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Palpitamentu. s. m. Palpitazione: palpitamento.

Palpitari. v. intr. Frequentemente, muoversi ed e proprio quel battere che fa il cuore, quando e agitato con qualche veemenza: palpitare.

Palpitazzioni. s. f. Il palpitare, moto violento del cuore accompagnato da oppressione, da difficoltà di respiro: palpitazione.

Palpitazziunedda. dim. di palpitazzioni: palpitazioncella.

Pàlpitu. s. m. Rimescolamento per eccesso di timore, battito, il palpitare: pàlpito.

Palpuni. A) Modo avv. A modo di chi palpa, palpando: palpone.

Paltò. V. suprabbitu. (Fr. paletot che propriamente è un abito grossolano, o cappotto senza maniche, usato da’ contadini, a mo’ degli Spagnuoli, i quali lo chiamano paletoque.) || In generale qualunque casacca.

Palu. s. m. Legno rotondo e lungo, per sostegno dei frutti ecc. palo. || Strumento di supplizio presso i Turchi: palo. || Quel legno che serve a far girare la madrevite del torchio: mazza. || Strumento di ferro schiacciato a una estremità, atto a far buchi nella pietra e a servir di leva: palo. || Nel giuoco delle carte: seme. || – tunnu, quello da calderajo: palo a mela. || – di ribbattiri, altra specie di palo da calderajo: palo da spianare. || – di sturnari: palo da strozzare. || satari di palu ’n frasca o ’m partica, passare senz’ordine da un discorso all’altro, e simile: saltar di palo in frasca o di trasto in sentina. || Prov. lu bonu palu fa cchiù racina di la stissa viti, tanto bene fa il palo alla vite, che quasi fa più uva esso che la vite stessa.

Paludi. s. f. Fondo basso che riceve molte acque senza avere china da cui farle uscire: palude.

Paludusu. add. Di natura di palude: paludoso.

Palumbu. V. palummu.

Palumma. fem. di palummu: colomba.

Palummara, Palummaru. s. f., s. m. Luogo dove stanno e covano i colombi: colombaja, colombara, e colombajo (ma è V. A). || Luogo alto vicino al tetto: piccionaja. || L’ultimo ordine di palchi del teatro: piccionaja. || Venditor di colombi. || add. e sost. Terreno leggiero e biancastro.

Palummazzu. pegg. di palummu: colombaccio.

Palummedda. s. f. T. bot. Pianta annua di ornamento, della quale si conoscono più varietà; i fiori di diverse tinte: piè di allodola dei giardini. Delphinum ajacis L. || – sarvaggia, erba: fior cappuccio. Delfino straniero, delphinum peregrinum. || – di frummentu: falena, infesta il grano. || – di ligumi, baco de’ legumi: tonchio. || Per parpagghiuni. || In pl. pezzetti di tela triangolari che si mettono negli sparati di fondo della camicia: gheroncini.

Palummeddu. dim. di palummu: colombino.

Palummeri. s. m. Colui che ha cura delle colombe.

Palumminu. add. Di colombo: colombino. || Detto di colore, è una specie di violetto: colombino.

Palummu. s. m. T. zool. Volatile domestico e noto: colombo. || – sarvaggiu, uccello azzurro, colla testa verde rilucente e intorno al collo un cerchio bianco: palombaccio, palomba. Columba palombus. O colombella. Columba sylvestris Cup. || nun si pò serviri a palummi muti, chi non chiede non ottiene: fra Modesto non fu mai priore o la botta che non chiese, non ebbe coda. || palumma e palummeddu di lu pizzu pari beddu, bisogna darle a mangiare se no diventa brutta: la gallina è bella e buona, di pel becco la fa l’uovo. || palummu di turri, piccolo piccione che per lo più abita le torri: palombella, piccione torrajuolo. || – di massaria, o vulantinu, altra specie: piccione sassatile. || fari palummu, vomitare, e dicesi agli ubbriachi. || Sorta di pesce della razza de’ cani marini: palombo.

Palummu. add. Dicesi di mantello del cavallo: bianco, leardo.

Palurazza. pegg. di palora: parolaccia. || Parola oscena, e anche ingiuria: parolaccia.

Paluredda. dim. di palora: paroletta, parolina.

Paluriarisi. v. intr. pron. Venir a parole, contender a parole: bisticciarsi.

Paluruna. accr. di palora: parolona, parolone.

Paluruzza. dim. e vezz. Paroluccia, paroluzza.

Palustri. add. di paludi: palustre.

Pampera. s. f. Parte del berretto che copre a mo’ di tettino la fronte: visiera, baviera.

Pampina. s. f. Parte nota delle piante che le adorna, e lor serve per attrarre i principî vegetativi: foglia. || Foglia della vite: pàmpano. || fig. Ostentazione di parole: frascherìe. || essiri cu li pampini, esser buono, semplice. || – di argentu. V. lunaria greca. || a pampina di canna, aguzzato a mo’ delle foglie di canna. || li pampini o li pampineddi di lu nasu: le pinne. || pampini di paraddisu, pianta di radici tuberose, foglie radicali: colocasia. Arum colocasia L. || met. Dicesi di un ignorante che non apprende mai nulla; o che di nulla gli cale, e chi è di un animo indifferente sin all’amore ecc.: apatista. || Prov. pampina assimigghia a trunzu, il figlio somiglia il padre: il ramo somiglia il tronco. || pampina, detto ass., specie di tabacco in polvere fatto delle foglie secche della nicoziana: foglietta comune, foglietta alla cappuccina.

Pampinami. s. f. Quantità di foglie: fogliame.

Pampinazza. pegg. di pampina: fogliaccia. || Pampanaccio.

Pampinedda. dim. Foglietta, fogliolina. || Pampanello. || pampinedda di lu nasu: ale o penna del naso. || occhi a pampinedda, V. in occhiu.

Pampinìggiu. s. m. Artificioso collocamento di frondi vere o finte per adorno: frascame. || Disegno di adorno: fogliame.

Pampinuna. accr. di pampina.

Pampinusu, Pampinutu. add. Pieno di foglie: foglioso, fogliuto. || Pampinoso.

Pampinuzza. dim. di pampina: fogliaccio.

Pan. V. pani. A Piazza dicono così, più vicino al modo di pronunzia lombarda.

Panacìa. s. f. Pianta che ha le foglie irsute, scobre, pennate, le foglioline pennato-fesse, bislunghe, acute, dentate: panace, panacea. || Rimedio universale: panacea.

Panararu. s. m. Chi lavora o vende panieri: panierajo.

Panarata. s. f. Tanta quantità di cose, di quanta ne è capace un paniere.