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|| a poi, sta per fuorchè, salvochè, eccottochè, p. e. ogni cosa po’ esseri a poi d’omini preni, tutto può darsi, eccetto che uomini gravidi.

Poju. V. poggiu. || V. anche posu.

Polacca. s. f. T. mar. Bastimento costruito come i pinchi: polacca.

Polaccu. s. m. Chi dà i numeri da giocarsi al lotto, giuntando i semplici: cabalista, vocabolario. || Spezie di giaco da omo.

Polari. add. Del polo: polare.

Polca. s. f. Sorta di danza d’uso: polka.

Polèmica. s. f. Quella parte della teologia che tratta delle controversie: polemica. || Qualsivoglia contesa in iscritto, riguardante checchessia: polemica.

Polèmicu. add. Attinente a polemica: polèmico.

Policamu. s. m. Detto p. e. di vermi o simili, vale mucchio, quantità: brulichìo di vermi, (Pasq. dice da proles o da pullus; però a me non torna).

Polìcanu. s. m. Strumento da cavar denti: cane.

Polìgola. s. f. T. bot. Pianta creduta buona a promuover il latte alle poppe: polìgola. Evvene di tre specie.

Polina. V. ampullina. (Pasq.).

Polinu. add. Color rosso scuro, dall’abito che portavano i frati di S. Francesco di Paola, detti da noi paulini o polini.

Pòlisa. s. f. Piccola carta contenente breve scrittura: polizza. || – di caricu, carta che rilascia il capitano di bastimento al proprietario della mercanzia che si riceve a bordo per trasportare: polizza di carico. || – di cambiu, cambiale: polizza di cambio. || – di munti, la ricevuta che si fa a chi impegna roba al monte: cartella. || – ’n tavula, obbligo in iscritto di pagare un debito quandochessia. || polisa, è anco quel cartello che si mette quando si appigiona una casa: appigionasi. || Nelle lotterie è quella strisciolina di carta dove stanno scritti i numeri o i premi ecc.: polizza, beneficiata. || Strisciolina di carta con nomi o altro scrittovi dentro, poi accartocciate e buttate in molte entro un sacco, per sortirne poi una o tante quanto si stabilisce: ghiandina, fogliolino. || fig. Il non pagare lo scotio, il non restituire un imprestito, onde fari polisa: bollare o bruciare il pagliericcio. || a polisa, vale anche: a credenza.

Polisedda. V. pulisicchia.

Polìtica. s. f. La scienza di governare i popoli per la loro utilità: polìtica. || Ragione di Stato: politica. || fig. Modo con cui altri si comporta, accortezza, prudenza, scaltrezza: politica.

Polìticu. V. puliticu.

Poliu. s. m. Sorta d’erba pelosa e quasi canuta: pòlio, canùtola.

Pòllici. V. puseri.

Pollìtricu. s. m. T. bot. Pianta. Thalictricum flavum.

Polu. s. m. Ognuna delle estremità dell’asse della terra: polo.

Pomeridianu. add. Delle ore dopo mezzogiorno fin a mezzanotte: pomeridiano.

Pompa. s. f. Mostra di sontuosità e magnificenza: pompa; più affettata dello sfoggio. || Funerali: pompa funebre. || Ambizione, vanagloria: pompa. || fari pompa di una cosa, menarne vanto: far pompa. || a pompa, con apparenza pomposa. || pompa, si dice anche una macchina da tirare e gettar acqua, e serve specialmente a spegnere gl’incendî: pompa.

Pompusu. V. pumpusu e derivati.

Ponciu. s. m. Bevanda di acqua, rumme e zucchero: pònce. Ingl. punch.

Ponderari. v. a. Pesare, considerare: ponderare. P. pass. ponderatu: ponderato.

Ponderatamenti. avv. Consideratamente: ponderatamente.

Ponderusu. V. pisanti.

Pondu. V. pisu.

Pòniri. V. mettiri. || Per carricari V.

Penna. V. pinna. Così a S. Fratello.

Ponsò. V. punzò.

Ponti. s. m. Edificio di pietra o d’altro per passare da una ripa all’altra di un fiume, o per simile uso: ponte. || Dicesi anche a quelle bertesche sopra le quali stanno i muratori a murare, i pittori a dipingere: ponte. || T. mar. Nei bastimenti è un forte tavolato nella parte superiore: ponte. E anche i piani ove sono schierati i cannoni, onde si dice a due, a tre ponti. || Alcuni piani di assi attorno a un bastimento in cantiere per comodo de’ lavoratori: piattaforma (Pitrè). || E per punticeddu V. || In diverse arti son certi pezzi in tal guisa e per varî usi: ponte. || Negli strumenti a corda, è quel legnetto che tien sollevate le corde: ponte. || – livatizzu, quello che si alza e si abbassa davanti le porte d’una fortezza o simile: ponte levatojo. || – di lu licchettu, quel ferro entro cui alza e cala il saliscendo: staffa del saliscendo. || – in aria, ponte sospeso con funi per uso dei muratori: grillo. || – di calafatu, più legnami collegati insieme in forma piana, che si fanno trasportare dalla corrente de’ fiumi: zatta, fòdero. || tirarisi li ponti, fig. ritirarsi dal fare, dal seguire checchessia: dar addietro. || ponti chiamano anche quelle graffe entro cui scorron i paletti delle porte: piegatello. || fari ponti, fig. non far più motto di una cosa.

Pontificali. V. puntificali e seg.

Pontìfici. V. puntifici.

Ponzò. V. punzò.

Popoi. avv. Dopo: po’ poi.

Popolari. V. pupulari.

Popolazzioni. V. pupulazzioni e seg.

Pòpulu. s. m. Nazione: pòpolo. || L’università dei cittadini esclusi i nobili ed i tiranni: popolo. || Moltitudine di persone: popolo. || ’ntra un populu o mmenzu un populu, al cospetto di molta gente: a pien popolo. || capu populu, demagogo: capo popolo. E suol dirsi anco per parte principale di conversazione, compagnie ecc. || Prov. vuci di populu, vuci di Diu, ciò che negan i tiranni: voce di popolo, voce di Dio.

Porcu. s. m. Animale noto: porco. || fig. Di uomo sporco, sudicio; osceno: porco. || Per ingiuria: porco || – sarvaggiu: cignale. || – spinu. col dosso coperto di lunghi pungiglioni: riccio terrestre, porco spino. || canusciri lu porcu ’m menzu li gaddini, detto giocoso, per pungere chi ostenta perizia in cose comuni.