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PAS — 708 — PAT


Pastorali. V. pasturali.

Pastu. s. m. Cibo, cosa di cui l’animale si pasce: pasto. || Il desinare, la cena, ecc.: pasto. || Certo composto che buttato in mare, ne’ fiumi ecc. fa salir i pesci a galla mezzo addormentati: tòssico. || essiri o nun essiri pastu di unu, intendersi o no, andar a genio o no, esser utile o no. || a tuttu pastu, continuamente: a tutto pasto. || ittarisi o lassarisi iri comu gaddu a pastu, buttarsi avidamente a fare checchessia. || aviri beddu pastu, essere pastoso, e detto di vino esser dolce o buono al palato.

Pastunazzu. accr. o pegg. di pastuni. || Materialaccio, grossolano.

Pastuneddu. dim. di pastuni.

Pastuni. s. m. Pezzo grande di pasta spiccato dalla massa, del quale poi se ne spiccano altri pezzetti per far il pane: pastone. || Quella materia che resta dai grani o altre materie oleose, dopo estrattone l’olio: pastone.

Pastunutu. add. Carnacciuto: poccioso.

Pastura. s. f. Quella fune che si mette ai piedi delle bestie, perchè non possano camminare: pastoja. || E fig., ostacolo, impedimento: pastoja. || Luogo dove le bestie pascolano: pastura. || fem. di pastore: pastora.

Pasturali. s. m. Bastone che è insegna del vescovo: pastorale. || Componimento poetico come la bucolica, l’egloga ecc.: pastorale. || Sonata che si fa in chiesa per le novene del natale: pastorale. || Allocuzione pubblica con la stampa, e diramata dai vescovi per la propria diocesi: pastorale.

Pasturali. add. Da pastore, attenente a pastore; pastorale, pastoreccio || fig. Attenente a vescovo: pastorale. || a la pasturali, a modo di pastore: alla pastorale.

Pasturari. v. a. Tenere e guidare gli animali alla pastura: pasturare.

Pasturaru. s. m. Chi fa o vende quelle figurine di terra che poi si mettono ne’ presepî: plasticatore.

Pasturazzu. pegg. di pasturi.

Pasturedda. fem. di pastureddu: pastorella. || Contadinotta: forosetta. || Sorta di male che viene ai porci, ai conigli, ecc.

Pastureddu. dim. di pasturi: pastorello, pastoretto. || Per abitator di montagna: montanaro.

Pasturi. s. m. Colui che custodisce greggi e armenti, pecoraio: pastore. || met. Pontefice, vescovo, parroco, rispetto ai credenti, i quali sarebbero le pecore, i montoni, ecc.: pastore. || Quelle figurine di terra che si mettono ne’ presepî de’ bambini, in ricorrenza del natale: pastori.

Pasturìzzia. s. m. Arte pastorale: pastorìzia.

Pasturìzziu. add. Di o da pastore: pastorìzio.

Pastusazzu. pegg. e accr. di pastusu.

Pastuseddu. dim. di pastusu.

Pastusità. s. f. Qualità di ciò che è pastoso: pastosità.

Pastusu. add. Morbido e trattabile come pasta: pastoso. || Detto di colorito, lo stesso che carnoso, morbido: pastoso. || Detto di voce, piena, pieghevole, morbida ed insinuante: voce pastosa. || Detto di pane o altra vivanda, semicrudo: pastoso. || Detto di mente, che a stento s’induce ad intraprendere checchessia: neghittoso, infingardo. || Dicesi anco de’ marmi che sono di grana morbida: pastoso. || V. in vinu. Sup. pastusissimu: pastosissimo.

Pastusuni. accr. di pastusu: pastosone.

Patacca. s. f. Moneta vile: patacca, patacco. || E spezialmente una moneta che valeva cent. 21. || Pianta simile alla patata: pera di terra. Helianthus tuberosus L. || Moneta grossolana, pesante: bagherone. || fari patacca, non riuscire a bene: sbagliare, dar in ciampanelle.

Pataccazza. peg. di patacca.

Patacchedda. dim. di patacca.

Patacchi. V. patata. || V. tirituffuli.

Pataccuneddu. dim. di pataccuni.

Pataccuni. accr. di patacca. || Per santiuni V.

Patàcia, s. f. (Vinci). Ultima parte del tetto.

Patacìa. s. f. Affanno di respiro, spezie d’asma: dispnèa. (A Misilmeri).

Patàfia. s. f. e add. Dicesi a persona grossa: butifione, pataccone.

Pataliscu. V. vrocculu

Patanzarìa. s. f. Pomposa e ambiziosa mostra: ostentazione. || amminazzari pri patanzaria: bravar a credenza. (Dal Lat. patens: patente, quasi patenseria).

Patassu. V. mmizzigghi.

Patata. s. f. T. bot. Pianta nota per la sua radice tuberosa buona a mangiarsi: patata. Solanum tuberosum L.

Patatedda. dim. di patata.

Patatuccu. add. Per ispregio a uomo grossolano e duro: patatucco, buzzurro.

Patedda. s. f. T. st. nat. Nicchio univalvo, che sta appiccato agli scogli come una lastra squamosa di sasso: patella. Lepas L. || – di dinocchiu, quella parte del ginocehio che inginocchiandoci posa in terra: patella, rotella. || – riali, ostrica. || – curnuta, così chiamano a Trapani, quel frutto di mare che in Palermo chiamasi vuccuni.

Patema. s. f. T. med. Patimento segnatamente dell’animo, una delle cagioni assai feconde delle malattie del corpo: patema.

Patena. s. f. Piattello con cui i preti cuoprono il calice e vi ripongono l’ostia: patena.

Patentari. v. a. Dar la patente.

Patentatu, add. Colui che ha una patente: patentato.

Patenti. s. f. Brevetto da poter esercitare un’arte: patente. || Brevetto d’invenzione: patente. || Permesso di navigare, cacciare e simile: patente. || Attestato di studi: diploma; ma chiamiamo patenti un diploma piccolo. || – netta, di quel legno che non porta infetti nè ammalati di malattie contagiose: patente netta. E patenti lorda, il contrario: patente brutta.

Patenti. add. Manifesto, chiaro: patente. || avv. Patentemente.

Patentimenti. avv. Manifestamente: patentemente.

Paterazzi. s. m. pl. T. mar. Lunghi cavi incappellati agli alberi di gabbia per rinforzarli: paterassi.

Paterazzini. dim. di paterazzi.

Paternali. s. f. Riprensione fatta con autorità, quasi da padre: paternale.

Paternamenti. avv. Da padre: paternamente.

Paternità. s. f. Stato e qualità del padre, l’esser padre: paternità.