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GRA — 449 — GRE


Gravusamenti. avv. Gravemente, acerbamente, severamente: gravosamente.

Gravusazzu. add. pegg. Molto grave: gravaccio.

Gravuseddu. dim. Alquanto grave: gravosino (Tomm.), gravetto, gravicciuolo (quest’ultima voce è poco d’uso). || Alquanto pesante.

Gravusità, Gravusitati. s. f. Qualità di ciò che è gravoso: gravosità.

Gravusizza. V. pisantizza.

Gravusu. add. Che ha gravezza, grave: gravoso. || Pesante. || Nojoso: gravoso. || Pungente, aspro: grave. || terra gravusa. V. margiusu. || Si dice anco di chi nello scherzo non sa comportarsi con gentilezza: villano. Sup. gravusissimu: gravosissimo.

Gravusuliddu. V. gravuseddu.

Gràzzia. s. f. Bellezza, avvenenza di checchessia che alletta ad amare: gràzia. || Benevolenza, del superiore all’inferiore, favore: grazia. || faricci la grazzia, assolvere: far grazia. || Lo ajuto soprannaturale che Dio dà agli uomini: grazia. || stari o essiri ’n grazzia d’unu, goderne la benevolenza: esser in grazia d’alcuno, aver grazia d’alcuno, esser bene della grazia d’alcuno. || vinirisinni cu la grazzia fatta, trovar disposti tutti in suo favore: trovar grazia presso... || fari grazzii, concederle: far grazia. || mettiri ’n grazzia, far acquistar la benevolenza: metter in grazia. || di grazzia, deh, per favore, è formola pregativa: di grazia. || dari grazzia a ’na cosa, darle garbo, avvertenza: dar grazia. || grazzia di Diu, abbondanza di cose mangerecce: grazia di Dio. (Car. Voc. Met.). || ’n grazzii a Diu o grazzia a Diu, modo di dire come per grazia di Dio: grazie a Dio. || Formola di ringraziare, grazzii, tanti grazzii: grazie, tante grazie, grazie tante. || la bona grazzia, la mancia o un di più che si dia oltre il contratto: la buona grazia. || corpu di grazzia, ultimo colpo con cui si finisca o si compia la rovina o altro di checchessia: colpi di grazia. || Prov. grazzii inaspettati su’ cchiù grati, è chiaro. || grazzia stintata nun è grata: dono molto aspettato è venduto e non donato. || cu’ litigannu cerca grazzia, mali va la sua causa, poichè chi ha ragioni non patisce misericordia e grazia. || pigghiari ’n grazzia, assolvere: graziare. || fari la grazzia di Papa Janni, chi paga d’ingratitudine: fate del bene al villano, dirà che gli fate del male.

Grazziana. add. di fico. V. incurunata al 2º §.

Grazziazza. pegg. di grazia: graziaccia.

Graziedda, Grazzietta. dim. Grazietta.

Grazziola. s. f. T. bot. Pianta comune. Gratiola officinalis L.

Grazziusàggini. s. f. V. grazziusarìa. || Graziosità: graziosaggine (Mea del Lori).

Grazziusamenti. avv. Con grazia: graziosamente.

Grazziusarìa. s. f. Ironicamente: moine, graziosità.

Grazziuseddu, Grazziusicchiu. dim. di grazziusu: graziosetto, graziosino.

Grazziusissimamenti. avv. sup. Graziosissimamente.

Grazziusità, Grazziusitati. s. f. Gentilezza, avvenenza: graziosità, e ant. graziositade, graziositate. || Più sovente si dice per ironia o per celia di certe maniere ed atti leziosi: graziosità.

Grazziusu. add. Che ha grazia: grazioso. || Favorevole, benigno: grazioso. || Grato, gradito: grazioso. || Lepido, giocondo: allegro, grazioso. || E l’usiamo per bello. || Ironicamente: bellino! bonino! Onde vidi ch’è grazziusu! per dire guarda come è cattivo, o per esclamazione di stizza, ecc.: guarda bellino! (si fa elissi di com’è). || fari lu grazziusu: far del vezzoso. Sup. grazziusissimu: graziosissimo.

Grazziusuni. accr. di grazziusu: di molto grazioso. || Lepidissimo.

Greca. s. f. Spezie di uva: greca. || La greca bianca si dice anche: trebiano di Spagna, e la nera: leàtico. || Maniera particolare di ricamo: greca. || Prov. nun si po’ aviri greca e cappucciu, non si possono aver due cose: non si può bere e zufolare.

Grecilivanti. s. m. pl. Nome di spauracchio pe’ bambini. E credo sia dalla tradizione de’ levantini che prima venivano qui a fare scorrerie: befana, uomo nero.

Grecu. s. m. Di Grecia: greco. || Vento che soffia tra levante tramontana: greco. || a la greca, a mo’ de’ greci: alla greca. || a la greca gricaria, posto avv., patto ne’ contratti dotali, per cui il marito resta padrone della dote appena nata la prole. || grecu e livanti, vento che spira tra Greco e Levante: greco levante. || Prov. dissi lu grecu a lu livanti, si peju nun cc’è chistu ’un è nenti, quando non v’è peggio, il male può chiamarsi poco. || Vino di greca: greco. || jiri ’n grecu, detto di salute: peggiorare. || Detto di altre faccende, uscire dal retto: cavillare, stravoltare.

Gredu. s. m. Gradimento, Grazia, piacere. Onde, aviri a gredu: aver a grado, gradire.

Greggi. s. m. Quantità di capre, pecore e simili, riunite: greggia s. f. (più comune nel proprio), gregge (s. m. più comune nel senso figurato).

Gregna. s. f. Fascio di biade secche che si fa unendo più mannelli: covone (Pal. nota anco la voce gregna). || fari li gregni: accovonare. || mettiri li gregni ’ntr’all’aria: inajare. || Per grigna V.

Gregnari. V. aggrignari.

Gregnïari. v. a. Unir i mannelli in covoni: accovonare, ammannare.

Greja. s. f. Greggia di porci: greggia. || met. Per disprezzo a ogni moltitudine o turba di persone: fitta, gregge.

Gresta. Aferesi di agresta. V. || V. grasta. (Pasq.). || farigresti, fig. romper l’amicizia con alcuno.

Grèvia. s. f. Maltalento, sdegno, pianti capricciosi de’ bambini: bizza, bizzaccia. || Mal’umore. || Segno di cruccio: broncio. || aviri o pigghiari la grevia, essere in mal’umore, in bizza: imbizzire. imbronciare. || essiri ’n grevia: esser imbronzito.

Grèviu. add. Senza sapor di sale: sciocco. || Senza sapore alcuno: scipito. || Senza grazia, nojoso: svenevole. sgraziato. E v’era greve in italiano in senso di fastidioso. || Detto di cosa sciocca: insìpido, freddo. || Che dice freddure, motti scipiti e crede avere spirito: insulso, freddurajo. || E diciam anche greviu quantu la pagghia longa: più scipito della biètola. || Che non ha