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ammagghittatu, striscia di cuojo o altro con una punta di metallo alla estremità, e serve per allacciare: stringa. || Quel filo di canape o altro attaccato al campanello della porta, acciò chi vuol esser aperto suoni: corda del campanello. E quella sottil fune che attaccata al saliscendi, e che tirata da fuori alza detto saliscendi ed apre la porta: corda. Onde tirari lu lazzu, sonare il campanello, o alzar il saliscendi: tirar la corda (Fanf. Casa Fior.). || – di li capiddi. V. intrizzaturi. || – pri midicari li cavaddi. V. lascia al 3º §. || jittari un corpu di lazzu, buttare una fune o foggia di accappiatojo per afferrare: buttare il laccio, o il lanciatojo. (pl. lazzi e lazza).
Lazzu. (z dolce) s. m. Atto giocoso che muova al riso: lazzo (z dolce).
Lazzuleddu. dim. di lazzolu: laccetto, lacciuoletto.
Leali. V. liali e seguenti.
Lealtà. s. f. Fedeltà, candidezza nel prometter ed osservar la parola: lealtà.
Lebbra. s. f. Spezie di malattia della pelle: lebbra.
Lebbru. s. m. T. zool. Quadrupede piccolo noto, con dita alle zampe: lepre. || sapiri unni cci dormi lu lebbru, sapere il verso, conoscere tutto: vedere dove la lepre giace; star sicuro: tener il capo tra due guanciali. || cuori di lebbru, timido. || lu lebbru assicuta lu cani, quando le cose vanno al rovescio. || pigghiari decozioni di pedi di lebbru, fuggire. || cu’ du’ lebbri voli assicutari, l’una e l’autra veni a perdiri, chi vuol far due cose a un’ora, non ne fa nessuna: chi due lepri caccia, l’una non piglia e l’altra lascia. || è lebbru, ma di vulpi avi tri parti, si dice di chi s’infinge.
Lecca. Nella frase firriari la lecca e la mecca, andare girando per il mondo.
Leccu. s. m. Quel suono con cui si chiamano, o s’incitano a camminare i cavalli o le altre bestie da soma; onde fari lu leccu: dar la voce, sdrisciare. || leccu. V. lecu. Onde fari lu leccu, imitare. || Esca, allettamento, cosa che attrae: lecco.
Lèchiru. add. Scaltro, astuto (Rocca).
Lècitu. V. licitu e derivati.
Lècu. Protesi di ecu. V. Anco i Toscani hanno questa protesi: leco.
Lècuru. s. m. T. zool. Uccello verde e giallo con macchie nere; la femmina è nera nella testa, e bianca sotto la gola; il maschio ha la gola scura: lucherino, lècora. Fringilla spinus L.
Lèfanu. s. m. T. zool. Locusta maschio: lupicante.
Leffa. s. f. Foglia delicata del ciafaglione (Gr. λεφος: velo).
Lega. s. f. Unione con patto fra più individui o stati: lega. || fari lega o essiri di lega, esser d’accordo: essere a una lega. || Unirsi, accompagnarsi anco nelle idee: far lega, accordare. || Misura di tre miglia: lega. || Qualità, mescolanza di metalli secondo diverse proporzioni: lega.
Legaccia. V. ligaccia.
Legali. add. Di o da legge, secondo la legge: legale. || In forma di s. giureconsulto: legale.
Legalità. s. f. Qualità di ciò che è legale: legalità.
Legalizzari. v. a. Render legale, autentico: legalizzare. P. pass. legalizzatu: legalizzato.
Legalizzazzioni. s. f. Il legalizzare: legalizzazione.
Legalmenti. avv. Secondo la legge: legalmente.
Legami. s. m. Cosa con che si lega, ma usato più nel senso fig. legame.
Legari. v. a. Attaccare, unire con laccio, corda, ecc.: legare. || Far legati, cioè lasciti: legare. P. pres. leganti: legante. P. pass. legatu: legato.
Legatàriu. s. m. Quegli in pro di cui è fatto il legato: legatàrio.
Legateddu. V. legatuzzu.
Legatu. s. m. Il lasciato altrui per testamento: legato.
Legatuzzu. dim. di legatu: legatuzzo.
Legazzìa, Legazzioni. s. f. Ambasceria: legazione. || – apostolica, privilegio dei Re di Sicilia di rappresentar da sè il legato papale, ora abolito: legazione apostolica.
Leggenna. V. liggenna e seguenti.
Leggerizza. V. liggirizza.
Leggermenti. avv. Con leggerezza: leggermente.
Leggeru. V. lèggiu. || fig. Volubile: leggiero.
Leggiamenti. V. leggermenti.
Leggibbili. add. Che si può leggere: leggibile.
Leggioni. s. f. Corpo determinato di soldati; gram numero: legione.
Lèggiri. v. a. Scorrere coll’occhio e raccorre coll’occhio le lettere stampate e scritte: lèggere. || leggiri li corna, far un’aspra riprensione: far una spellicciata, spellicciare. || leggiri ’n frunti, conoscer a’ contrassegni: legger in fronte o nel volto. || Prov. ognunu sapi leggiri a lu so libbru, ognuno sa le cose sue: ognuno legge le sue carte. || leggiri currettu, leggere senza incespicare: leggere corrente. P. pass. liggiutu o lettu: letto (A. V. ital. leggiuto).
Lèggiri. s. m. Il leggere, lettura: lèggere. || Pron. cci voli lu leggiri di pasqua, esser lungo stucchevolmente come il passio: esser più lungo del sabato santo.
Leggislativu. add. Aggiunto della potestà di far leggi: legislativo.
Leggislaturi. s. m. Chi fa leggi: legislatore.
Leggislazzioni. s. f. Formazione di leggi: legislazione.
Leggista. s. m. Chi attende allo studio delle leggi: legislatore.
Leggittimari. V. liggitimari e seguenti.
Leggìttimu. V. liggìtimu.
Lèggiu. add. Che non ha molta gravità: leggiero, leggieri. || Snello, veloce: leggiero. || leggiu di panni, vestito d’abiti leggieri: leggiero di panni. || a leggiu, posto avv., leggermente, lievemente. || Per adagio. || jiri a leggiu, andar piano piano: andar adagio. || stari a leggiu: con leggiero desinare. || Detto di terra, vale senza seminata: vota. || Detto di bestia, senza soma: vota. Sup. leggissimu: leggierissimo.
Lèggiu. avv. Leggermente: leggiero.
Leggìu. s. m. Strumento sul quale si sostiene il libro: leggìo.
Lèiri, Lèjiri. V. leggiri (Sp. leer) (A. V. ital. lejere. Vita di Cola di Rienzo).
Lemmu. s. m. Vaso fondo di terra cotta, ad uso