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GAT | — 430 — | GEN |
bia il poter di soprastare, chi incute. || V. in abballari un prov. || stari comu la gatta cu lu culu arsu, preso da paura per errore commesso. || a la gatta chi licca lu spitu, nun ci dari carni salata, a cui piace una cosa non gliela affidare: al gatto che lecca spiedo non gli fidare arrosto. || chi curpa la gatta si la massara è matta? quando una cosa è mal custodita, non è tutta la colpa di chi la piglia: che colpa n’ha la gatta se la massaja è matta. Che diciamo pure: li cani e li gatti disianu li servi matti. || pigghiari ’na gatta, ubbriacarsi. || a li gatti cchiù chi l’allisci, cchiù la cuda cci crisci, a certa gente più fate bene, più male vi vogliono: quanto più si frega la schiena al gatto, più rizza la coda. || gattu gattu, posto avv., pian piano, nascostamente: quatto quatto. || gattu, lo dicono anco a un bicchiere di corno. || – ciminedu,V. cimineddu. || – sarvaggiu: gatto salvaggio. Felis catus ferus L. || fari la gatta ’mpisa, far il bacchettone. || gatta cinniredda. V. cinniredda. || Per attu. V. || Prov. tantu va la gatta a la saimi ’nfina chi cci lassa la granfa: tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino. || a gattu vecchiu, surci tinnireddu, l’astuto cerca il balordo: a gatto vecchio, sorcio tenerello. || fari comu la gatta chi quannu accarizza sgranfugna, dicesi di certuni che anco nel credere di far bene fan del male.
Gattuffu. V. gattaruneddu.
Gattugghiari. V. gattigghiari.
Gattumammuni. s. m. T. zool. Specie di scimia che ha coda: gattomammone. Simia sylvanus L., Cercopithecus L.
Gattunazzu. pegg. di gattuni: mensolaccia.
Gattuneddu. dim. di gattuni: mensoletta, mensolina. || Per arpione.
Gattuni. accr. di gattu: gattone. || s. m. Mensola che si pone a sostegno sotto i capi delle travi, sotto i terrazzini, ballatoj e altri sporti: beccatello.
Gattupardu. s. m. T. zool. Fiera dell’Africa, con manto picchiettato di macchie nere: gattopardo. Catus pardus L.
Gattuzzu. V. gattaredda.
Gau. V. gaddu. Così a Nicosia.
Gaudibbìlia. V. godibbìlia.
Gaudiri. V. gòdiri.
Gàudiu. s. m. Allegrezza interiore, placida e secondo ragione ed ha senso quasi religioso: gàudio. || Prov. gaudiu d’un’ura e trivulu d’un annu, un po’ di contento si sconta col rovescio: per un dì di gioja, se n’ha mille di noja. || gaudiu di ruga e trivulu di casa, quando nelle feste pubbliche alcuno spende tanto da patirne poi a casa.
Gaudiusu. add. Pien di gaudio: gaudioso. || misteri gaudiusi, dove si rammentino le allegrezze di Maria: misteri gaudiosi.
Gàuju. V. gàudiu,
Gàutu. V. àutu.
Gàvita. s. f. Specie di volta: tetto o volto a padiglione, che noi diciamo anco: a testa di gavita. || Vassojo da portar calcina, a sponde basse: giornello. || (Scob.) Per cantaru. V.
Gavitamentu. s. m. V. rispàrmiu.
Gavitari. v. intr. Astenersi dalle spese soverchie: risparmiare. || Custodir l’erba di pastura per migliori usi. P. pass. gavitatu: risparmiato.
Gàvitu. s. m. Erba custodita per pastura.
Gàviu. V. cirrùviu (Veneziano e Muse Sic.).
Gaviuni. V. godibbìlia (Pasq.).
Gavòttula. V. picciotta. Ed è per sim. siccome anco in ital. gavotta è una gallinella.
Gazza. V. carcarazza. || Sorta di trina: garza, bigherino.
Gazzana. V. gasena.
Gazzara. s. f. Strepito di molti spari: gazzarra. L’usò anche Atanasio Da Aci.
Gazzelu. s. m. T. zool. Quadrupede quanto una capra, di color falbo, e leggiero al corso; ha le corna a forma di lesina, curvate e rugose: gazzella.
Gazzetta. s. f. Foglio di stampa periodico contenente le notizie politiche, letterarie, ecc.: gazzetta.
Gazzittanti. add. Chi si diletta di gazzette. || Chi scrive gazzette: gazzettante.
Gazzittedda. dim. di gazzetta: gazzettino.
Gazzitteri. s. m. Colui che scrive le gazzette e anco chi le dispensa: gazzettiere.
Gazzittina. dim. di gazzetta: gazzettino.
Gazzittuna. accr. di gazzetta
Gazzu. add. Di corta vista: balusante, losco. || Aggiunto di colore di occhio cilestre: gazzerino.
Gazzusa. s. f. Bevanda spumante nota: gazosa.
Gèbbia. s. f. Ricetto d’acqua murato: vivajo. || Vasca quadrangolare talora tutta di pietra per isciaguattarvi erbaggi o altro: truògolo (Arab. gebbe: gorgo).
Gedischia. s. f. T. bot. Pianta spinosa. Gleditschia triacanthas L.
Gelamentu. s. m. Il gelare: gelamento.
Gelanti. V. giganti. Così nel Messinese.
Gelari. v. intr. Divenir freddo, farsi gelo: gelare. || v. a. Far divenir gelo: gelare. || Impaurirsi: gelarsi il sangue. P. pass. gelatu: gelato. || Impaurito: gelato.
Gelatina. s. f. Vivanda di brodo rappreso, dove siano stati cotti piedi, capo, cotenne o altre simili cose viscose: gelatina.
Gelatissimu. sup. dell’add. gelatu: gelatissimo.
Gelatu. s. m. Liquore o sugo di frutte congelato che serve per rinfresco: gelato.
Gelidizza. s. f. Qualità di ciò che è gelido: gelidezza.
Gèlidu. add. Che ha o induce gelo, indica lo stato, mentre il P. gelato denota il passaggio: gèlido. Sup. gelidissimu: gelidissimo.
Gelsiminu, Gelsuminu. V. gesuminu
Gelu. s. m. Eccesso di freddo: gelo. || Acqua congelata dal freddo: ghiaccio, gelo. || Qualunque cosa congelata a guisa di gelatina: congelazione.
Gemellu. s. m. Chi è nato insieme con altro a un parto: gemello. || add. Che è doppio: gemello.
Gèmitu. s. m. Pianto: gèmito.
Gemma. s. f. Nome di tutte le pietre preziose in generale: gemma.
Gemmatu. add. Pieno di gemme: gemmato.
Gendarmi. s. m. Soldato che fa il servizio di polizia, oggi detto carabiniere: gendarme, giandarme.
Genealoggìa. s. f. Discorso d’origine e discen-