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JUC — 516 — JUN


far a chiapparsi. || – di grossu: giocar buon giuoco, per molta moneta. || – di cuda, di mala fede, di soppiatto. || – chiummusu, chi nello scherzo offende. || – cu du’ baddi, usare doppiezza per conseguire lo scopo. || jucari a guerra finuta, non giocar più della somma proposta. || chi si joca!? specie di esclamazione per dar forza o asserire che una cosa è vera e non è piccola bagattella: che si canzona! che si celia. tu chi jochi? che tu celii, che tu canzoni! || cu’ joca, si vinci, vinci l’infernu, e si perdi, perdi lu paradisu, in ogni modo il giuoco è una cosa cattiva. || jucari, per iscommettere: giocare. || jucarisi li ganghi, operar con calore. || jucarisi tuttu supra ’na carta, mettersi a tutto rischio, rischiar tutto: far del resto, giocar di tutti. || jirisilla jucannu, andar perdendo tempo: gingillarsi, ninnolarsi. || jucarisi ad unu, farne quel che pare e piace: giocarsi una persona. || jucarisi una cosa, farne giuoco: giocarsela. E anco metter checchessia in repentaglio: giocarselo (Giusti). || Vale anche non ci pensar più, perderlo, per e. tu stu paisi ti l’hà jucari, non ci devi venir più, devi abbandonarlo. || nun jucamu canigghia, si fa davvero: non si gioca a crusca, si fa di buono. || jucarisilla, esser due cose pari o simili, o con poca differenza fra loro: darsela p. e. chi è più ricco Luigi o Giovanni, un altro risponde: e’ se la danno. || jucari di gruppa: trar calci, giocar di schiene. || Ecco altro uso, p. e. si chiddu era granni chistu non ci jucava: se quello era grande, questo non canzonava (Guerrazzi). || ma chi jucamu, si dice per dire, che ti par poco, ovvero dici davvero: che si canzona! che si celia! P. pass. jucatu: giocato (A. V. ital. jocare, Jacopone; e giucare. Fanf. note alla Mea).

Jucata. s. f. Il giocare e il giuoco che si fa volta per volta: giocata. || jucata di cuda, frode coperta: coperchiella.

Jucatedda. dim. di jucata: giocatina.

Jucatortu. V. jugu tortu.

Jucaturazzu. pegg. di jucaturi: giocatoraccio (Tomm.).

Jucatureddu. dim. di jucaturi.

Jucaturi –tura. verb. m. Chi o che giuoca: giocatore –trice. || – spizzatu, rotto al vizio del giuoco.

Jucaturuni. accr. di jucaturi: giocatorone.

Jucazzanu. V. juculanu.

Jucazzu. pegg. di jocu: giocaccio (parmi d’uso).

Juchiceddu, Juchittu. dim. di jocu: giochetto, giocolino, giocuccio.

Juculaneddu. dim. di juculanu.

Juculanu. add. Lieto, festevole: giochevole, giocoso. || Amante delle celie, sollazzevole: celione.

Jucuni. accr. di jocu: giocone. Buon giuoco.

Jucusamenti. avv. Da giuoco, per burla, piacevolmente: giocosamente.

Jucusu. V. juculanu.

Judeu. s. m. Chi vive secondo la legge di Mosè: giudeo. || Ostinato, incredulo: giudeo. || aviri lu judeu, essere di cattivo umore.

Judicari. V. giudicari e seguenti.

Jùdici e jùrici. s. m. Chi giudica e chi ne ha autorità: giùdice. || essiri judici e parti, essere giudice in causa propria, per dimostrare la sconvenevolezza di chi si arroga ciò che dovria avere da altri: essere giudice e parte. || parrari quantu un judici poviru, non rifinire di parlare: ciaramellare, aver più parole che un leggìo. || judici diotu, fu un magistrato per le lievi dissensioni della plebe. || lu bon judici duna a tutti audienza, ma a pocu duna cridenza: il buon giudice, spesso udienza, raro credenza. || lu judici giustu, cchiù a la giustizia chi all’omini divi aviri riguardu, se no diventa ingiusto. || lu judici avi ad aviui dui oricchi, ovvero l’oricchi eguali, cioè deve ascoltare le ragioni di entrambo i contendenti. || di judici chi pendi, ingiustizia si nni attendi: da giudice che pende, giustizia invan s’attende (A. V. ital. judice).

Judicissa. f. di judici: giudicessa.

Judiscu. s. m. Parte di carne del manzo, vicino al fianco.

Jughiceddu. dim. di jugu. Vi è gioghetto in italiano, ma si dice di certe parti di travi sporgenti.

Jugu. s. m. Strumento con cui si accoppian i buoi sotto il carro: giogo. || met. Servitù, suggezione: giogo. || Unione maritale: giogo. || T. valig. Quell’arnese imbottito e ferrato che si adatta intorno alla base del collo, contro il petto e le spalle del cavallo da tiro, a cui son affibbiate le tirelle: collare (Car. Voc. Met.). || jugu tortu, si dice ad uomo tristo: mala carne, guidone (A. V. ital. jugo, più vicino al Lat. jugum).

Jùiri. V. chiuiri.

Jumazzu. V. chiumazzu.

Jumenta, s. f. Femmina del cavallo: giumenta, cavalla.

Jumi. V. ciumi.

Jumintarìa. s. f. Branco di giumenti: armento.

Jumintaru. s. m. Chi ha in cura gli armenti di giumenti: bùttero, giumentaro, giumentiere (A. V.).

Jumintazza. pegg. di cavalla: cavallaccia.

Jumintedda. dim. Cavallina, giumenterella.

Juncata. s. f. Latte rappreso, non salato, posto tra giunchi o foglie di felce: giuncata, felciata.

Junchigghia. s. m. T. bot. Pianta che ha le foglie cilindriche, sottili, appuntate; i fiori gialli molto odorosi: giunchiglia. Narcissus junquilla L.

Junchiteddu. V. spichiddi niuri.

Juncimentu. s. m. Il giugnere: giugnimento, giungimento. || Unimento, unione.

Jùnciri. v. intr. Arrivar in un luogo, pervenire: giùngere, giùgnere. || a. junciri unu la tali cosa, arrivarla, esser da tanto da poterla toccare: giungere alcuno la tal cosa. || Congiungere, far uno: unire. E anco: attaccare. || Accrescere, aggiungere: giungere. || Trovare, acchiappare, sorprendere: giungere. || Per mescolare (An. Man.). || quantu junci e... modo di esprimere difficoltà a checchè si vorrebbe o supporrebbe agevole; o viceversa esprime prestezza: s’arriva e... || Detto ass. ha pure senso di unirsi, però con cattivi compagni. || Vale anche metter la frangia a un racconto ecc. Nerucci dice: sopra non ci si rappella, cioè non vi si aggiunge frangia su tal detto ecc. || jùn-