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GIU — 441 — GLO


lu giustu pri lu piccaturi, anco questa è giustizia divina, siccome dicon i preti; non crederei giammai un Dio così ingiusto: patisce il giusto per il peccatore.

Giustu. add. Che non si parte da’ precetti della ragione, diritto, leale: giusto. || T. teolog. Chi ha grazia santificante: giusto. || Quel che è di grandezza o di quantità ben proporzionata, nè troppo grande nè troppo piccolo, secondo l’uso cui è destinato, o che torna per l’appunto: giusto. || Esatto, puntuale: giusto. || campari giustu giustu, non aver da sprecare, anzi aver da desiderare: star ritto per l’appunto, viver a stecchetto. || è giustu, si dice come per affermazione di ciò che altri dice: è giusta. E interrogativamente: è giustu? si dice quando si vuol l’altrui approvazione: dico bene? va bene? ne convieni? || Solo, soltanto. || Per modo d’indirizzar il discorso si dice: giustu...: giusto... || giustu! modo ironico di disapprovazione: giusto! || dirla giusta, dirla schiettamente come sta: dirla giusta.

Giustu. avv. Appunto, esattamente: giusto. || S’usa in certi modi come p. e. uno casca da cavallo e per coprir la sua vergogna dice: giustu vulia scinniri: giusto volevo scendere; e in molti altri casi in cui si mostra o indifferenza, o come un riempitivo p. e. giustu ddà: giusto là, proprio là. || giustu giustu: per l’appunto; e vale anche: a gran pena. || arrivari giustu, vale anche star lì lì per morire. || giustu giustu si usa variamente per dire: per un caso, nel mentre, in quello, in sul punto, giusto... || E quando accenna contraddizione alla volontà o desiderio altrui: giusto giusto. || E per quasi quasi: giusto giusto, come l’esempio di Tomm.: al sentir esclamar sempre contra i preti, e’ par giusto giusto che non ce ne sia punto de’ buoni. || E per precisamente, appunto appunto. || giustu giustu tantu havi ad essiri: giusto..., per forza..., proprio... || Per: fortunatamente, giusto...

Giustu. prep. Secondo, conforme: giusta, giusto.

Giustuliddu. dim. di giustu.

Giustulisa. V. giustalisa.

Giuvamentu. s. m. Il giovare: giovamento.

Giùvani. V. giuvini (Pitrè).

Giuvanili. add. Da giovane: giovanile.

Giuvari. v. a. Dar aiuto, far pro: giovare. || giuvarisi d’una cosa, servirsene: giovarsi d’una cosa. || pocu sa cui non giuva a se stissu, perchè l’uomo di tutto impara giovar a sè. P. pass. giuvatu: giovato.

Giuvèvuli. add. Che giova: giovèvole.

Giuviali. V. gioviali.

Giùvina. f. di giuvini. V.

Giuvinastru. s. m. Giovinaccio di mali costumi: giovanastro.

Giuvinazzu. pegg. di giuvini: giovinazzo. Più spesso l’usiamo come accr. cioè giovane di buona statura, o vigorosa: giovanone. || E vale anche uomo quasi uscito da giovanezza.

Giuvineddu. dim. di giuvini: giovinetto, giovinello (Cino da Pistoja).

Giuvinettu. dim. Giovanetto, giovinetto.

Giùvini. s. m. pl. anco giuvina. chi è nella età che segue all’adolescenza: giòvane, giòvine. L’infanzia è l’età finchè l’uomo comincia a parlare, segue la puerizia che dura fin a’ dodici anni, indi l’adolescenza che è il primo stadio della giovanezza. || Quegli che va con altri per lavorare: garzone. || Quella persona che tengon i banchieri o i legali perchè lor dia mano ne’ loro negozî: giovane. || giuvina di mudista, quelle ragazze che aiutano la modista e imparano l’arte: crestaina, fattora, fattorina. || Per picciottu di putìa. V. || mittirisi o jiri a giuvini, acconciarsi come garzone presso alcuno: aggarzonarsi (Fanf. Voc. d. u. Tosc.), mettersi per garzone. || Prov. giuvini è cui è sanu: giovane è chi è sano. || giuvini oziusu vecchiu bisugnusu, chi non lavora da giovane, non si serba nulla per la vecchiaja: giovane ozioso vecchio bisognoso.

Giùvini. add. Che è in giovanezza: giòvane, giòvine. || giuvini d’anni e vecchiu di sennu, si dice in lode di giovane sennato. Sup. giuvinissimu: giovanissimo.

Giuviniscu. add. Da giovane: giovanesco.

Giuvinottu. dim. Giovinetto. In ital. giovinotto è quasi accr. di giuvini, esprime maggior vigoria e robustezza, come pure più fresca età.

Giuvintù, Giuvintuti. V. gioventù (Dante usò: gioventute).

Giuvinuni. accr. di giuvini: giovanone.

Giuvinutteddu. dim. di giuvinottu: giovanettino.

Giuvittu. V. giuittu.

Givacari. (Verdone) V. sdivacari.

Givili. (Pasq.) add. Debole. Forse da civile, coll’idea che que’ della classe civile siano meno robusti di quelli della classe operaja che versa in lavori materiali.

Gladiaturi. s. m. Colui che combatteva di gladio nei pubblici spettacoli: gladiatore.

Gladiolu. V. spatulidda.

Glàndula. V. grannula.

Glara. V. agghiara.

Glassa. s. f. Quell’umido che fa la carne cocendo a stracotto. V. agglassari.

Glassè. Si dice di certa stoffa quando è resa liscia, come il grò (V.): lustrino rasato (F. glacé, liscio).

Globbu. s. m. Corpo in figura di sfera: globo. || La terra: globo.

Glòria. s. f. Alta e perenne fama e onore: glòria. || Secondo le credenze, la sede delle anime beate e anco la vita eterna: gloria. || carti di gloria, quelle che stanno sull’altare, perchè il sacerdote legga senza svolgere il messale. || Per lodi. || jirisinni ’n gloria, giubilare: andar in gloria. E andar in estasi dal piacere: andar in visibìlio, in gloria (Pauli). || Pittura rappresentante angeli e santi in cielo: gloria. || Quel punto della messa dove dicesi l’inno degli angeli: gloria. || a gloria, posto avv.: in gloria. E ironic, vale anche: a cagione.. || cu’ havi cara la gloria, disprezza lu so’ corpu: chi ha cara la gloria, il corpo ha vile.

Gloriapatri. s. m. Orazione o giaculatoria a Dio: gloria. || stari quantu un gloria patri, far prestamente una cosa: star quanto un lampo. || veniri ’na cosa di gloria patri, inaspettata. E robba di gloria patri o vinuta di lu gloria patri, vale senza fatica, senza spesa: a ufo; presa l’idea da coloro i quali per via di avi, pater e gloria scroccavan al secolo un ben