Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/866

SAI — 848 — SAL


Saimi s. f. Lardo di majale, fatto struggere al fuoco, che poi si conserva in vesciche o altro, per uso di cucina: strutto. (A. V. ital. saime che significava lardo o lardone del majale).

Saitta. s. f. Freccia: saetta. || Fòlgore: saetta. || Quel ferro con cui i legnajuoli fanno il minor membro della cornice: saetta. || In pl. due corti legni che inclinati puntano nel monaco o ne’ puntoni del cavalletto della travatura da tetto: razze. || dim. di saja al § 2: goretta. (A. V. ital. saitta. Jacopone).

Saittami. s. m. Quantità di saette: saettame.

Saittari. v. a. Ferire con saetta: saettare. || Scagliar saette: saettare; e per sim. dicesi dello scagliar checchessia: saettare. || Ferire acutamente che fa il fuoco, il sole, e fig. la passione: saettare. P. pass. saittatu: saettato.

Saittata. s. f. L’azione del saettare: saettamento. || Colpo, o via percorsa dalla saetta: saettata.

Saittaturi. s. m. Che saetta, tirator d’arco: saettatore.

Saittazza. pegg. di saitta.

Saittedda. dim. Saettuzza.

Saittera. s. f. Stretta apertura nelle muraglie, per dove si saettava, ed oggi si spara al coperto: feritoja.

Saittuna. accr. di saitta.

Saittuneddu. dim. di saittuni: conigliuzzo.

Saittuni. s. m. Coniglio giovane, così detto dalla velocità del suo corso: conìgliolo. || Spezie di serpente, così detto perchè si scaglia veloce come una saetta: saettone. || Sorta di pispola. || Sorta d’erba: spina bianca.

Saja. s. f. Spezie di panno lano sottile e leggiero: saja. || Canale. || Quel canale pel quale si cava l’acqua dai fiumi mediante le pescaje, e si riceve dai fossati che scendono dai monti, per servigio di mulini, o di qualsivoglia altra macchina guidata per forza d’acqua: gora. || –mastra: solco acquajo (An. Cat.), ed è quello de’ campi.

Sajetta. dim. di saja: sajetta. || Gorella.

Sajuni. s. m. Tessuto di lana men fine della saja ordinaria. || Grande gora.

Sala. s. f. La prima stanza d’una casa: entratura. || La maggiore delle stanze, gallerìa: sala.

Sàlaciu. s. m. T. bot. Albero che presto cresce e viene più vigoroso nei luoghi umidi, dei virgulti se ne fanno ceste, graticci ecc.: sàlice, salcio. Salix L. || – giarnu. Salix amydalina L. || – russu. Salix pentandra Ucr. || – ad arvulu cu scorci a gurra: salice bianco. Salix alba L.

Salàciu, add. Che eccita libidine, o altrimenti lussurioso: salace.

Saladdaricu. V. cutriciuni. Così in Messina. (Verdone).

Salamandra. s. f. T. zool. Rettile che ha la coda rotonda e corta, le dita senza unghia, il corpo nudo poroso e tramandante umidità; può sostenere la fame più mesi; gli antichi credevano ch’essa potesse rimanere illesa dal fuoco: salamandra. Lucerta salamandra L.

Salamastru. V. salimastru.

Salamentu. s. m. Il salare, e il tempo di salare.

Salami. s. m. Carne di porco pesta, salata e insaccata: salame.

Salamilicchi. Voce di scherzo, formata dalle voci arabe o ebraiche salem lecha, che vale pace e salute a voi: salamelecche salamalecche.

Salamòria. s. f. Acqua insalata, per uso di conservarvi entro pesci, funghi, ulive e simili: salamoja.

Salamurigghia. V. salamoria.

Salanitru. V. salinitru.

Salaprisa. add. Dicesi di ricotta insalata per diventar più gustosa. || V. saliprisu.

Salari. v. a. Aspergere checchessia di sale: salare. || salari li coria, met. uccidere. || Per ischerzo, di una cosa di cui si faccia altro uso o nessuno si dice, p. e. che ne vuoi fare dei danari, salarteli? || va salatilla, si dice volendo disprezzare checchessia.

Salariari. v. a. Dar salario, tener alcuno a salario: salariare. P. pass. salariatu: salariato.

Salarieddu. dim. di salariu.

Salàriu. s. m. Mercede pattuita, che si dà a chi serve: salario. || Prov. salariu crisciuto, sirvizziu guadagnatu, quando si cresce il soldo si lavora di più.

Salariuni. accr. di salariu.

Salaru. s. m. Colui che vende sale: salajuolo. || lu pugnu di lu salaru, in prov. si dice allorchè uno fa le viste di dare di qualche cosa quanto cape in un pugno, e ne dà meno.

Salassari. V. sagnari.

Salassu. V. sagnìa.

Salata. s. f. L’azione del salare: salatura.

Salatedda. dim. di salata.

Salateddu. dim. di salatu.

Salatu. s. m. Carne salata, come prosciutto, mortadella ecc.: salato. || Tutti i camangiari che si conservano col sale: salume, salsume.

Salatu. add. Salso: salato. || robba salata, salumi: roba salata. || Caro di prezzo: salato; p. e. l’ho pagato salato. E qualche volta anco avverbialmente: (Tomm.) quantunque pagati salato.

Saldamenti. avv. Con saldezza: saldamente.

Saldamentu. s. m. L’operazione e l’effetto del saldare: saldamento. || Saldo delle ragioni, e de’ conti: saldamento.

Saldari. v. a. Riappiccare, attaccare due pezzi fra loro, due oggetti ecc.: saldare. || Veder il debito e credito, e pareggiarlo: saldare. || Ultimare, terminare: saldare. P. pass. saldatu: saldato.

Saldata. s. f. L’azione del saldare: saldatura.

Saldatina. s. f. Il saldare e il luogo saldato: saldatura.

Saldatizzu. add. Dicesi di cosa non ben saldata, o saldata più che una volta.

Saldatura. V. saldatina. || La materia con che si salda: saldatura.

Saldaturedda. dim. di saldatura.

Saldaturi. s. m. Strumento per saldare, che finisce in punta ottusa, la quale arroventata serve a saldare: saldatojo.

Saldissimamenti. avv. sup. Saldissimamente.

Saldizza. s. f. Stabilità, sodezza, fermezza: saldezza.

Saldu. s. m. Il saldare delle ragioni e dei conti: saldo. || fari lu saldu, saldare: far saldo.