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Màsculu. s. m. Quegli che concorre attivamente colla femmina alla generazione: màschio (Sannazzaro usò: màscolo). || Bocciuolo di ferro che si carica a polvere e si spara in occasione di solennità: maschio, mortaretto. || Quel ferretto lungo che è nella toppa: stanghetta. || Generalmente qualunque estremità di un legno o altro che entri in altro buco corrispondente: maschio. || – di la viti, quella parte della vite che entra nella madrevite: maschio. || L’usan nel catanese per acciuga.

Màsculu. add. Di sesso mascolino: maschio.

Masculunazzu. pegg. di masculuni. || Si dice della vite infruttifera. || Specie di avvoltojo piccolo.

Masculuneddu. dim. Mastietto.

Masculuni. accr. di màsculu, in tutti i sensi: maschione (Tomm.).

Mascuni. accr. di mascu al 4º §.

Masè. Idiotismo in alcuni paesi che vale: vieni qua.

Masi cantaru. s. m. Titolo di dileggio a chi goffamente ostenti gravità e presuma fare il dottore: sputatondo, quamquam.

Masinnò. avv. Composto da ma se no: altrimenti, se no, se no noe, se no no (Fanf. note alla Mea).

Massa. s. f. Quantità indeterminata di checchessia ammontata insieme: massa. || T. mil. Moltitudine di uomini insieme: massa (Viani). || Moltitudine di popolo, di gente: massa di popolo, massa di ecc.; siete una massa di... (la sola voce massa senza il qualificativo non è buon modo). || La somma delle particelle di un corpo: massa. || fari massa, ammassare: far massa. Vale anche, far rumore, far confusione: far chiasso, far baccano, chiassata. || in massa, unitamente: in massa. || Per vomere, così in alcuni luoghi.

Massacrari. v. a. Uccidere, tagliar a pezzi: trucidare, macellare, fare scempio. (Fr. massacrer). P. pass. massacratu: trucidato.

Massacru. s. m. Uccisione, strage: scempio.

Massarazzu. accr. di massaru.

Massarcddu. dim. di massaru. || Fattoretto.

Massarìa. s. f. La Casa di campagna cogli accessorî relativi, posta nelle terre lavorative: masserìa, massarìa, fattorìa. || Luogo dove si tengono le bestie pel latte: cascina. || fari massaria, tener i grandi poderi per conto proprio.

Massariari. V. annittari. (Mal.).

Massariazza. pegg. di massaria.

Massariedda, Massariotta. dim. di massaria: masserietta.

Massariotu. s. m. Quegli che cura, tiene a fitto le altrui possessioni: fittajuolo, fattore.

Massarìu. V. massarizzu.

Massariuttedda. dim. di massariotta.

Massarìzzia. V. massarizzu.

Massarìzzii. s. f. pl. Arnesi domestici: masserìzie.

Massarizzu. s. m. Astratto di massaru: operosità, prontezza, sollecitudine. || Nettezza, pulitezza.

Massaru. add. Che è attivo, che opera prontamente o sollecitamente, curante, pensieroso: operoso, operante, pronto, sollecito, spolverone. || Chi poltrisce poco, chi si alza pertempo la mattina: sollecito. || Detto di terreno o altro che produce: produttivo. || Ben messo, acconcio: ravviato.

Massaru. s. m. Chi per le chiese è deputato a spazzarle, pulirle: scaccino. || Fattore. || Prov. massaru travagghia, lu ventu spagghia, il contadino lavora, ma il vento spaglia. || Per vastasu: facchino. Così in Trapani. || V. in mastru.

Massarunazzu. accr. di massariotta.

Massaruneddu. dim. di massaruni.

Massaruni. accr. di massaru. add.

Massìcciu. add. Grasso, tutto solido: massìccio.

Màssima. s. m. Proposizione generale che serve di principio, di fondamento, di regola in checchessia: màssima. || Per abitudine, costume. || Per norma. || T. mus. Nota di otto battute: màssima. || avv. Massimamente: màssime.

Massimamenti. avv. Principalmente, tanto più: massimamente.

Màssimu. add. Grandissimo: màssimo.

Massizzu. V. massicciu.

Massu. s. m. Sasso grande, informe, naturale: masso. || Per cumolo qualunque p. e. di bile ecc.

Massusu. add. Fatto di massi: massoso.

Màstica. s. f. T. st. nat. Ragia di lentisco: mastice. (A. T. ital. màstica, màstico). Pistacia lentiscus L.

Masticamisterii. s. m. Saccentone: pesamondo.

Mastica-particuli. s. m. Bacchettone: biascicaavemarie, baciapile, biasciarosari.

Masticari. v. a. Disfar il cibo o altro coi denti: masticare. || met. Esaminar bene tra sè checchessia: masticare. || – ’na cosa, non saperla bene a mente sì che si ripeta male. || Stentar a concedere. || Lasciar travedere alcun pensamento: bucinare. || masticari virmari: biascicar paternostri, avemarie ecc. || nun lassarisi masticari, fig. esser poco trattabile, o esser da più. || mastica e ghietta, si dice di uno che non ha altro in bocca se non frizzi, bottate. || cosa di nun putirisi masticari, cose malagevoli: cose da non potersi masticare. || nun putiri masticari ’na cosa, adattarvisi male, sopportarla mal volentieri: masticar male checchessia. || masticari li paroli, non parlar chiaramente o schiettamente: masticar le parole. P. pass. masticatu: masticato.

Masticata. s. f. Il masticare: masticata, masticamento, masticatura.

Masticatedda. dim. di masticata.

Masticatina. V. masticata.

Masticatizzu. add. Mezzo masticato.

Masticatòriu. add. Che appartien alla masticazione: masticatorio. || sost. Cosa da masticare: masticatorio.

Masticatura. s. f. Il masticare: masticatura.

Masticaturi. verb. Chi o che mastica: masticatore. || Ferro ripiegato che si mette in bocea ai cavalli a mo’ di freno per far loro scaricar la testa: frenella (Siciliano).

Masticazzioni. s. f. Il masticare: masticazione.

Masticeddu. dim. di màstici: masticino.

Mastichiari. v. a. freq. Mangiar qualcosa, masticar qualcosa: dentecchiare, masticacchiare. || rifl. V. mafiarisi.

Màstici. s. m. Ragia di lentischio: màstice. ||