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MUS — 625 — MUT


un palmo. || isari lu mussu, inorgnolirsi: rizzar su mutria, rizzar muso. || Prov. mussu di purceddu, oricchi di mircanti, e spaddi d’asineddu, son le cose nel loro genere più buone, più forti: bisogna aver grifo da porcello, orecchie da mercante, e spalle d’asinello. || lu mussu untatu e la panza vacanti, apparenza senza sostanza: molto fumo e poco arrosto.

Mussutu. add. Che ha il muso grosso o sporgente: labbrone (sost.).

Mustacchiuni. (Pasq.) s. m. Schiaffo, colpo dato nel viso: mostacciata, mostaccione.

Mustarda. s. f. Savore di mosto cotto, nel quale s’infonde seme di senapa, ritenuto in aceto: mostarda. || Mosto cotto rassodato, con farina ed aromi: mostacciuolo.

Mustardera, s. f. Vaso ove si ripone la mostarda: mostardiera (An. Cat.).

Mustazzeddu. dim. di mustazzu: baffetti.

Mustazzola. s. f. Spezie di pasta dolce, soda: mostacciuolo. || – di meli: confortino. || Mattone bislungo, più piccolo del pantufuluni: mezzana. || a mustazzola, si dice delle grate i cui vani riescano a rombi, o di altro oggetto così fatto: ammandorlato.

Mustazzolu. V. sopra. || E anche una qualità di pere.

Mustazzu. s. m. Quella parte di barba che è sopra il labbro: baffo, usasi più al pl. baffi. Quando sono più folti e più lunghi: mustacchi. Se poi non sono che una leggera peluria: basette. || Que’ peli lunghi del muso di alcuni animali: barba. || In pl. si chiaman così certe corde che uniscono la punta del bompresso col davanti della nave. || nun aviri mustazzu di fari ’na cosa, non aver l’abilità di fare: non aver fegato o coraggio di... non esser muso da ciò. || passiarici ntra li mustazzi, si dice di chi avendo fatta offesa ad altrui se l’è passata impunemente: star alla barba di uno. || cu li mustazzi, si dice di uomo valente, bravo: uomo sodo, di buzzo bono, co’ baffi. E si dice di cose buone, eccellenti: co’ fiocchi, co’ baffi. || dari ’na cosa ’nta lu mustazzu, in faccia, alla presenza di chicchessia: dire una cosa sul muso. || Prov. lassa purtari lu mustazzu a lu gattu, lascia far le cose a chi le sa fare, o secondo le si devon fare.

Mustazzularu. s. m. Quegli che fa o vende mostacciuoli, confortini ecc.: confortinajo, bericuocolajo.

Mustazzuledda, Mustazzulicchia. dim. di mostacciolo: mostaccioletto. || a mustazzuledda, posto avv., a figura di piccolo rombo.

Mustazzuluni. accr. di mustazzola.

Mustazzuni. accr. di mustazzu: baffone, mustacchione.

Mustazzutu. add. Che porta baffi: baffuto. || Per colui che crede sapere: saccentuzzo. || Buono, eccellente nel suo genere: co’ baffi.

Mustia. s. f. Sorta di pesce di mare.

Mustica. V. lancedda o quartara.

Mustichedda. V. quartaredda.

Mustopìa. V. mustucutti.

Mustra. V. mmustra.

Mustrari. v. a. V. ammustrari. || intr. Apparire, parere: mostrare. || intr. pass. Far vista, fingere, dar ad intendere: mostrare. P. pass. mustratu: mostrato.

Mustriatura. s. f. T. sart. Quella parte del soppanno del vestito che para il petto e le tasche, e ripiegandosi si mostra al davanti: mostreggiatura.

Mustriceddu, dim. di mostru: mostricino (Rigutini.).

Mustruusamenti. avv. Con mostruosità: mostruosamente.

Mustruusità, Mustruusitati. s. f. Singolare deformità di corpo: mostruosità, mostruositade, mostruositate. || Carattere, vizio di ciò che è mostruoso, la cosa mostruosa: mostruosità.

Mustruusu. add. Che ha del mostro: mostruoso. || Straordinario, fuor di natura: mostruoso. || Brutto, bestiale: deforme. Sup. mustruusissimu: mostruosissimo.

Mustu. s. m. Sugo dull’uva premuta, non ancor fermentato o purificato: mosto. || – cottu, mosto cotto: sapa. || Prov. cu’ voli aviri bon mustu, zappi la viti ’nt’agustu: chi vuol avere buon mosto, zappi la vite in agosto. || a S. Martinu ogni mustu è vinu: a S. Martino ogni mosto è vino.

Mustucunfitti, Mustucutti. V. mustarda.

Mustura. s. f. Mescolamento, l’aggregato di cose mescolate: mestura, mistura.

Musturi. s. m. pl. Nome generico d’ogni spezierie: aromi. || Aromati mischiati e in polvere: spezie. || V. mistura.

Mustuseddu. dim. di mustusu.

Mustusu, add. Che ha del mosto, appartenente a mosto: mostoso. || Che s’appiccica, s’appiastra: appiccicaticcio, appiccicoso. Sup. mustusissimu: mostosissimo.

Musulì. (Pasq.). Maniche sciolte.

Musulinazzu. pegg. di musulinu: mussolinaccia.

Musulineddu. dim. di musulinu.

Musulinettu. s. m. Nome generale delle mussoline stampate a disegni, per uso di vestimenta.

Musulinu. s. m. Tela bambagina, così detta dalla città di Musul, che si crude l’antica Ninive, d’onde fu portata: mussolino, mùssolo, mussolina. || – abbattistatu. V. battista.

Musulinuni. accr. Mussolina più ordinaria: mussolinone. || – di casa, quella delle fabbriche nostrali.

Musuluccu, Musulucu. add. Dicesi di uomo sparuto, che ha del balocco, e di complessione adusta: birignòccolo. || Per garufu V.

Musuniamentu. V. munciuniamentu.

Musuniari. V. munciuniari. || Per allurdari. V.

Musuniatizzu. V. munciuniatizzu.

Muta. s. f. Il mutare: muta. || Quella quantità di persone, animali, o cose bisognevoli a checchessia: muta di cavalli, di diamanti ecc. || – a quattru, a dui ecc., la carrozza tirata a quattro, a due cavalli: muta a quattro, a due, ecc. || essiri ’nta la muta, dicesi de’ bambini che metton i nuovi denti, o de’ volatili che rinnovan le penne, o simile: muda. || Lo scambio che si dan i soldati, le scolte ecc: muta. || Il dormir de’ filugelli da seta, il mutar pelo che fanno: muta.

Mutabbili. add. Che può mutare o esser mutato: