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Pisanteddu. dim. di pisanti.

Pisanti. add. Che pesa, grave: pesante. || T. art. Dicesi di quello che è corto, grosso, tozzo: pesante. || met. Importante, ragguardevole: pesante. || Nojoso, fastidioso, uggioso: pesante. Sup. pisantissimu: pesantissimo.

Pisantizza. s. f. Gravezza: pesantezza. || Senso di peso: pesantezza.

Pisantuliddu. dim. Alquanto grave: gravòccio.

Pisanu. add. Di una sorta di melo.

Pisari. v. intr. Il tendere dei corpi verso il centro della terra: pesare. || Aver autorità: pesare. || Valere, esser valente: pesare. || Importare: pesare. || Rincrescere, e si usa colle particelle pron.: pesare. || In sig. att. Tener sospeso, o sopra bilancia o statera ecc. per conoscer il peso: pesare. || Contrappesare: pesare. || met. Considerare: pesare. || Detto del capo quando vi si ha gravezza per malore: pesare della testa || pisari cu la statia, esaminar alla grossa: pesar colla stadera del mugnajo. || sapiri quantu pisa, conoscere per l’appunto chicchessia: saper quanto pesa. || Prov. pisa giustu e vinni caru, purchè si sia onesto nel peso, non vale che si venda caro: pesa giusto e vendi caro. || pisari, T. agr. il batter il grano, e se ciò fassi co’ cavalli o similmente: trebbiare, se col coreggiato: coreggiare (Sp. pisar: pestare, e Lat. pinseo es: pestare). P. pass. pisatu. pesato. || Trebbiato. || Coreggiato.

Pisata. s. f. L’azione del pesare: pesata, pesatura. || Del trebbiare: trebbiata. || La cosa stessa che si pesa: peso. || fig. Avventura sinistra, intoppo: contrattempo.

Pisatamenti. avv. Con giudizio e considerazione: pesatamente.

Pisatedda. dim. di pisata.

Pisatina V. pisata.

Pisatura. s. f. Il trebbiare: trebbiatura.

Pisaturi –tura. s. m. e f. Chi o che pesa: pesatore –trice. || Colui che regge le bestie nel trebbiare: toccarello, toccatore, trecciajolo (Pal. Voc. Met.). || Vaso di legno ad uso di pesar uva nella vendemmia.

Pisca. s. f. Il pescare: pescagione, pesca. || Ciò che si è pescato: pesca. || Arte di pescare e il luogo acconcio: pescagione. || essiricci ’na pisca, esservi molta acqua in un luogo: esservi un lago.

Piscami. s. f. Ciò che si pesca, quantità di pesci pescati: pescagione, pescherìa.

Piscari. v. a. Tender insidie a’ pesci o con l’amo o con le reti ecc.: pescare. || E fig. di tutto ciò che si cerca cavar dall’acqua: pescare. || Cercar semplicemente: pescare. || fig. Cercare di saper con fondamento: pescare. || Ritrovar checchessia con industria: ripescare. || Dar nel segno: imberciare, cogliere. || intr. L’immergersi più o meno di un bastimento nell’acqua: pescare. || piscari funnu, saper con fondamento: pescar a fondo. || piscari a unu, coglierlo sul fatto; o adescar alcuno. E per gabbarlo: acchiapparlo. || va piscatillu, si dice di cosa malagevole a indovinarsi, a sapersi: vattel’a pesca. P. pres. piscanti: pescante. P. pass. piscatu: pescato.

Piscarìa. s. f. Luogo dove si vende il pesce: pescherìa. || Prov. a buon ura in piscarìa, tardu in bucciria, bisogna andar di buon ora alla pescheria e tardi al mercato. || essiricci ’na piscarìa. V. in pisca, ultimo §.

Piscata. s. f. L’azione del pescare: pescagione. || Retata di pesce: pescata.

Piscatara. add. Di barca da pesca: pescareccia.

Piscatedda. dim. di piscata.

Piscatina. V. piscata.

Piscatòriu. add. Appartenente a pesca: pescatorio. Ed è aggiunto di alcune poesie.

Piscatrici. s. f. di pescatore: pescatrice. || Sorta di pesce che ha la testa piatta, spinosa e più larga del corpo: diavolo di mare, pescatore, pastinaca. Lophius piscatorius L.

Piscaturazzu. pegg. di piscaturi.

Piscatureddu. dim. di piscaturi: pescatorello.

Piscaturi. s. m. Chi o che pesca: pescatore, pescadore. || T. mar. Manovra che serve a sollevar l’ancora e collocarla al suo posto: candelizza (Zan. Voc. Met.). || Prov. piscaturi di cimedda, nè brachi, nè guarnedda, cioè son poverissimi.

Piscaturicchiu. V. piscatureddu.

Piscera. s. f. Vaso da cucina, lungo, stretto e profondo da cucinarvi il pesce: pesciajuola.

Pischera. s. f. Ricetto d’acqua per tenervi i pesci: peschiera, vivajo.

Pisci. s. m. T. zool. Animale che vive nell’acqua: pesce. || Duodecimo segno dello zodiaco: pesce. || pisci porcu, pesce che cava la terra sotto mare per trovar nutrimento: pesce porco. || – d’ortu. V. milinciana. || – d’ovu, frittata: pesceduova. || essiri sanu comu un pisci, godere perfetta salute: esser sano come un pesce. || nun sapiri s’è carni o pisci, non saper che sia: non saper s’è carne o pesce. V. in carni altro modo. ||chi pisci pigghiamu? che cosa facciamo, dove stiamo: che pesce si piglia? Onde si dice nun sapiri chi pisci pigghiari: non sapere che pesci pigliare. E vidiri chi pisci si pigghianu. star a vedere che segue: veder che pesci si pigliano (Buonarr. il giov.). || pigghiari lu pisci, conseguire quel che si desidera: è preso il pesce. || essiri com’un pisci fora di l’acqua, trovarsi in istato e condizione contrarie alle abitudini: esser come un pesce fuor dell’acqua. || Prov. lu pisci grossu si mancia lu pisciteddu, i prepotenti sopraffanno i deboli: il pesce grosso mangia il minuto o il piccino.|| pisci chi cerca l’amu la sua morti va circannu, a chi si lasci adescare: pesce che va all’amo, cerca d’esser gramo. || pisci grossu, pigghiati la testa, è la migliore. || pisci a mari e padedda supra, tanto fresco dev’essere il pesce, che nemmeno deve aspettarsi che si metta su la padella, ma deesi trovar già pronta. || cincu f voli aviri lu pisci pri esseri gustatu, cioè fresco, fritto, e per gli altri si domandi a’ cuochi. || nun si pisci pri la me’ cimedda, non se’ cosa per me. || nun si mancia pisci senza resca: non si può aver il mele senza le mosche.

Pisci. s. f. Orina: piscia. || fari la pisci: far la piscia.

Pisciacalamaru. s. m. Per ischerzo a scrittoruccio da nulla, e ancora scolaretto.

Pisciacani. s. m. T. bot. Sorta d’erba nociva: pisciacane. || Per senapa.