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AMU — 55 — ANA

pannocchia è simile al finocchio: anace, anice. Pimpinella anisum L. || Confettini piccoli: anacio in camicia.

Anatòmicu. add. di anatumìa: anatomico.

Anatomizzari. v. a. Far anatomia: anatomizzare.

Ànatra. s. f. T. zool. Volatile noto: anatra. || caminari comu un’anatra: parer un’anatra, dimenarsi nel camminare.

Anatraru. s. m. Guardiano di anitre. || Luogo ove si ritengono le anitre: anitrajo.

Anatredda e Anitredda. dim. Anitrella. || Pulcino dell’anatra: anitrino. || pari un’anatredda: l’è un’anatrina, chi cammina dimenandosi. || È anco un uccello con becco nero sopra e giallo sotto, iride gialla, testa e collo verde-cangiante, petto bianco, addome bujo lionato, parti superiori scuro cangiante, ali macchiate di celeste, di bianco e di fosco, piedi gialli: mestolone. Anas Clypeata L.

Anatumìa. s. f. L’arte di tagliare, separare e descrivere le parti del corpo animale: anatomia. || fari anatumia di ’na cosa: far anatomia di una cosa, osservarla minutamente.

Anatumista. s. m. Chi esercita anatomìa: anatomista.

Anca. s. f. L’osso che è tra il fianco e la coscia: anca. || In pl. sono le parti superior delle cosce: anche. || aggravarisi supra un’anca: andar ancajone. || Prov. nun si putiri pigghiari un purci all’anca: aver le brache fin al ginocchio o пoп aver fiato che sia suo, non aver tempo a nulla. || discinni di l’anca d’Anchisi: gli par d’essere della casa del balzo. || pisciarisi un’anca: scompisciarsi dalle risa. || scialarisi un’anca: sbirbarsela, ringongheggiarsela (a Pistoja). || aviricci l’anca di lu rispettu: aver predilezione, trasporto, talvolta giusta, talvolta no. || scacciari l’anca: scamparsela, sfuggire.

Anca-ed-ancona (Ad. Gioco fanciullesco: biccicuccà. || fari ’na cosa ad anca ed ancona: farla alla peggio, a casaccio, all’anchiana (Gior. il Borghini).

Ancaredda. dim. di anca (Scob.).

Ancata. s. f. Percossa data con l’anca. || È certa inflessione di voce nelle desinenze, proprio di alcuni paesi: accento, cadenza.

Ancatedda. dim. di ancata nel senso di accento.

Ancazza. pegg. di anca.

Ancelicamenti o Angelicamenti. avv. Angelicamente.

Ancèlicu e Angèlicu. add. Attenente a guisa d’angelo: angelico. || erba ancelica: angelica. || Bello, dolce in supremo grado: angelico. || strumentu ancelicu. Strumento fatto di cristalli poggianti su di una cassa, che si suona battendo questi con una bacchetta di metallo terminata da una palla di legno: strumento angelico.

Anchi. V. natichi. || anchi d’abati. Gioco fanciullesco V. anca-ed-ancona.

Anchi, avv. Pure: anche, anco.

Anchitta. add. Zoppicante.

Ancidda. s. f. T. zool. Pesce noto: anguilla. Murena Anguilla L. || anciddi!capperi! interiez. || Prov. sfuiri comu ’n’ancidda: quando si sta per conchiuder un affare ed uno se ne disfà. || teniri l’ancidda pri la cuda: tener l’anguilla per la coda, aver a mano impresa difficile. || picca anciddi e assai addauru: molto fumo e poco arrosto, molta apparenza e poca sostanza. || T. mur. Trave. || anciddi di jardinu: scherzosamente: zucca lunga. || ancidda di pisci-spata; la miglior parte di esso.

Anciddaru. s. m. Colui che pesca e vende anguille: anguillajo (a Firenze).

Ancidduzza. s. f. dim. Anguilletta, anguillina.

Ancileddu e Anciuleddu. s. m. dim. Angeletto, angioletto. || Detto per vezzo o per esprimer affetto: angeluccio. || T. zool. Pesce di corpo quadrato, la membrana delle branchie sostenuta da dieci raggi e la coda forcuta; esso si solleva dalle acque per cui è detto pesce volante: esoceto. Exocetus L. || affacciaricci l’ancileddi: far i lucciconi, incominciar a venir fuori alcune lagrime.

Àncilu e Ànciulu. s. m. Creatura, secondo la credenza, al tutto spirituale e della bellezza che ciascuno sa immaginare: angelo, angiolo. || ancilu niuru: angelo nero, demonio. || è un ancilu in carni: essere di costumi buoni quai si credon gli angeli. || ancilu di ciminia: fig. si dice di persona sporca e brutta. || jocu di l’ancili: a toppa. V. zicchinetta. || Ad Alcamo poi ancilu chiaman il porchetto!

Ancilunazzu. s. m. accr. di anciluni. Dicesi di uomo molto semplicione. || facci d’ancilunazzu: paffuta.

Anciluni. V. ancilunazzu. || E si chiamano anco que’ grossi candelabri a forma d’angelo che stanno a piè di qualche altare.

Ancina. s. f. Infiammazione alle laringi nelle fauci: angina schinanzia.

Ancinagghia. s. f. Parte del corpo umano tra la coscia e il basso ventre: anguinaia, anguinaglia.

Ancinatadi spicchi e simili. s. f. Quantità di manipoli, quant’è capace afferrar l’uncino in una volta.

Ancinedda. s. f. Strumento di ferro adunco che usan i mietitori per raccoglier i manipoli: rampino, uncino.

Anciova. s. f. T. zool. Pesce di mare noto: acciuga, alice. Alecula L. || anciova squagghiata: acciugata, salsa fatta con acciuga minuzzata. (Sp. anchoa).

Anciuvarina. s. f. dim. di anciova: acciughetta.

Anciuvicedda. V. anciuvitedda.

Anciuvitedda. dim. e vezz. Acciughina.

Ancòra. Particella copulativa: ancòra. || ancora! ancora! fin a quest’ora! || ancora è bonu chi: mancomale che.

Ancuina. V. ’ncunia.

Ancunu. V. arcunu (Calvino, Batracomiomachia).

Àncura. s. f. Pesante arnese di ferro con in punta braccia uncinate, attaccata a catene serve buttandola in mare a tener fermo il legno su mare: àncora. || jittari l’àncura: buttar l’ancora, fermarsi. || ancura di rispettu: ancora di rispetto, l’ancora maggiore onde si fa uso ne’ gravi pericoli. || essiri l’ancura a picu: esser l’ancora a picco o esser ritti sull’ancora, sul ferro (Car. Voc. Met.), trovarsi l’ancora sulla linea verticale della prua. || ancura appinniddata: ancora in pennello, quando essa è capponata, sospesa alla grua del cappone e le marre pendon in mare (Pitrè).

Ancuraggiu. s. m. T. mar. Diritto che si paga