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MAN — 568 — MAR


Manupizzolu. V. maniscu.

Manuscristi. s. m. T. bot. Pianta creduta afrodisiaca: satirione maschio. Orchis maculata L

Manuscrittu. s. m. Libro scritto a mano: manoscritto. S’usa anche come add., non istampato: manoscritto.

Manutèngulu. s. f. Colui che tien mano ai briganti, ladri, ecc.: manutèngolo (Ugolini).

Manutenzioni. s. f. Mantenimento, cura degli edifici, strade ecc.: manutenzione.

Manutiniri. V. mantiniri.

Manuversu. (An. M.). Colpo dato col braccio all’indietro, schiaffo: manrovescio.

Manuvra. V. manovra.

Manuvrari. v. a. e intr. T. mar. Maneggiar tutti i cordami di un legno per metterlo in modo: manovrare. || fig. Ordir fraudi, intrighi: macchinare. || T. mil. Esercitarsi nell’arme. P. pass. manuvratu: manovrato.

Manùvula. V. manovra.

Manuzza. dim. e vezz. di manu: manina, manuccia, manuzza. || Manico dell’aratro: bure, stiva. || manu manuzzi. V. in manu. || T. ricam. Regoli che servono ad allargare e stringere il telajo: staggi. || Per quel segno che mettesi nelle scritture per segnar il luogo della firma. || Qualunque pezzo o striscia di drappo che si appicca al vestito o altro per comodo. || T. valig. Cordicelle di cuojo che appiccan alla selletta l’attacco del fornimento di cavallo: reggispalla (Car. Voc. Met.). || T. rileg. In pl. quelli fermagli del taccuino dove si ficca il lapis. || Quel legno dentato fatto a guisa di mano, con cui si prende la vinaccia per empire le gabbie: forcone.

Manzizza. s. f. Mansuetudine: mansezza. ||Quietudine: chetezza.

Manzu. s. m. Luogo dove è innestata la pianta: innestatura.

Manzu. add. Dicesi degli animali che si lascian trattare: mansueto, manso (quest’ultima è V. A.). || Familiare, contrario di selvaggio: domestico, dimestico. || Detto di piante non silvestri: domestico. || Mansueto, quieto: buono, cheto. || latru manzu, occulto. || manzu manzu, modo avv., cheto cheto, quatto quatto, o di nascosto: di richeto. Sup. manzissimu.

Manzuefarl, V. ammansari.

Manzuetu. V. mansuetu.

Manzuitutini. V. mansuetutini.

Manzuliddu. add. e dim. di manzu. Alquanto buono, mansueto.

Manzuni. accr. dell’add. manzu.

Mappa. s. f. Carta geografica, topografica: mappa. || Carta dimostrativa di conti, ragioni ecc. || In pl. T. mar. rebbi in cui si divide inferiormente il fusto dell’ancora: braccia.

Mappamunnu. s. m. Carta che rappresenta il mondo in due emisferi: mappamondo. || Scherzosamente per culo: il bel di Roma.

Mappata. V. truscia. || V. pappata.

Mappatedda. dim. di mappata.

Mappina. s. f. Pezzo di tela o panno, con che si leva la polvere o si pulisce l’umido da su checchessia: spolveraccio, cencio. (Lat. mappa: tovaglia, ecc.).

Marabbù. s. m. (An. Cat.) Piuma molle di garza africana, che serve di ornamento: marabù.

Marabbulanu. s. m. Specie di susino di frutte soavi, con semi angolati: mirabolano.

Marabbutarìa, V. bacchittunarìa.

Marabbutazzu. V. bacchittunazzu.

Marabbutiru. s. m. T. mar. Vela che s’adopera co’ venti forti e gagliardi: marabutto.

Marabbutu. s. m. Superstizioso, ipocrita: bacchettone, spigolistro. || Sbarazzino: farabbutto. (Arab. marabid o marabud: eremita o dal Fr. marabout: baggeo).

Marafuli. s. m. pl. Rimasugli del baco da seta: bòzzoli sfarfallati (forse). || Per cajula V.

Maragghiuni. V. margagghiuni.

Maraggiata. V. maretta. (Mal.).

Maragunazzu. accr. di maraguni nel senso met. faccendone, ciaccione.

Maraguneddu. dim. di maraguni.

Maraguni. s. m. T. zool. Sorta di uccello acquatico: marangone, mergo, smergo. || E perciocchè questi uccelli si tuffano nell’acqua a pescare, si dice di quegli uomini che si tuffano a ripescare oggetti sott’acqua: marangone. || met. Chi si dà con gran ressa a far cose anco che non gli appartengano, faccente: faccendone, frucchino, annaspone. || Furbo: dirittone.

Maralatu. V. marabbutu.

Maramma. s. f. Il far muratura, il murare: fabbrica. || S’intendeva per la fabbrica del Duomo e delle mura di Palermo, e in generale edificio, fabbrica: opera. || Prov. ogni pitrudda (o tinta petra) servi a la maramma, ogni cosa serve: non è trista spazzatura, che non s’adopri una volta l’anno; nè sì cattivo paniere, che non s’adopri alla vendemmia. || maramma mmenzu via mastri in quantità, cosa esposta al pubblico ognuno vi trova qualche difetto: chi fa la casa in piazza o l’è troppo alta o troppo bassa. || Per macchina. || Imbarazzo, confusione di cose: arruffìo. (Chi dice che è voce araba. Potrebbe venire dal Gr. μαλαγμα, calce spenta. Ovvero essere storpiatura della voce murami. In ital. ant. vi è mora per monte di sassi, muro; onde Dante: sotto alla guardia della grave mora; e Villani: onde si fece grande mora di sassi; chi sa non vi sia analogia...).

Marammeri. s. m. Colui che ha cura degli edifici ecclesiastici: edile. || Per dammaggeri V.

Marammiari. v. intr. Darsi da fare con opere manuali: affacchinarsi.

Marancìculu. s. m. Uomo frodolento, truffatore: mariolo.

Maranguni. V. maraguni.

Maranzìtuli. V. rizza di mari.

Marascata. s. f. Mare crescente gonfiato: marèa. || met. Avversità. || Trappolerìa.

Maraschinu. s. m. Rosolio con essenza di amarasche: amaraschino, maraschino. || Sorta di tessuto.

Marascia. s. f. Vasetto a guisa d’orcio: orciuolo. || V. carrabba.

Marauni. V. maraguni.

Maravigghia. s. f. Sentimento di chi vede o sente cosa nuova, rara, ecc.: maraviglia, meraviglia. || Cosa maravigliosa: maraviglia. || farisi maravigghia, maravigliarsi: farsi maraviglia. || chi maravigghia cc’è? si dice a chi fa molto caso di cose che a noi non son nuove: che maraviglia, quante meraviglie. ||