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MER — 587 — MET


Mera. V. A. (Pasq.). Mala sorte. (Gr. μοῖρα).

Merca. s. f. Segno a cui si dirizza la mira dell’arma da fuoco: bersaglio. || V. mira al 2º §.

Mercè. avv. In o per grazia: mercè.

Mercedi. s. f. Ricompensa: mercede. || Prov. servizziu fattu, mercedi aspetta: lavoro fatto, danari aspetta. || Prov. nun livari la mercedi all’operariu, se si desse tutta la mercede, come di diritto spetterebbe, all’operaio il lavoro sarebbe emancipato dal capitale.

Mercenariu. add. Che serve a prezzo, venale: mercenàrio.

Merci. add. Le robe che si mercanteggiano: merce. || Ognuna delle quattro sorta in cui si dividono le carte da giuoco: seme. || Prov. tempu vinni merci, l’occasione fa bene vendere: stagione o il temporale vende merce.

Mèrcia. V. sopra. (A. V. ital. mercia).

Mercoldì, Mercordì. s. m. Il quarto giorno della settimana: mercoledì. E per idiotismo toscano anco: mercordì.

Mercu. s. m. Impressione, contrassegno, segno: màrchio. || Saldatura delle ferite: màrgine (maschile e fem.). || Taglio fatto altrui in sulla carne: sfregio, sberleffe. || Segno o lividura lasciata da percossa: maltito (Rigutini), lìvido (s. m.), pesca, monachino. || nun essiri mercu di sgarrarisi, dicesi di persona assai facile a conoscersi ai contrassegni. || Nella Maremma Toscana, dice Tommaseo, l’operazione del marchiare il gregge dicesi: merco.

Mercuredda. V. mircuredda.

Mèrcuri. V. mercoldì. || lu mercuri ’mmenzu la simana, dicesi per beffa a chi stia in luogo troppo esposto, dando impaccio altrui. || Prov. zoccu nun s’ha fattu tra mercuri e jovidi, nun si fa ’ntra venniri e sabbatu, ciò che si fa in tempo utile o in principio, non si fa poi (A. V. ital. mèrcore usata da Bembo, Castiglione e Berni).

Mercùriu. s. m. Argento vivo: mercurio.

Merenda. V. mirenna.

Meretricedda. (D. B.). dim. di meretrici: meretricetta.

Meretrici. s. f. Femmina che fa copia di sè per mercede: meretrice.

Mergu. s. m. T. zool. Uccello palustre che vive di pesci: mergo, marangone. Colymbus cristatus L.

Mèrgula. s. f. Parte superiore di muraglia, situata a intervallo da altre: merlo. || I becchetti della corona: merlo. || Pezzetti di drappo pendenti a pizzi attorno il lembo di baldacchini, ecc: drappellone. || Cinciglio, ornamento pendente da abito ecc: drappellone.

Meridiana. s. f. Orologio a sole: meridiana.

Meridianu. add. (Mort.) Appartenente a mezzodì: meridiano.

Meridionali. add. Di mezzodì, del Sud: meridionale.

Merinos. s. m. T. zool. Varietà di pecora spagnuola: merina. || Tessuto di lana di merina.

Meritamenti. avv. Secondo merito: meritamente.

Meritari. v. a. Dar merito o premio, rimeritare: meritare. || intr. Esser degno di male o bene: meritare. Che noi usiamo piuttosto intr. rifl. || miritarisilla una cosa, per lo più gastigo o simile: stargliene il dovere p. e. ti la meriti: te ne sta il dovere. P. pass. meritatu: meritato.

Meritèvuli. add. Che merita: meritèvole. Sup. meritevulissimu: meritevolissimo.

Meritevulmenti. avv. Con merito: meritevolmente.

Meritìvuli. V. meritevuli.

Meritoriamenti. avv. In modo meritorio: meritoriamente.

Meritòriu. add. Degno di merito: meritòrio.

Mèritu. s. m. Ciò che rende degno di premio o di gastigo: mèrito. || Premio: merito. E in cattiva parte, demerito: merito. || trasiri ’ntra lu meritu, entrar nella ragione o nella sostanza di checchessia: entrar nei meriti. || veniri a mali meriti, scadere dagli agi primieri: volger al dechino. || omu di meritu: meritevole. E per uomo di vaglia. (Tomm. D. dice, uomo di merito mi sa di francese; direi meglio di grandi meriti).

Merlettinu. dim. di merlettu.

Merlettu. s. m. Fornimento o trina di refe o di oro filato per guarnimento: merletto.

Merlinu. s. m. T. mar. Spago di tre fili per cucire ralinghe alle vele dove hanno a soffrire maggiormente: merlino, gherlo (Zan. Voc. Met.).

Merlu. V. mèrgulu. || V. merru.

Merluzzu. V. mirruzzu.

Merru. s. m. T. zool. Uccello tutto nero, e il maschio ha il becco giallo: merlo. Turdus merula L. || merru varvariscu. Merula torquata Gesn. Av. || – di cannitu. V. sturneddu. || – di passa. V. cudurrussuni.

Mesa. s. f. Agguato: posta. Onde mittirisi a la mesa: far la posta a uno.

Mesciuni. V. A. (Salom. da Lentini) V. messi. || Il tempo del mietere: mietitura.

Messi. s. f. Ricolto: messe.

Messìa. V. missìa.

Mestìzzia. s. f. Stato di esser mesto: mestizia.

Mestruali. add. Di sangue o purgazioni mensuali: mestruale.

Mestruanti. add. Che è nei mestrui: mestruante.

Mestruata. add. Che patisce i mestrui, o ne è imbrattata: mestruata.

Mestruazzioni. s. f. Il venir il mestruo: mestruazione.

Mèstruu. s. m. Si usa spesso nel pl. Le purghe di sangue che periodicamente soffrono quelle atte alla generazione: mèstruo.

Mestu. add. Addolorato, triste: mesto. Sup. mestissimu: mestissimo.

Metà. s. f. La mezza parte: metà, e ant. metade, metate. || fari ’na cosa a metà, incompiutamente: far una cosa a mezzo.

Meta. s. m. Termine, scopo: meta. || Quel prezzo fissato ai venditori e che non posson oltre passare: tariffa, prezzo determinato. (Ugolini biasima meta qual francesismo).

Metaddu. V. metallu.

Metafisicari. V. sufisticari.

Metafisicarìa. V. sufisticarìa.

Metafisichïari. V. metafisicari.

Metafisicu. add. Di metasifica: metafìsico. || Fantastico, che la guarda pel sottile: fisicoso.

Metàllicu. add. Di metallo: metàllico.

Metallinu. V. mitallinu.

Metallu. s. m. Materia dura che si cava dalle viscere della terra: metallo. || metallu di vuci, il suono di essa: metallo della voce.

Meticulusu. add. Timido, dubbioso: peritoso. ||