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GLO | — 442 — | GNU |
pasciuto vivere a ufo, che però colla soppressione de’ Conventi è lor venuto meno. || viviri macari supra lu gloria patri, si dice a’ beoni che ad ogni briciolo di cibo vi bevon su. || gloria patri si chinaman pure quelle pallottoline più grosse che sono nella corona del rosario: paternostri.
Gloriàrisi. v. rifl. a. Prender gloria di sè e dei suoi fatti: gloriarsi. P. pass. gloriatu: gloriato.
Gloriazioni. (Pasq.) s. f. Il gloriarsi: gloriazione (voce poco usata).
Glorietta. dim. di gloria: gloriuzza.
Glorificamentu. s. m. Glorificazione: glorificamento.
Glorificari. v. a. Dar gloria, chiamar alla eterna gloria: glorificare. P. pres. glorificanti: glorificante. P. pass. glorificatu: glorificato.
Glorificaturi. verb. m. Chi o che glorifica: glorificatore.
Glorificazioni. s. f. Il glorificare: glorificazione.
Gloriusu. V. gluriusu.
Glubbiceddu. dim. di globbu: globetto, globettino.
Glubbu. V. clubbu.
Glubbusità. s. f. Rotondezza: globosità.
Glubbusu. add. Sferico: globoso.
Gluriàrisi. V. gloriarisi.
Gluriedda, V. glorietta.
Gluriusamenti. avv. Con gloria: gloriosamente.
Gluriuseddu. add. dim. di gluriusu: gloriosetto.
Gluriusissimamenti. avv. sup. Gloriosissimamente.
Gluriusu. add. Pien di gloria: glorioso. || Giubilante, giocoso: glorioso. || Che apporta gloria: glorioso. || In pl. e sost. chiamano anche i maccheroni. || gluriusu e triunfanti, si dice di uno sfacciato, p. e.: è tornato in prigione glorioso e trionfante. Sup. gluriusissimu: gloriosissimo.
Gluriuzza. dim. e vilif. di gloria: gloriuzza.
Gn. Spesso si sostituisce alla j, come nell’esempio ogni gnornu per ogni jornu. Specialmente quando la parola che comincia per j sta preceduta dalla preposizione in. V. j.
Gna. Sconciatura di signura, e lo dicon i contadini alle donne loro.
Gnàcchiti. Modo basso o fanciullesco con cui si nega e si sberta.
Gnaccu. V. chiaccu (Rocca).
Gnàchiti. V. gnàcchiti.
Gnacubbatu. add. A guisa di gufo (jacobbu V.).
Gnafàliu. V. curuna di monacu, erba.
Gnanatu. add. Che ha temenza, peritanza: timidoso, peritoso.
Gnappa. V. norma.
Gnàppiti. Nella frase: vèniri gnappiti gnappiti, venire con lentezza: venir lemme lemme (Pasq. dal Lat. gnaviter: posatamente).
Gnardinari. V. ingiardinari.
Gnau. Voce del gatto: gnao, gnau. || gnau babbau, voce finta per indicar paesi chimerici e di scimuniti: goga magoga.
allegru (Rocca).
. V.Gnefa, Gnefu. s. m. o f. Uomo da nulla, non buono a una cosa: sbercia, bietolone.
Gnegnu. V. incegnu (Rocca).
Gnestra. Parola composta quasi dire in estro, e ai dice della femina: in amore.
Gneu. v. agneddu. A Nicosia.
Gnignalì. s. m. L’animale formato nel ventre della madre: feto; ma s’usa per le bestie vaccine (Sp. ninalo: feto di vacca).
Gnignarìa. s. f. Cianciafruscola, cosa di poco valore: ciammengola (Sp. nineria: bagattella).
Gnignu. add. Crespo, inanellato, si dice de’ capelli: riccio. || Chi ha i capelli ricci: riccio, ricciuto, riccioluto. || In pl. per gnìgnuli. V. || Per agnellino o anco per bambino (Sp. nino). || Prov. cui cu gnigni si curcau, cacatu si livau: chi s’impaccia colle frasche, la minestra sa di fumo. || Per incegnu. V. || E in quel di Noto sta per gigghiu. V.
Gnìgnuli. s. m. pl. Ciocche di capelli ricci: riccio, ricciolo.
Gnignuliari. v. intr. Far carezze, moine: vezzeggiare (Sp. ninear: pargoleggiare). || T. agr. Toglier dal ceppo della vite il fracido e le frasche; levar il seccajone. P. pass. gnignuliatu: vezzeggiato.
Gnignuliaturi. s. m. Strumento per torre il seccajone alle viti: pennato.
Gnignuliddi. dim. di gnignuli: ricciolini.
Gnìgnulu. sing. di gnìgnuli. V. || Per gnignu. V. il 4º §.
Gnignulutu. V. gnignu.
Gnilari. V. gelari. E corrisponderebbe all’ital. ingelare.
Gnimmiddari. v. intr. Usato in poche dizioni, come gnimmeddati cca: vien qui.
Gninucchiari. V. agginucchiari.
Gnirari. V. adirari.
Gnirri. V. ’nghirri.
Gnissamentu. s. m. L’ingessare: ingessamento non è ne’ Vocabolari ital. V. gnissatura.
Gnissari. v. a. Impiastrar con gesso: ingessare. P. pass. gnissatu: ingessato.
Gnissatu. V. gnissamentu.
Gnissatura. s. f. Lo ingessare qualche cosa in un muro o che: ingessatura.
Gnissaturi. verb. m. Quegli che ingessa.
Gnittari. V. jittari. || gnittari la quasetta: avviare la calza, cominciarla e darle forma.
Gnittatina. s. f. Lo avviare e si dice delle calze e lavori simili: avviatura.
Gnoccu, Gnòcculu. s. m. Spezie di pasta a morselletti: gnocco. || met. Si dice ad uomo goffo: gnocco. || Lezî, moine, atti smancerosi: dàddoli, fichi. || Così chiaman alcuni le fave bollite. || Ciocca di capelli pendenti dalle tempia: cerfuglio, cernecchio.
Gnocu. V. jocu. E così tutte le voci che cominciano da j le quali precedute dalla n dànno questo suono.
Gnognò. s. m. Canto del verdone, ossa certo verso nel suo canto: gnògnolo (a Firenze).
Gnognu. add. Che non sa, ignorante: gnorri. || Astuto che fa le cose e mostra di non saperle: fagnone. || fari lu gnognu, fingere di non sapere: far il gnorri, far il nesci. || Tumore nella gola proveniente da ingorgo alle glandule: gonga.
Gnu. Accorciatura di signuri: gnor.
Gnucchïari. V. agginucchiari.
Gnucchiaturi. s. m. Agnese per inginocchiarvisi: inginocchiatojo.
Gnucchitteddu. dim. di gnucchittu: gnocchettino (Tomm.).
Gnucchittu. dim. di gnòcculu: gnocchetto (Tomm.).