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LOP — 543 — LUC


lunghe diventano serpi. Sup. lunghissimu: lunghissimo.

Loppiu. V. oppiu.

Loquaci. add. Che parla assai e con veemenza: loquace. Sup. loquacissimu: loquacissimo.

Loquacimenti. avv. Con loquacità: loquacemente.

Loquacità. s. f. Qualità d’esser loquace: loquacità.

Loquela. s. f. Facoltà di parlare: loquela.

Lorari. V. lodari.

Lordamenti. avv. Con lordezza: lordamente.

Lordu. add. Sporco, non netto, non pulito: sùdicio. Pieno di sudiciume più materiale, o corpi stranei e d’ingombro: imbrattato. Lordo è più di sudicio, e ha più senso generale e morale. || Si dice anche di conto o peso non netto da tara: lordo. || I contadini lo dicono della biada infesta da mal erba. || poviru si, e lordu pirchì? si può esser poveri per necessità, ma l’esser sudici è colpa. || vucca lorda, che usa cattive parole. || veniri a li lordi: venir alle brutte, venir alle mani, a rissa. Sup. lurdissimu: sudicissimo, lordissimo.

Lòrgiu. Metatesi di rologgiu, o metatesi e protesi di roggiu.

Lotta. s. f. Contrasto di forza e destrezza, fatto corpo a corpo senz’arme: lotta. || Per sim. qualsivoglia combattimento, travaglio: lotta. || V. lutta.

Lottari. V. luttari.

Lotterìa. V. lottu. || Ufficio del lotto: lotteria. || Giuoco poco differente dal lotto: lotterìa. (Ugolini in questo senso dice essere francesismo loterie).

Lottu. s. m. Giuoco immorale e disonesto pel governo che lo tiene, son 90 numeri nell’urna, e ne sortono cinque: lotto.

Lu. art. m. Il, lo. (Nel Boezio di Rinaldo vi è lu per lo).

Lubbirtina. V. cutra.

Lubbricari. v. a. Render lùbrico: lubricare. P. pres. lubbricanti: lubricante. P. pass. lubbricatu: lubricato (Mort.).

Lubbrichizza. s. f. Qualità di ciò che è lubrico: lubrichezza.

Lubbricità. s. f. Lubrichezza: lubricità. || Contrario di stitichezza: lubricità.

Lùbbricu. add. Sdrucciolevole: lùbrico. || Contrario di stitico: lùbrico. || fig. Facile a sdrucciolar nel male: lùbrico.

Luca. s. f. Furia o calca confusa di molti nel prendere: ruffa. || fari luca, quando ognuno si butta con avidità a pigliare e il più che si può in confusione: far a ruffa e raffa, o ruffola e raffola. || Far presa (Lat. lucare: grancire, rapire Pauli).

Lucalazzu. pegg. di lucali: localaccio.

Lucaleddu. dim. di lucali: localetto.

Lucali. V. locali.

Lucanna. s. f. Quella casa che riceve a prezzo i forestieri per dormirvi e mangiarvi: locanda.

Lucanneri. s. m. Chi tiene camere a locanda: locandiere.

Lucari. V. locari e derivati.

Lucariu. (Pasq.) V. locu o locali.

Luccaggini. s. f. Scempiaggine: sciocchezza, scioccheria, scempiaggine, alloccheria.

Luccareddu. dim. di loccu: grullino, scioccherello, grullerello, alquanto scemo.

Lùccari. Nella frase aviri li luccari, aver danaro, esser agiato. Da luccar pecunia che si dava per i giuochi teatrali. Vinci.

Luccarìa. V. luccaggini.

Luccazzu. pegg. di loccu: alloccaccio, babbaccione.

Lucchettu. s. m. Serratura dell’uscio che è una lametta di ferro, che imperniata dall’un capo a una parte della imposta cade sopra un monachetto all’altra imposta: saliscendo, saliscendi. (Fr. loquet).

Lucchiceddu. V. loccareddu.

Lucchignu. add. Che ha dello scemo: merlotto, mogio.

Lucchitteddu. dim. di lucchettu.

Lucchitutini. V. luccaggini.

Luccicari. V. luciri.

Lùcciula. V. cannilicchia di picuraru.

Luccuni. accr. di loccu: alloccone, scioccone, babbione, semplicione.

Lucenti. add. Che luce: lucente.

Lucerna. s. f. Vaso, per lo più di metallo, nel quale si mette olio e lucignolo che si accende per far lume: lucerna. || Finestra sopra tetto per dar lume alle stanze, che si fa con certa alzata di muri: abbaino.

Lucernali. s. m. V. lucerna nel senso di abbaino.

Lucerta. s. f. Piccolo serpentello con quattro gambe, bigio: lucèrtola, lucerta. Lacerta vulgaris L. || V. lucirtuni. || – libbrusa. V. schirpiuni.

Lucertu. s. m. T. macel. Taglio del culaccio, che è più vicino alla coscia: lucèrtolo, scannello.

Luchettu, Luchiceddu. dim. di locu: loghetto. || Piccolo podere: loghicciuolo.

Luci. s. f. La causa del lume, la sostanza, la vibrazione: luce. || dari a la luci, pubblicare: venir in luce. E vale anche: partorire. || Papilla dell’occhio: luce. || – niculiana. T. bot. Nicoliana tabacum L. || T. arch. Il vano di qualunque finestra o porta: luce.

Luci. s. m. Legne o altra materia arsa per riscaldare o cuocere: fuoco.

Lucidamenti. avv. Con lucidezza: lucidamente.

Lucidamentu. s. m. Il lucidare: lucidamento.

Lucidari. v. a. Ricopiare al riscontro della luce, sopra cosa trasparente, disegni o altro: lucidare. P. pass. lucidatu: lucidato.

Lucidizza. s. f. Qualità di ciò che è lucido: lucidezza.

Lùcidu. s. m. La materia che dà il lucido, e l’effetto: lùcido.

Lùcidu. add. Che luce, che ha in sè luce: lùcido. || lucidu intervallu, quello spazio di tempo in cui il pazzo ragiona: lucido intervallo. Sup. lucidissimu: lucidissimo.

Lucìfaru. s. m. Nome del maggior diavolo: lucìfero.

Lucipicuraru. V. cannila di picuraru (Rocca).

Lùciri. v. intr. Mandar luce, meno di splendere: lùcere, rilùcere. || luciri com’un oru o com’un specchiu, essere terso, pulito: rilucere come di argento, lustrare come uno specchio. || luciricci, comparire ben grasso, vederglisi il giovamento: far prò, rilucergli. || E luciricci lu pilu, comparire benestante, esser grasso e