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AGR — 35 — AH


Agrimoniusu. add. Che ha acrimonia: acrimonioso.

Agristatu. add. Che ha agresto: agrestoso, agrestino.

Agristolu. add. dim. Agretto.

Agristumi. s. m. Cose di sapor agro: agrestume.

Agristuni. (Pasq.) accr. di agresta.

Agrizza. s. f. Astratto di agro: agrezza.

Agronomìa. s. f. Teoria dell’agricoltura: agronomia.

Agrònumu. s. m. Intendente d’agronomia: agronomo.

Agru. add. Uno de’ sapori contrarii al dolce, proprio delle frutta acerbe: agro. || E anco aggiunto de’ sapori acri e simili: agro. || farisi agru: farsi brutto, dissentire, soffrire di mala voglia una cosa. || dari una agra e una duci: alternar l’utile e il dilettevole, le carezze e le riprensioni ecc. Sup. agrissimu: agrissimo.

Agru-e-duci. add. T. cuc. Aggiunto di vivanda in cui va contemperato l’agro e il dolce: agro-dolce. || Erba. V. acitusella.

Agruliddu. add. dim. Agretto.

Agrumi. s. m. Termine generale de’ limoni, aranci ecc. agrume. || Vale anco pello stesso luogo ove essi son piantati.

Agrumulu. (Pasq.) V. murtidda.

Agualaggiati. (Salomone Mar. Canti pop. Sic.) add. Pari, degno, agguagliato.

Aguali. Lo stesso che uguali. Anco in italiano si dettero simili idiotismi. (Pucciandone Martelli usò: aguale per uguale).

Aguannu. s. m. Quest’anno. È la voce ital. antica aguale (ora) e anno, quasi agualanno, aguanno e Sacchetti usò aguanno. || pri l’arma d’aguannu: per dinci, per dine, innocente esclamazione pur in bocca degli spacconi.

Agugghia. s. f. T. zool. Sorta di pesce col muso prolungato in punta lunga: aguglia, ago marino. Syngnatus L.

Agugghia. s. f. Sottilissimo strumento per cucire: ago, aguglia. || Per piramide: aguglia. || agugghia dumaschina: ago damaschino, finissimo. || pirtusu o funnu di l’agugghia: cruna. || ’nfilarisi ’nt’on funnu d’agugghia: far l’impossibile, ottener cose che sembran impossibili. || lu cuntu di l’agugghia: la favola dell’uccellino. || cusutu cu l’agugghia caura: cucito colla saliva, che subito si sdrucisce. || àbbitu nisciutu di l’agugghia: nuovissimo, fatto di fresco. || nun capìricci mancu n’agugghia: non ci si butterebbe manco un chicco di panico, detto quando c’è una gran folla. || agugghia di quasetta V. busa. || agugghia a tri carri: quadrello. (An. Cat.)

Agugghiaru. s.m. Chi vende aghi: agorajo.

Agugghiata. s. f. Quantità di refe e simile che s’infila nell’ago per cucire: agata, agugliata, gugliata. || Così dicesi pure lo stimolo pe’ buoi da carro: stimolo, pungolo.

Agugghicedda. dim. di agugghia: aghino (Fanf. Suppl.)

Agugghidda. Lo stesso che agugghicedda.

Agugghiera. s. f. Bocciolo per tenervi gli aghi: agorajo, buzzo. (Sp. agujero).

Agugghi-e-spinguli. s. m. Merciajuolo di aghi, spilli, nastri e simili: spillettajo.

Agugghiola. s. f. Ago grande da far maglie e simili lavori: agucchia, ago da sacchi.

Agugghiola, Spacciatura o Pettini di magara. T. bot. Spillettone, pettine di venere, acicula; pianta, i di cui frutti son simili ad un pettine Scandix pecten L. || agugghiola cu fogghi tunni: crisettina o crisellina selvaggia Geranium Rotundi-folium L.

Agùmara. (Scob.) V. imbriacula.

Agumentari. V. aumentari e derivati. In ital. evvi augumentare ma raro.

Agumidda. V. camumidda.

Agunìa, s. f. Quel dolore foriere della morte: agonìa.

Agunizzari. v. intr. ass. Esser in agonia: agonizzare. P. pres. agunizzanti: agonizzante.

Agurari, Aggurari e Augurari. v. a. Desiderar bene ad altrui: augurare. || appropr. Aspettarsi, desiderarsi: augurarsi. P. pass. auguratu: augurato.

Aguraturi –tura. verb. Chi o che augura: auguratore –trice.

Agurazioni e Augurazioni. s. f. L’augurare: augurazione.

Agureri e Aggureri. s. m. Auguratore: àugure.

Agùriu, Aggùriu e Augùriu. s. m. Ogni segno, indizio o presagio di cosa futura: augurio. || Talora per ventura: augurio.

Aguriuseddu. add. dim. Alquanto augurioso.

Aguriusu. add. Che ha augurio: augurioso. Sup. aguriusissimu: auguriosissimo.

Aguriusuni. add. accr. Di molto augurioso.

Agurnu o Agurru. (Pasq.) s. m. T. bot. Pianta che vegeta lungo torrenti: alno, ontano.

Agurusamenti. avv. Augurosamente.

Agustari. v. a. Sentir il gusto di una cosa: aggustare, gustare. || Por mente, star a vedere || agustativillu ch’è graziusu! guarda bellino! ve’ ch’è bizzarro || agustatillu! state a vedere! modi ironici detti per istizza a chi fa cose che ci dispiacciano. || Rifl. Dilettarsi, godersi una cosa con gusto: coccolarsela.

Agustinu. add. Che è nato d’agosto; per lo più detto di animali irragionevoli: agostino. || Anco detto di frutte: agostino. || sant’agustinu. T. tip. Sorta di caratter minore del testo: silvio.

Agustu. s. m. L’ottavo mese dell’anno: agosto. || prov. agustu e rigustu è capu d’invernu: agosto e settembre è principio d’inverno, segnan il finir dell’estate e l’avvicinarsi delle procelle autunnali. || ’ntr’agustu si vidi cui havi boni agneddi: a carneval si conosce chi ha gallina grossa, a suo tempo si pare chi ha del bene. || agustu cucina e settembri minestra: uno semina e un altro raccoglie. || fari agustu: dissipare ogni cosa, particolarmente le suppellettili: mandar a male. || l’acqua d’agustu fa ogghiu meli e mustu: quando piove d’agosto piove miele, piove mosto. || risparmiami d’agustu, ca in ottubbri ti dugnu gustu, così dice il bove, risparmiami in agosto che ti servirò bene in ottobre.

Aguzzari. v. a. Render più sottile: aguzzare. || Met. aguzzari lu ciriveddu: aguzzar l’ingegno.

Aguzzinu. s. m. Preposto a custodia di prigioni, od usciere di tribunali: aguzzino. || Ora si dice a chi in sua carica fa soprusi.

Ah, Ahi! Esclamazione che s’usa per diversi affetti: ah, ahi. In senso di dolore, di svillaneggiamento, di preghiera, di rimprovero, di minaccia, di sospiro, di maraviglia, d’incitazione