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MOR — 607 — MOT


gire. || la morti si pigghia li megghiu e lassa li diserrami,siccome de’ primi si ha dolore e degli altri non si tien conto, così ci pare che sempre quelli muojano. || ’na bona morti cumpensa ’na mala vita: un bel morire tutta la vita onora. || cu’ si rallegra di la morti d’autru, la sua è vicina, chi si rallegra del male altrui, ha il male vicino. || morti nun veni mai senza scaciuni, ed è vero, non si muore senza causa.

Mortìferu. add. Che apporta morte: mortìfero.

Mortificari. V. murtificari.

Mortu. s. m. Cadavere: morto. || Chi è passato all’altra vita: morto. || li morti o lu jornu di li morti, l’annua commemorazione de’ defunti: che cade a’ due di novembre: il dì dei morti. || li morti, diconsi que’ regali che si danno a’ bambini in detta festa: la calza (a Firenze). Parte morta: morto. || lu mortu, met. quantità di danari raggruzzolati: grùzzolo, morto. Onde il Lori fa dire alla Mea: Insomma un morto di roba riposto... || aviri lu tortu e lu mortu, modo prov. patire due infortuni ad un tempo: aver il danno il malanno e l’uscio addosso. || lu mortu è ddà, il fatto è manifesto: il morto è sulla bara. || lu mortu in cimiteru, e la monaca in monasteru, ognuno in luogo proprio. || lu stessu mortu ’nsigna a chianciri, l’occasione insegna il modo: il mangiare insegna bere, o, il nemico ti fa savio. || quattru omini ci vonnu a livari un mortu di casa, (e alcuni aggiungono pensa pri un vivu) indica la difficoltà di cacciar da un luogo chi non vuol partirsene. || di lu mortu si nn’havi ’na vota di lu vivu sempri, contro coloro che desiderano la morte di alcuno, per ereditare. || li morti aprinu l’occhi a li vivi: il cataletto acquistar fa intelletto. || nun cc’è mortu senza cantu, nun cc’è zita senza chiantu: non pianse mai uno che non ridesse un altro. || rigurdari lu mortu ’ntavula, le cose spiacevoli non si ricordano fuori luogo: ricordar i morti a tavola. || vegnu di lu mortu e mi dici ch’è vivu, di chi ha veduto o saputo cosa che vien contrastata.

Mortu. add. Uscito di vita: morto. || lingua morta, non più parlata dal volgo: lingua morta. || Ammortito, mortificato: morto. || Di color di morto: morto. || ’nnamuratu mortu, grandemente: innamorato morto. || acqua morta, ferma, stagnante: acqua morta. || mortu di (o di la) siti, di fami, ecc. sommamente assetato, affamato, ecc.: morto di sete, di fame. E mortu di fami, vale pure miserabile: morto di fame. || dinaru mortu, non impiegato; che non frutta: danaro morto. || paisi mortu, dove manca l’attività del commercio. || la festa di li morti, dicesi quando si vuol significare avvenimento funesto. || cchiù mortu ca vivu, spaventato: trambasciato, più morto che vivo; ovvero spossato, che si dice pure stancu mortu: stanco morto. || campari mortu mortu, detto scherzevole e di doppio senso; o aver tutti i suoi agi, o al rovescio. || mortu vivu, persona morta che vada in sogno altrui. || E anche un gioco a carte. || farila morta, sbagliarla. || mortu vale pure tristo, lugubre, flebile: morto. || Addormentato: morto. || Nullo, vano, senza effetto: morto. || sugnu mortu! esclamazione di chi vedesi perduto: son morto! || mortu io, mortu lu munnu, dice ognuno, e più l’egoista: morto io, morto il mondo. || omu mortu nun pò fari guerra, quando uno muore non parla più: uomo morto non fa guerra.

Moru. s. m. Uomo nero d’etiopia: moro. || Sorta di albero buono a far ombra. || V. cèusa niura. || add. Nero: moro. || capizzu di moru, sorta di manto del cavallo: cavezza di moro. || Per modu V.

Morvu. s. m. Escremento che esce dal naso: moccio. || Malattia del cavallo e delle galline: moccio. (Fr. morve: moccio). || Per malattia in generale: morbo.

Moscia. s. f. (An. M.). Stercata: meta.

Mossa. s . f. Il muoversi o muovere: mossa. || dari la mossa, dar la spinta: dar la mossa. || Movimento, commozione: mossa. || Il movimento che il giuocator di scacchi fa fare a’ suoi pezzi: mossa, o mosse pl. || Per partenza. || T. art. Atteggiamento, positura.

Mossu. P. pass. di moviri: mosso.

Mostru. s. m. Animale generato con membra fuor l’ordine naturale: mostro. || Corpo organico di conformazione insolita: mostro. || met. Di cattiva qualità morale, scellerato ecc.: mostro. || T. pitt. Figura grottesca: mostro.

Mostruusu. V. mustruusu e derivati.

Mota. V. strascinu. || Cadenza. || Colpo che dà il battaglio nella campana; un piccolo numero di detti tocchi separati di breve intervallo dagli altri: tocco, rintocco. || Nota musicale (S. Salomone-Marino Bar. di Carini). || cugghiricci la mota, raccogliere le note musicali e disporle secondo armonia.

Moti. s. f. pl. Moine: lezii, fichi. || fari li moti: far i fichi.

Motisa. add. Di certo pelame di gatta. Da mauta, mautisa o motisa che val quanto dire: maltese.

Motivari. v. a. Allegare, addurre i motivi: motivare. || T. mus. Dar l’espressione particolare, il motivo. || T. arch. Fendersi: screpolarsi. P. pass. motivatu: motivato.

Motiveddu. dim. di motivu.

Motivu. s. m. Ciò che muove a fare: motivo. || Causa materiale che produce qualche cosa: motivo. || L’opposizione che fa il giudice con parole all’altrui opinione: objezione. || T. mus. L’espressione di un pensiero musicale in cui il compositore proponesi di rappresentare un oggetto o checchessia: motivo. || sarà motivu chi... per dire, ciò importa che... o ciò vuol dire che... s’usa in varie maniere.

Motu. s. m. Il trasferirsi da un termine verso l’altro: moto. || fari motu, muoversi, camminare: fare moto. || Motivo, impulso: moto. || Sommossa: moto. || dari o mettiri in motu, fare muovere: dar moto. || motu convulsivu, malattia in cui i muscoli si scortano: moto convulsivo. || – propriu, spontanea volontà: moto proprio. E di motu propriu, posto avv., vale spontaneamente: di moto proprio. || – di còlura o primu motu, moto accompagnato da violenza e furore: impeto. Onde mettiri in primu motu, provocar il furore: metter al punto, far entrar i battistini, far pigliar una caldana.