Pagina:Antonino Traina - Nuovo vocabolario siciliano-italiano.pdf/725

PAS — 707 — PAS


glia una. || quannu tu vidi ca lu passu è malu, pigghialu pri la retina lu mulu: adagio a’ ma’ passi. || lu malu passu onura lu cumpagnu, cioè la pruova fa conoscere l’uomo: cattivo passo onora il compagno. || ’m passu, vale di passaggio.

Pàssula. s. f. Uva passa: pàssola, pàssula. || Vin dolce tratto dall’uva più che matura. || essiri cu li passuli, fig., di persona sciocca e scimunita: dolcione. barbachieppo. || essiri nutricatu a passuli e ficu, esser grasso, essere ben allevato: rilevato a fichi secchi. || nun dari mancu ’na passula, di persona avarissima: e’ non darebbe fuoco a un cencio. || cuntari ’na cosa comu ’na passula, raccontarla per l’appunto alla buona: spiattellarla lì.

Passulicchia. dim. di passula.

Passulidda. V. sopra. || a passulidda cani (Caruso), giuoco fanciullesco, che si fa nascondendosi e ricercandosi.

Passulina. s. f. Uva passa nera e piccola: passerina, passolina (Car. Voc. Met.).

Passuluneddu. dim. di passuluni.

Passuluni. s. m. Fico secco, seccume, però non quelli schiacciati: fichi tondi (in Firenze). || Uliva appassita: uliva passa. || Susina appassita: susina moscina. || Per ischerzo alle poppe vizze di donna: bozzacchione. || E a soldato vecchio, invalido. || a passuluni, a mo’ delle cose che penzolano: penzolone, penzoloni. || coddu a passuluni, fig. ipocrita: collotorto.

Pasta. s. f. Farina intrisa con acqua, coagulata col rimenarla: pasta. || Per sim. di altre composizioni: pasta. || Quella che si fa dai pastai ad uso di minestra: pasta, e in generale: pastume. || Composizione fatta con qualche specie di farina e diversi ingredienti a uso di confettura: pasta. || Ulive triturate dalla macina, e ridotte a poltiglia: pasta, pasto, pastone. || di bona pasta o pasta antica, di buona natura: di buona pasta. E vale anche grossolano: di grossa pasta, di buona pasta. || aviri o mettiri manu ’m pasta, ingerirsi in qualche negozio, avervi ingerenza: metter mano in pasta. || essiri ’na pasta d’ancili o di meli, di eccellente natura: esser una pasta di zucchero. || pasta filata. V. virmiceddi. || – minuta, la pasta di minestrine: pastina. || pasti longhi, quelle che escon dallo stampo e che rimangono lunghe: paste lunghe. || – tagghiati, quelle più corte: paste tagliate. || pasta di mennula, mandorla uscita dallo strettojo e ridotta a pastone. E quella dolce: mandorlato. || – riali, pasta di mandorle, zucchero, di cui si fanno torte e altri dolciumi: marzapane. || di mala pasta ’na guastedda basta, del cattivo basta un poco.

Pastareddu. dim. di pastaru.

Pastaru. s. m. Chi fa o vende pasta: pastajo.

Pastazza. pegg. di pasta: pastaccia.

Pastazzu. s. m. Feccia dell’olio, in cui non sia rimasto affatto di olio: pastone. || – d’indacu, la parte più grossolana dell’indaco ridotta a forma di pasta.

Pasteca. s. f. T. mar. Spezie di bozzello, in cui la cassa lascia scoperta la girella da potervisi prestamente incarrucolare o scarrucolare la corda, senza averla ogni volta a far passare dall’un de’ capi di essa: pasteca (Car. Voc. Met.).

Pastella. V. sotto.

Pastellu. s. m. Rocchetto di colore rassodato, col quale senza adoperar tinta liquida, si colorisce: pastello. || a pastellu, di pittura o altro fatta a pastello.

Pasteri. V. pastizzu. || V. sfincia.

Pastetta. s. f. Intriso di farina in cui s’involgon certi cibi prima di friggerli: pasta. || a la pastetta, frittura avvolta nella pasta prima: alla pasta. || passari a la pastetta: impastare.

Pastiari. v. intr. e att. Ber vino a poco a poco per gustarlo e dilettarvisi: coccolarselo. || vinu di pastiari, non grave, nè scelto tale da berlo nel pasto: vino da pasteggiare. || pastiarisi ’na cosa, fig., farla a rilento. || pastiarisi ad unu. V. abbachiari.

Pastiata. s. f. L’azione del pastiari. || Satolla di pasta.

Pastiatedda. dim. del precedente.

Pasticceri. V. pastizzaru.

Pasticciarìa. V. pastizzarìa.

Pasticedda. dim. di pasta: pastina.

Pasticeddu. dim. di pastu.

Pastidda. s. f. Nocciolo della carrubba. (D. B. e An. M.). V. nuvea.

Pastigghia. s. f. Piccola porzione di pasta, specialmente quella che s’abbrucia per far odore, o che si tien in bocca per medicina, per gusto o che: pastiglia, pasticca. || Castagne lessate e indi disseccate: ànseri.

Pastigghiedda. dim. di pastigghia.

Pastiggiari. V. pastiari.

Pastiglia. V. pastigghia.

Pastillettu. dim. di pastellu: pastelletto, pastellino.

Pastinaca. V. vastunaca. (Mort.).

Pastizza. s. f. Spezie di focaccia: schiacciata. || fig. Sproposito: pàpera. || Certi cappelli che si portavan sotto il braccio, senza mai metterli. || Per pastizzu V.

Pastizzarìa. s. f. Bottega del pasticciere: pasticcerìa, || Quantità di pasticci e paste di più sorte: pasticcerìa.

Pastizzariedda. dim. di pastizzarìa.

Pastizzaru. s. m. Facitore o venditore di pasticci: pasticciere. || Che fa le cose male o abborracciate: pasticcione.

Pastizzedda. dim. di pastizza.

Pastizzeddu. dim. di pastizzu: pasticcetto, pasticcino.

Pastizzeri. V. pastizzaru.

Pastizzottu. modif. di pastizzu: pasticciotto.

Pastizzu. s. m. Vivanda cotta entro a rinvolto di pasta: pasticcio. || Opera fatta alla peggio: pasticcio. Onde fari un pastizzu, confondere ogni cosa: far un pasticcio. || Ragionamento sconclusionato e lungo: tantafera. || Imbroglio, avviluppamento: pasticcio.

Pastizzunazzu. accr. e pegg. di pastizzuni.

Pastizzuneddu. dim. di pastizzuni.

Pastizzuni. accr. di pastizzu, ma si usa per nomo grasso, di buon naturale: tonfacchiotto, pataccone. Detto a donna: botticina. O di bambino poccioso e giulivo: bamboccione.

Pastizzutteddu. dim. di pastizzottu.

Pastocchia. s. f. Fandonia: pastocchia.