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nel senso musicale, ma ordine fra più persone perchè riesca a loro mira.

Appattari. v. a. Nè vincere ne perdere nel gioco: impattare, pattare. || Aver somiglianza: somigliare. || Metter a fronte due oggetti o colori ecc. per cercare la differenza e somiglianza: confrontare. || Rifl. a. Mettersi di concerto per venir a capo di checchessia e colorir i disegni: indettarsi, concertarsi. || appattarisi li lingui: indettarsi, imboccarsi. || Prov. è pazzia lu cuntrastari cu cu’ nun po’ vinciri nè appattari: la capra non contrasta col leone, follia è contrastare con cui non si può nè vincerla nè impattarla. P. pass. appattatu: impattato. || Confrontato. || Indettato.

Appaudiri. V. appodiri.

Appauriri. v. a. (Calvino. Batracom.) Far paura, e v. intr. aver paura: impaurare, impaurire.

Appeddu. V. appellu.

Appedi, a pedi o a l’appedi o a la piduna. Posto avv. Coi proprii piedi, senz’altro ajuto: a piè, a piede, alla pedona.

Appellabbili. add. Che può appellarsi: appellabile. Sup. appellabbilissimu: appellabilissimo.

Appellamentu. s. m. Appellamento.

Appellari e Appellarisi. v. intr. Domandare o chieder nuovo giudizio a giudice superiore: appellare. || intr. pass. appellarisi di una sentenza: appellarsi di una sentenza, non sottoporvisi, ricorrere a nuovo tribunale. P. pres. appellanti: appellante. P. pass. appellatu: appellato.

Appellativu. add. T. leg. Capace di appellazione: appellativo. || T. gramm. Aggiunto di nome che appartenga o avvenga a tutte le cose di una medesima specie: appellativo. || Prov. lassari lu propriu pri l’appellativu: lasciar il proprio per l’appellativo, cioè il certo per l’incerto.

Appellazioni. s. f. Dimanda d’altro giudice o giudizio: appellazione.

Appellu. s. m. Appellazione, richiamo ad altro giudice per altro giudizio: appello. || Quel chiamare a uno a uno i soldati per farne rassegna: chiama, rassegna (appello in questo caso è mal detto) || fari l’appellu: far la chiama.

Appena. avv. Con difficoltà con istento: appena. || appena appena: appena appena, dicesi per più efficacia.

Appennicedda e Appendicedda. dim. di appennici: appendicetta.

Appennici e Appendici. Cosa accessoria che si aggiunge ad un’altra, e da cui dipende: appendice. || Prov. nun aviri nudd’appennici: essere scapolo, viver libero e senza impacci.

Appenniciascu. s. m. Tralci secchi che si lasciano alle viti.

Appènniri. v. a. Appiccare, ma che fa pensar alla superficie lungo la quale l’oggetto appeso penda, s’appicca appendendo e s’appicca attaccando: appendere meno generale di appiccare.

Appennirrobbi. (An. Cat.) V. appizzarrobbi.

Appestari. V. ’mpistari e derivati.

Appettu. Modo avv. A paragone: appetto. Ed evvi in italiano usata elegantemente per tal voce la prep. a; ogni gran male mi sarebbe poco a quello. (Favole di Esopo).

Appiccari. V. impiccari e derivati.

Appiccicamentu. s. m. L’inerpicare. || Abbaruffìo. || Appiccamento.

Appiccicari. v. intr. Salire aggrappandosi con le mani e co’ piedi, in albero, muro ecc: arrampicare, inerpicare. Dicesi anche fig. || Met. Il subito incollerirsi: saltar in bestia. || v. intr. pass. Rissarsi: abbaruffarsi, abbirrucciarsi. || appiccicari focu: appiccar fuoco, metter fuoco. || Met. appiccicari un focu: appiccar un fuoco, dar occasione di gravi contese. P. pass. appiccicatu: arrampicato, inerpicato. || Abbaruffato. || Appiccato.

Appiccicu. s. m. Contesa di parole acri e fatti: baruffa.

Appiccicugghia. s. f. Pezzuolo di sottil ramuscello di paglia, o simile: fuscello. || Fig. Pretesto incentivo di nuova lite: appicco.

Appiculari. v. intr. Il pendere di oggetto sospeso a un punto sia oscillante o no: penzolare. Da picu V.

Appidamentu. s. m. Quel muramento sotterra su cui si alzan i muri dell’edifizio: fondamento. || Fig. Principio, base di cosa qualunque.

Appidamintari. v. a. Far le fondamenta: fondamentare.

Appidamintatu. add. Fondamentato. || bonu appidamentatu: ben basato. || Fondato in qualche scienza: profondo. || Chi ha protezioni di persone grandi.

Appidari. V. appidamintari.

Appiddari. V. appellari. || Rifl. V. appizzarisi.

Appidicari. v. intr. Camminar in luoghi malagevoli al passo cercando per poter metter il piè in sul sodo. || Per appiccicari. V. || Per affortire.

Appiducchiari. V. ’mpiducchiari e derivati.

Appigghiamentu. s. m. Afferramento, riordinamento, abbronzamento.

Appigghiari. v. intr. Attaccarsi che fa la pianta alla terra in modo da poterci vivere quando principia ad abbarbicarsi: afferrare, attaccarsi, ed appiccarsi che è quasi il principio dello afferrare; evvi pure: appigliarsi ma è meno comune. || Fig. Avviarsi bene, attecchire. || Fig. Comprendere, incaricarsi: prendere. || Rifl. Attenersi seguir un partito, consiglio: appigliarsi. || Detto di vivande, guastarsi per precipitata coltura, riardere, risecchire, arrubbiare. || appigghiarisi a lu suli: abbronzire, ammorire (così a Firenze). || appigghiari lu cilindru. T. stamp. Quello strofinar e dilatar l’inchiostro nel cilindro per darsi principio alla stampa: ungere, spalmare. P. pass. appigghiatu: afferrato, appigliato. || Arrubbiato. || Spalmato.

Appigghiateddu. add. dim. di appigghiatu: abbronzatello. || Un po’ riarso.

Appìgghiu. V. appigghiamentu. || ciauru d’appigghiu: odor di cosa abbronzata.

Appiggiurari. V. piggiurari (A. V. ital. appeggiorare).

Appijuncarisi. v. intr. pass. Divenir abitualmente cagionoso, bacato: infermare.

Appijuncatizzu. add. dim. Soggetto a mali per più leggera causa: cagionoso, che ne va frequente soggetto: infermiccio.

Appijuncatu. add. Infermato. || Malsano, che ad ogni tratto abbia male: bacato.

Appilari. (An. M.) V. oppilari.