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Marfitanu. add. Si diceva di una qualità di filo pregevole: amalfitano. || Per marfusu V.

Marfusu. add. Scaltrito, aggiratore: treccone, monello.

Margagghiuni. s. m. T. zool. Murena maschio: miro. Muraena myrus. L. || Astuto, tristo: mariuolo.

Margarita. s. f. Il legno che tiene il mezzule della botte: chiave. || T. mar. È una corda che si allaccia in certi casi: margherita (Zan. Voc. Met.). || V. perna.

Margaritina. s. f. T. bot. Pianta di steli scanalati, pelosi; foglie lineari, lanceolate, strette, intere; fiori rossi: margheritina. Lychnis flos cuculi L. || In pl. V. nnaccari.

Margïari. v. intr. Camminar in guazzi. || Esitare: bistentare. (Da margiu).

Margiazzu. pegg. di margiu: paludaccio. || Pozzaccia.

Margiceddu. V. margiteddu.

Margignu. V. margiusu.

Marginali. add. Attinente o posto al margine d’uno scritto: marginale.

Marginatu. add. Che ha margine: marginato. (Mort.).

Marginetta. dim. di margine, cicatrice: marginetta.

Màrgini. s. m. Quello spazio intorno intorno delle pagine che non è scritto: màrgine. || Estremità, limite di una superficie: margine. || Nelle stamperie, que’ regoletti che servon alla divisione delle pagine, e che determinano la larghezza del margine: margine. || Saldatura delle ferite, cicatrice: margine. In questo senso è fem.

Marginuni. accr. di margini.

Margiteddu. dim. di margiu: paludosetto, pozzetta.

Margiu. s. m. Luogo basso ove l’acqua si vada a fermare, e muore: palude, o se meno fondo: stagno, marese. || Luogo qualunque ove si versi e dove vi si fermi acqua: pozza, fràdicio, lavacchio (Rigutini); e se sudicia: pozzànghera. || Acqua che geme, ed è difetto del terreno: acquitrino. (Arab. margion Pasq.).

Margiusu. add. Terreno che fa palude: paludoso, o che fa pantano: pantanoso. || Terra eccessivamente inzuppata dalla pioggia: terra stemperata, terra spolta (Palm. Voc. Met.). || Dove geme acquitrino: acquitrinoso, frigido, quindi non buono pel soverchio umido a dar frutto.

Margu. s. m. L’ingorgare: ingorgo.

Margunata. s. f. Paglia sventolata ed ammonticchiata in sulla sponda dell’aia: vigliuolo, pagliuolo (Palm. Voc. Met.). || – bastarda, paglia mischiata a terra ammonticchiata vicino la sponda dell’aja.

Margunataru. s. m. Chi viglia la paglia nell’aja: vigliatore.

Margunatedda. dim. di margunata.

Marguni. V. maraguni.

Mari. s. m. Le acque salate che circondano la terra: mare. || Per sim. grande abbondanza: mare. || – grossu, gonfio, agitato: mare grosso. E fig. di uno turbato, in collera: mare in burrasca. ||– vecchiu, maretta, residuo di tempesta: mare vecchio. || – funnu, che ha abbastanza fondo per potervi navigare; e fig. che fa le cose di nascosto o di richeto: soppiattone. || in altu mari, lontano dal lito: in alto mare. || essiricci mari mortu, esservi ruggine, mal’umore. || omu di mari, marinaio: uomo di mare.|| pocu mari, mare poco agitato: mare poco. || mari magnu, gran quantità: mare magnum. || iri supra mari, navigare: andar sopra mare. || prumettiri mari (o màrisi) e munti, fig. prometter molte e belle cose: prometter mari e monti. || circari pri mari e pri terra, cercar per tutto. || a mari vaja, parole di detestazione: tolga Dio! || sintirisi supra mari, non aver la mente in calma. || passari lu mari, far viaggio per mare. || carriari acqua a mari, far cosa già fatta, lodar cosa lodata ecc.: aggiunger acqua al mare. || veniri lu mari cu tutti li pisci, venire un grande uragano per terra. || corpu di mari: ondata. || Prov. loda lu mari e teniti a la terra (o a li purrazzi), lodarsi l’utile grande, ma tenersi al sicuro: loda il mare e tienti alla terra. || mari, donna e focu, dacci locu: donna, fuoco e mare fanno l’uomo pericolare, o mare, fuoco e femina, tre male cose. || lu mari jetta fora lu corpu mortu, ciò che si fa, si vien a sapere; il malfatto o presto o tardi si manifesta: non si caca mai sotto la neve, che non si scuopra. || cu’ è a mari navica, e cu’ è a terra giudica, chi è in pericolo si travaglia e chi n’è fuori giudica.

Marìa, s. f. Mare crescente, gonfiato, la corrente del mare: marèa. || Nome proprio con cui si forma il modo viva maria che vale un gran rumore, un baruffio: buggerìo.

Marianeddu. s. m. (Mal.). Chi reca zizzania: mettimale. || Mezzano.

Marianìggiu. s. m. Infingimento, doppiezza: simulazione.

Marianu. s. m. Chi tratta negozio fra una persona e l’altra: mezzano.

Maricagnusu. add. Che ha palude: paludoso. (Fr. marecageux).

Mariceddu. dim. di mari: maricello.

Marina. s. f. Mare, costa di mare: marina. || Campagna vicino al mare: maremma. || Cose di mare o attenente all’arte di mare: marinaresca. || Un quadro, un disegno rappresentante vedute di mare: marina. || marina marina modo avv. lungo la riva del mare: marina marina. || a terra di marina zoccu non ci trovi la matina, trovi la sira, da un momento all’altro si arricchisce di ciò che abbisogna.

Marinara. s. f. Abito che cuopre il busto, senza falde: marinaja.

Marinaredda. dim. di marinara.

Marinareddu. dim. di marinaru: marinaretto, marinarino.

Marinarìa. s. f. Arte di marinaro: marinerìa. || I marinai di una nave: marinaresca. || Corpo o ceto degli uomini di mare. || Moltitudine di naviganti in armata: marinerìa.

Marinariscamenti. avv. Alla foggia dei marinari: marinarescamente.

Marinariscu. add. Di marinajo: marinaresco. || a la marinarisca, conforme all’usanza dei marinai: alla marinaresca.

Marinaru. s. m. Nome generico d’ogni guidator di nave: marinajo, marinaro.|| Ogni persona componente l’equipaggio d’una nave: marinajo. || Per pescatore. || – d’acqua duci, di poco