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RAS — 803 — RAT


di ferro, con cui si raschia quella pasta che rimane attaccata alle sponde della madia: radimadìa. || – grossa: raspa ingordina.

Raspari. V. arraspari.

Raspatina. V. arraspatina. || V. anco manciaciumi. || Il razzolare dei polli: razzolatina.

Raspazza. pegg. di raspa.

Raspicedda, Raspudda. dim. di raspa.

Raspuna, Raspuni. accr. di raspa.

Raspuseddu. dim. di raspusu.

Raspusu. add. Aspro al tatto, come tale è la raspa: rasposo. Sup. raspusissimu: rasposissimo.

Rasserenamentu. s. m. Rischiaramento, chiarificazione: rasserenamento.

Rasserenari. v. a. e intr. Far chiaro e sereno, e propriamente si dice del cielo: rasserenare. || fig. Rifar lieto, ricreare: rasserenare, e si usa anco pron. || Deporre la tristezza, racconsolarsi: rasserenarsi. P. pass. rasserenatu: rasserenato.

Rassicurari. v. a. Far sicuro, dar animo: rassicurare. || rifl. a. Prender animo: rassicurarsi. P. pass. rassicuratu: rassicurato.

Rassigna. s. f. Rassegnamento e specialmente il rassegnare dei soldati: rassegna.

Rassignamentu. s. m. Il rassegnare: rassegnamento. || Rassegnazione, conformazione: rassegnamento.

Rassignari. v. a. Riscontrare il numero di checchessia: rassegnare. || Consegnare, restituire: rassegnare. || rifl. a. Presentarsi, comparire dinanzi: rassegnarsi. || Uniformarsi: rassegnarsi. P. pass. rassegnatu: rassegnato.

Rassignazzioni. s. f. Il rassegnarsi: rassegnazione.

Rassimigghianza. s. f. Rassomigliamento: rassomiglianza.

Rassimigghiari. v. a. Aver somiglianza: rassomigliare. P. pres. rassimigghianti: rassomigliante. || Prov. comu ti viju, ti rassimigghiu: a’ segni si conoscon le balle, spesso ai segni, all’apparenza, si giudica. P. pass. rassimigghiatu: rassomigliato.

Rassimigghiu. s. m. Rassomigliamento: rassomiglianza.

Rassudamentu. s. m. Il rassodare: rassodamento.

Rassudari. v. a. Far sodo, render forti le cose deboli: rassodare. || met. Confermare, fortificare: rassodare. || Confermarsi nella opinione: rassodarsi. || fig. Farsi stabile in alcuna cosa: rassodarsi. P. pass. rassudatu: rassodato.

Rassumigghiu. V. rassimigghiu e simili.

’Rasta. V. grasta.

Rasteddu. s. m. Strumento sì di ferro che di legno, col quale si sceveran i sassi dalla terra, la paglia dalle biade ecc.: rastrello. || Quello steccato che si fa dinanzi alle porte delle fortezze, o di altri luoghi: rastrello, rastello. || Porta fatta di stecconi: rastrello, cancello. || Quel legno dove i calzolai appiccano le scarpe: rastrello. || Arnese a guisa di scala o di gabbia, che si mette sulle mangiatoje, per riporvi il fieno: rastrelliera. || Arnese dove si appiccano gli arnesi del fornimento da cavalli: rastrelliera. || Quello dove si posano le armi: rastrelliera, rastrello. || Quella pertica ricurva che serve a tirar la brace dal forno: tirabrace. || Arnesi che si mettono al cavallo per correggerlo da qualche vizio. || – di l’urditura, legno molto lungo in cui, ad uguale distanza, stanno conficcati tanti pioli di legno o di ferro a denti: rastrello dell’orditora (Di Marco). || Semicircolo di ferro che serve nelle voltate a far girare su di sè la partita d’avanti della carrozza: tondo.

’Rastera. V. grastera.

Rastiari. v. a. Andar i cacciatori dietro all’orma della fiera (o non fiera): ormare.

Rastiddata. s. f. Quella quantità di roba che si piglia col rastrello: rastrellata.

Rastriddera, Rastrigghiera. V. rasteddu al § 5 e 6.

Rastru. V. rastu (D. B.).

Rastu. s. m. Impressione che lascia il piede in terra: orma. || fig. Segno: indizio. (Pasq. sospetta che venga dal rastro o rastrello, fig. per il segno che lascia in terra). || aviri rastu, aver sentore appena: aver fumo di checchessia.

Ràstula. V. rasteddu al § 1.

Rasù. V. rasolu. In Piazza.

Rasu. s. m. Drappo di seta liscio, lustro, fine: raso.

Rasu. add. da radiri: raso. || Per sim. spianato, pareggiato: raso. || Detto di vasi: colmo. || Detto di luogo aperto, non ingombro da alberi, case ecc: raso. || Detto di militare, surdatu rasu, gregario comune, milite semplice. || a la rasa, posto avv., a misura rasa: alla rasa.

Rasugghia. V. rasatura.

Ràsula. s. f. Strumento di ferro fatto a guisa di piccola pala, per uso di nettare zappa e simile: paletta. || T. pettinagn. Ferro lanceolato, tagliente dalle due parti, immanicato, di cui si servono i pettinagnoli: lama. || T. manis. Strumento di ferro tagliente, quasi a foggia di vomere, con manico, per pareggiare l’ugna al cavallo: rosetta. || Per rasa V. || Parte in cui si divide la vigna. || Solco trasversale nel campo seminato, per raccogliere gli scoli degli altri solchi: acquajo. || E anche la estremità o limiti di un pezzo di terreno. || passari la rasula a ’na banna, portar via, rubare ogni cosa. || passari la rasula ’nta li spaddi ad unu, bastonarlo.

Rasulata. s. f. Colpo di rasojo, ferita di rasojo: rasojata. || Spazio di terreno tra un acquajo (rasula) all’altro: acquajata.

Rasulatuna. accr. di rasulata.

Rasulazzu. accr. di rasolu: rasojaccio.

Rasuleddu. dim. di rasolu: rasoino. || In pl. rasuleddi chiamansi una spezie di pesci.

Rasuliari. v. a. Pulire la zappa colla rasula V. al § 1. || rasuliari a unu o una cosa, derubarlo, rubarla.

Rasulicchia. V. rasuleddu.

Ràsulu. V. rasolu (in S. Stefano).

Ràsulu. add. Di solco che serva per iscarico delle acque troppe della terra. || s. V. ràsula al § 4.

Rasuluni. accr. di rasolu.

Rata. s. f. Parte o porzione di checchessia, che