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ORI — 677 — ORU


Orizzontalmenti. avv. Parallelamente all’orizzonte: orizzontalmente.

Orizzontarisi. V. orientarisi in orientari.

Orizzonti, Orizzunti. s. m. Linea che divide il globo dal cielo, secondo i nostri occhi: orizzonte.

Orlari. v. a. Far l’orlo: orlare. P. pass. orlatu orlato.

Orlata. s. f. L’azione dell’orlare: orlata.

Orlatura. s. f. L’orlare e l’orlo stesso: orlatura.

Orlu. s. m. Estremità di checchessia: orlo. || T. mar. L’ultima incinta scorniciata che termina il bordo d’una nave: orlo. || all’orlu di lu pricipizziu, vicino a perdersi: all’orlo del precipizio. || all’orlu di la sepultura, vicino la tomba: sull’orlo della tomba.

Ormanu. s. m. Sorta di frumento selvatico (Verdone).

Ormisinu. V. armicinu.

Ornamentu. s. m. Abbellimento, ciò che orna: ornamento. || fig. Tutto ciò che aggiunga lustro, vaghezza ecc.: ornamento. || Nome particolare di membri d’architettura che servono ad ornare: ornamento.

Ornaminteddu, Ornamintuzzu. dim. di ornamentu: ornamentino.

Ornari. v. a. Abbellire alcuna cosa o persona: ornare. Dove c’entri più arte dicesi: adornare. P. pass. ornatu: ornato.

Ornatamenti. avv. Con ornamento: ornatamente.

Ornatissimamenti. avv. sup. Ornatissimamente.

Ornatissimu. add. sup. di ornatu: ornatissimo.

Ornatista. s. m. Artista dedito agli ornati.

Ornatizza. s. f. Adornezza, ornatura: ornatezza.

Ornato. s. m. Ornamento: ornato. || Parte della pittura che insegna il modo di ornare: ornato. || add. Ornato.

Orobbancu. V. lupa.

Orologgeddu. V. ruggiteddu.

Orologgiaru. V. ruggiaru.

Orologgiu. V. roggiu.

Orpellu. s. m. Rame sottilissimo che pare oro: orpello. || fig. Finzione, ricoperta: orpello (Mort.).

Orrendamenti. avv. In modo orrendo: orrendamente.

Orrendissimamenti. avv. sup. Orrendissimamente.

Orrendu e Orrennu. add. Da mettere orrore: orrendo. Sup. orrendissimu: orrendissimo.

Orribbili e Orribbuli. add. Da destar orrore: orribile. || Cattivo: orribile. Sup. orribbilissimu: orribilissimo.

Orribbilissimamenti. avv. sup. Orribilissimamente.

Orribbilità, Orribbilitati. s. f. Qualità di ciò che è orribile: orribilità, orribilitade, orribilitate. || Cosa orribile: orribilità.

Orribbilizza. s. f. Orribilità: orribilezza.

Orribbilmenti. avv. In modo orribile: orribilmente.

Orridamenti. avv. In modo orrido: orridamente.

Orridettu. dim. d’orridu: orridetto.

Orridissimamenti. avv. sup. Orridissimamente.

Orridizza. s. f. Qualità di ciò che è orrido: orridezza. || Deformità orribile: orridezza.

Òrridu. add. Che ha dell’orrore: òrrido. || Squallido, incolto, e dicesi di cosa e di persona: orrido. Sup. orridissimu: orridissimo.

Orru. V. orlu. || E orri, que’ due estremi, orli longitudinali della culatta del libro, alquanto rilevati, contra cui è messa in piano la coperta: spìgoli. || V. urriatura.

Orruri. s. m. Timore più o meno forte, ma con forte avversione: orrore. || Per lo effetto che produce si dice del bujo: orrore. || essiri un orruri, dicesi di persona bruttissima: esser un orrore.

Orrurusu. V. orridu.

Orsa. s. f. Quella corda che si lega nel capo dell’antenna del naviglio da man sinistra: orza. || jiri ad orsa: andare ad orza. E met. contrastare: orzare. || Non andar diritto, il che proviene da ebbrezza: barcollare. || orsa a puppa, fune attaccata all’anello dell’antenna dell’albero maestro: mattone.

Orsòju. s. m. La seta che serve a ordire: orsojo.

Orsù. avv. esortativo: orsù.

Ortàggiu. s. m. Nome generale delle erbe di orto che si mangiano: ortaggio. || Per ortu V.

Ortènsia. s. f. T. bot. Pianta di stelo fruticoso, rami numerosi, punteggiati di scuro; foglie opposte, rotondo-ovate, aguzzo-dentellate, lisce; fiori numerosi, color di rosa, inodori: ortensia. Hortensia speciosa L.

Orticeddu. V. urticeddu e simili.

Ortografìa. s. f. Regola di bene scrivere: ortografia.

Ortu. s. m. Campo chiuso dove coltivansi erbe mangerecce: orto. || All’Etna intendono quello solo coltivato a cocomeri. || Prov. a l’ortu e a lu mulinu vacci matinu, se no non trovi nulla, ha senso fig. || pl. orti e ortura (A. V. ital. òrtora. Fra Giordano). || ortu e mulinu nun diri quantu renni a lu to vicinu, fatti gli affari tuoi in pace, senza dar troppi conti: non mostrar mai nè il fondo della tua borsa, nè del tuo animo. || cu’ havi ’na bona chiusa, ortu e vigna si leva li crusti e tutta la tigna: chi ha un buon orto ha un buon porto. || ’ntra ortu e jardinu vacci cuntinuu, se no ti rubano o ti fanno andar a male: il piè del padrone ingrassa il campo.

Ortulanu. V. urtulanu. || T. zool. Uccello che ha il becco conico, le mascelle alla radice alquanto tra loro discoste, le penne remiganti e della coda nere; si pasce di semi, d’insetti ecc.: ortolano.

Oru. s. m. Metallo troppo noto: oro. || – massizzu: oro massiccio. || – di zicchinu, oro purissimo: oro brizzo, di ducato o di coppella. || Assol. per monete: oro. || – in fogghia, oro battuto e ridotto in foglie: oro in foglia. || fig. Eccellenza, bontà p. e. è un figghiu d’oru: è una coppa d’oro. || jiri a pisu d’oru, avere gran prezzo: valere tant’oro, valere oro quanto uno pesa. E si dice di persona di grande abilità. || oru macinatu, oro in foglia, macinato per colorire ad oro: oro macinato. || pri tuttu l’oru di lu munnu, per qualsiasi prezzo: per tutto l’oro del mondo. || cosi d’oru, nome collettivo di oggetti d’oro lavorato: giojelli, orerìa. || farisi d’oru, arricchire: farsi d’oro. || Prov. nun è tuttu oru chiddu chi luci, non è tutto buono ciò che ha bella apparenza: non è tutt’oro quel che riluce. || essiri un oru, spiccare per eccellente: sembrar un oro. || l’oru