. Di o da saraceno: saracinesco. || Si dà questo aggiunto a talune fabbriche, ed a certi ulivi o cose simili, di un tempo remotissimo.

Saracinu. s. m. Nome di nazione antica, che nel medio evo signoreggiò nell’Europa meridionale: saracino. || add. Fiero, ardito; e anco caparbio (Sal. Salomone-Marino). Forse dal carattere di que’ popoli. || Si dice degli alberi grandi, vecchi e giganteschi.

Saracottu. dim. di saracu.

Sàracu s. m. T. zool. Pesce del genere dello sparo, che si trova nel Mediterraneo, ha il corpo di un bianco turchiniccio, e come cerchiato di liste brune alternativamente larghe e strette, e vicino alla coda ha una macchia rotonda e nera, la schiena è assottigliata in forma di taglio, la sua mole varia: sàrago, sargo. Sparus sargo L.

Sarafinu. V. serafinu.

Saramentu. V. sagramentu.

Sarancunaria. s. f. Strettezza nello spendere, troppa avarizia: spilorceria.

Sarancuni. add. Troppo ritenuto nello spendere: spilorcio, sordido, (Pasq. O presa l’idea dal saracu, disseccato, quasi a quel mo’ gretto; o per ironia del Gr. σαλακίον, povero che ostenta ricchezze).

Sarari. V. saldari e così i derivati.

Saratu. Così per fognatura della g invece di sagratu V.

Sarau. s. m. Voce spagnuola (sarao): festa da ballo, ballo (Spat.).

Sarcàsimu. s. m. Ironìa pungente, con cui si deride, si beffeggia: sarcasmo.

Sarchi sarvaggi. s. m. pl. Pianta: bietola. Beta sylvestris. L.

Sarcia. s. f. Gonnella fatta di sàrgano.

Sarciami. V. sarziami (Pasq.).

Sarciari. v. a. Nettare da sterpi, erbe salvatiche ecc.: sarchiare. || Dicesi anco del pulire le strade.

Sarcimentu. V. sarcitura.

Sarcina. s. f. Fascio di lino di 50 manipoli; e generalmente: carico, peso, soma (Lat. sarcina: peso, carico). || V. sassulata al § 2.

Sàrciri. v. a. Ricucire in maniera la rottura di panni, che non si scorga il mancamento: rimendare (Lat. sarcio, is: risarcire, rifare). P. pass. sarciutu: rimendato.

Sarcitina. V. sarcitura.

Sarcitura. s. f. Il rimendare e la parte rimen-