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moglio infruttifero: succhione. || Guarnizione, galani nelle maniche, nel quale senso viene dal Fr. manchon. Sup. manciunissimu: ghiottonissimo.

Manciuniari. v. a. e intr. Divorare, mangiar molto e con avidità: scuffionare, sbasoffiare. || Andar attorno ungendo sempre il dente: pizzigottare, boccheggiare, sbatter il dente. || Nel rifl. vale anche: grattarsi. || intr. Prudere, pizzicare. V. manciari al § 4º.

Manciunnidduzzu. dim. di manciuneddu: ghiotterellino.

Mancu. s. m. Mancamento: manco. || a lu mancu o pri lu mancu, modo avv., per lo meno: al manco.

Mancu. avv. Meno: manco. || In senso di nè anche, nemmeno: nemmanco, manco. || mancu mali, meno male: manco male. E prende anco la forza di negativa: no affatto.|| Prov. tantu cchiù mancu semu, megghiu è: meno siam a tavola e più si mangia.

Mancu. add. Sinistro: manco.

Mancuseddu. dim. di mancusu.

Mancusu. add. Che adopera la sinistra: mancino. S’usa anco s. || Detto di contrada volta a tramontana: bacìo, contrario di solatìo. || a la mancusa, posto avv., a mo’ dei mancini. Vale pure: a bacìo.

Mandali. V. naticchia.

Mandari. V. mannari e derivati.

Mandarineddu. dim. di mandarinu.

Mandarinu. add. s. Spezie di arancia indigena della Cina, piccola e di buonissimo odore e sapore: mandarino, arancino della China. E il frutto: arancina della China, arancia manderina. || Dignità nella China: mandarino.

Mandarotu. V. mandraru.

Mandra. s. f. Il luogo dov’è rinchiusa la greggia: mandra, s’intende più numerosa della greggia e dell’armento. || Bestiame minuto, pecore, capre ecc.: greggia, mandra. || Luogo dove si tengono, e dove pasturano le vacche, onde si fa il burro e il cacio: cascina (Perez). || Bestiame grosso e minuto: mandria. || Il gregge pasciuto e custodito: mandria. || Per disprezzo si dice di uomini: mandra, mandria. || Prov. a mandra e marina, vacci matina, alla mandra bisogna andarvi di buon mattino. || cu’ travagghia a mandra mancia ricotta, chi lavora guadagna: chi sta sotto alla piccionaja, casca qualche penna, o chi ci va ci lecca, chi non ci va si secca. || cu’ fa la mandra accantu di li stirrubbi, fa gran perdita di agneddi, chi fa le cose in luoghi inconvenienti ne riporta male.

Mandracchiu. V. zaccanu.

Mandragura. s. f. T. bot. Erba di due spezie, il maschio ha le foglie più lunghe, la femmina più larghe: mandràgola, mandràgora. Atropa mandragora L.

Mandrareddu. dim. di mandraru: mandrialetto.

Mandraru. s. m. Custode della mandria: mandriano, mandriale.

Mandriari. v. a. Ridurre quadrato un pezzo di terra, per invitirlo. || Chiudere in mandra. || Convenire col mandriano di tener altre pecore d’altro padrone nella sua greggia. P. pass. mandriatu, ridotto in quadro. || Chiuso in mandria ecc.

Mandrillu. s. m. T. zool. Scimmia alta quanto un uomo, grigia, brutta, la faccia color cilestre e il naso rosso: mandrillo. Simia mormon L.

Mandriotu. V. prazzamaru.

Mandrunazzu. pegg. di mandruni: poltronaccio, dappochissimo, poltroncione.

Mandruneddu. dim. di mandruni: poltroncello.

Mandruni. s. m. Chi poltrisce: poltrone, biroldone (a Lucca). (Potrebbe venire dallo Sp. mandon: chi comanda con alterigia; poichè chi comanda non lavora e poltrisce. Nell’alta Italia evvi un vocabolo simile: plandron).

Mandruniari. v. intr. Vivere poltronescamente: poltroneggiare.

Mandrununi. accr. di mandruni: poltroncione.

Mandulagrona. V. mandragura.

Manèggiu. V. maniggiu.

Manella. V. manata.

Manera. s. f. Modo, guisa, forma: maniera. || Modo di procedere, tratto, creanza: maniera. || Costume, consuetudine: maniera. || Grandiosità: maniera. || Modo, forma di operare degli artisti: maniera. E di ciò che scostandosi dal vero ritrae più della maniera dello artista: ammanieramento. || Tratto gentile, cortese: maniera. E si dice bona o bella manera: bella maniera. || Ironicamente si dice, chi manera è chista? che maniera è questa? quando ci risentiamo. || di manera cchi, per modo che: di maniera che. || in chi manera? in che modo, per qual ragione: in che maniera? || di tutti maneri, d’ogni sorta: di tutte maniere. Tesoretto (A. V. ital. manera).

Manerista. s. m. Colui tra gli artisti che non imita la natura: manierista.

Manerusu. V. manirusu.

Manetta. s. m. Strumento de’ birri, con cui legano le mani agli arrestati: manette (pl.). || Braccio senza mano: moncherino.

Manfriunazzu. pegg. di manfriuni.

Manfriuneddu. dim. Tombolino.

Manfriuni. add. Detto di ragazzo tarchiato e paffuto: tombolone. || Per manciuni. V.

Manfrunarìa. V. manciunarìa.

Manfruni. V. manfriuni.

Manfrusarìa. s. f. Stranezza, stravaganza di gusto: goffàggine. || La cosa stessa goffa, barocca: goffaggine, ridicolaggine.

Manfrusu. add. Detto di opera strana, ridicola: goffo, barocco. Sup. manfrusissimu: goffissimo.

Manfrusuni. accr. di manfrusu.

Manganareddu. dim. di manganaru.

Manganari. V. manganiari.

Manganaru. s. f. Chi cava la seta da’ bozzoli: fattorino, aspiere.

Manganaturi. s. m. Chi maciulla: maciullatore.

Manganeddu. s. m. Strumento col quale si cava la seta da’ bozzoli: aspo. || Strumento con cui si fila senza fuso a mano la seta o la lana: filatojo. || – pri fari canneddi: incannatojo. || T. magn. Leva o asta di legno, bilicata orizzontalmente in alto, a uso di menar il mantice: menatojo.

Manganiari. v. a. Dirompere il lino o la canapa per nettarla dalla materia legnosa: maciul-