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GAS — 429 — GAT


Gaspu. s. m. Tutti que’ raspi e vinacciuoli ammonticellati nel tino o altrove, e calcati in modo che ne coli giù il mosto: vinacce. Pare corruzione di raspo.

Gassa. s. f. Apertura più o meno larga, e per solito ferite nel corpo animale prodotte da percossa o altro: squarciatura. || T. pesc. Una delle quattro estremità superiori del rettangolo formato dalla tonnara. || T. mar. Maniglia o cappio fatto alla estremità di un cavo ripiegato su di sè, onde poterlo prontamente incocciare senza dar volta: gassa, gassa di bozzello, di paranco, del timone, ecc. (Car. Voc. Met.).

Gassella. V. garsella.

Gassi. V. gas.

Gassina. s. f. Piccola stuoja di giunco marino che si pone alle finestre per riparare il sole: stoino. || Quella da tener sotto i piedi fatta pure di giunco: stoina, stoino. || E in generale, tessuto di giunchi, di sala, o di canne per vari usi: stuoja, stoja.

Gassinaru. s. m. Chi fa stuoje: stuojajo (a Firenze).

Gassinedda. dim. Stoina, stoino.

Gassinuni. accr. di gassina.

Gassira. V. gassina.

Gassoliu. s. m. T. min. Sorta di olio minerale che vien dall’America: petrolio, gas-olio.

Gastema, Gastima. s. f. L’imprecare: imprecazione. || Prov. li gastimi su’ di canigghia, cu’ li jetta si li pigghia, l’imprecazione cade sul capo all’imprecatore: chi vuol male, male il colga, o le bestemmie fanno come le processioni, cioè ritornano da dov’elle escono (forse dall’A. V. ital. biastema.).

Gastimari. v. intr. Desiderare o pregar male contra checchessia: imprecare, maledire.

Gastimatu. add. da gastimari: imprecato. || Maledetto.

Gastimaturazzu. pegg. di gastimaturi.

Gastimaturi –tura. verb. Chi o che impreca: imprecatore –trice.

Gastricìsimu. s. m. T. med. Nome generico collettivo delle affezioni gastriche: gastricismo.

Gàstricu. add. Appartenente allo stomaco: gàstrico. || V. frevi gastrica.

Gastu. V. ’ngastu.

Gatta. s. f. di gatto: gatta. || V. in gattu i prov.

Gattafura. (Auria e Mal.) s. f. Spezie di torta alla genovese: gattafora.

Gattalora, Gattaloru. s. m. e f. Buco da basso nella imposta dell’uscio, acciocchè i gatti vi passino: gattajola, gattajuola.

Gattalureddu. dim. di gattaloru.

Gattaredda. dim. di gatta: gattina. || Razza di pesci della specie dei cani, di pelle macchiata a guisa di vipera: gattuccio. || – di li nuciddi, fiocco dell’avellone. || In pl. quel suono che si fa nell’arteria aspra dagli asmatici, e talvolta da’ moribondi. || V. jannimmisca. || V. aprocchi. || Quelle prime lagrime che gocciano senza però gemiti: lucciconi, luccioloni. Onde affacciari li gattareddi: far i lucciconi. || V. in apriri un prov. || Certi bachi pelosi: bruchi.

Gattaredda. dim. di gattu: gattina.

Gattarìa. s. f. T. bot. Pianta medicinale: gattaria, erba gatta, napeta.

Gattaruneddu. dim. di gattaruni.

Gattaruni. s. m. Piccolo gatto.

Gattazzu. pegg. di gattu: gattaccio.

Gattiari. v. intr. Dicesi delle gatte quando vanno in amore; e fig. degli uomini: andar in gattesco.

Gattifilippi. s. m. pl. Carezze svenevoli delle donne: lezii, moine, fichi. Pasq. opina derivare dalla voce atto e il Gr. φιλιτικοί: amabili, quasi dire atti amabili.

Gattigghiamentu. s. m. L’atto del solleticare: solleticamento.

Gattigghiari. v. a. Far il solletico: solleticare. || rifl. gattigghiàrisi: temer il sollètico. || fig. Gioire, gongolare. P. pass. gattigghiatu: solleticato (Fr. égratigner: solleticare; benchè Pasq. dica derivare dal Gr. componendo la propos. κατα e il verbo τυλλω: vellicare).

Gattigghiata, Gattigghiu, Gattigghiuni. s. f. e m. Eccitamento nervoso che si desta in noi allorchè altri ci tocca: sollètico.

Gattigliari. V. gattigghiari.

Gattignu. add. Di gatto: gattesco.

Gattò. s. m. Vivanda di uova dibattute, strutto, cacio, talora ricotta, erbucce, aromi e zucchero, che per via di fuoco si gonfia e si assoda, in italiano secondo le cose mischiatevi si ha: frittata erbata o erbolata, frittata ripiena, e se vi sono pezzetti di prosciutto, salsiccia, ecc: frittata in zòccoli (Fr. gâteau: focaccia).

Gattu. s. m. T. zool. Animale domestico noto: gatto. Felis L. || occhi gatti o di gatta, di colore simile a quelli del gatto. || amici comu cani e gatti, nemici: amici come cani e gatti. || fari la gatta morta, far le viste di non vedere, e intanto far il fatto suo: far la gatta morta o la gatta di Masino. || gatti di firraru e surci di campanaru, di coloro a cui non fanno impressione più le cose forti, perchè avvezzi. || la gatta priscialora fa li gattareddi orvi, ci avverte che la troppa fretta guasta gli affari: gatta frettolosa fa i mucini ciechi. || lu sannu li cani e li gatti, si dice di cosa risaputissima: saperlo sino i pesciuolini. || avirinni li cani e li gatti, di cosa comunissima, o larghissimamente donata. || pigghiari gatti a pittinari, mettersi ad imprese inutili a sè; o dannose: tor gatti a pelare, pigliarsi una scesa di capo. || quannu la gatta nun po’ junciri a la saimi (o a lu prumuni) dici ca feti, quando altri finge rinunziare, perche nol può ottenere: la volpe che non poteva arrivar all’uva disse ch’era acerba. || fari la minestra pri li gatti, affaticarsi invano o per altrui: pescar pel proconsolo, o far la panata al Diavolo (Pauli). || testa di gatta, si dice a chi ha poco cervello: cervel di gatta . || la gatta mi talìa e lu surci mi nichìa, di coloro che van cercando il pelo nell’uovo onde contrariarsi a vicenda. || fari comu la gatta cu lu prumuni ’mmucca, del dolersi sempre anco avendo bene: far come il gatto che mangia e miagola. || un granu di prumuni a centu gatti, di cosa poca che vogliasi divider a molti. || nun c’essiri mancu ’na gatta, di luogo dove non vi sia alcuno: non esservi nè can nè gatto. || quattru gatti, pochissime persone: quattro gatti. || sciarra di gatti, fig., musica cattiva: strimpellata. Il discordare di molte persone: dissensione. || gattu, fig., chi ab-