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o per ombra: fresco. || pigghiari lu friscu, goder del fresco in tempi estivi: pigliar il fresco. || cogghiri o pigghiari friscu: infreddarsi. || met. mettiri o teniri ’n friscu, all’aria aperta o in luogo fresco: metter in fresco. || fari friscu, far vento. || cogghiri lu friscu pri la stati, si dice a chi sta al fresco e anco al freddo: pigliar il fresco per l’estate o frescheggiare (Tigri Canti pop. Tosc.) || lu friscu di l’està pri li frumenti, ’ntra l’invernu è poi causa di lamenti, si gode certe volte a danno del futuro: il fresco dell’estate, fa doler il corpo d’inverno. || a friscu, T. pitt., dipingere nel muro intonacato di fresco: a fresco. || L’ora della mattina prima di nascer il sole, e l’ora del tramonto: il fresco (Rigutini). Onde, a lu friscu a lu friscu: per il fresco, nelle ore che non v’è sole.

Friscu. add. Che ha freschezza: fresco. || Della temperatura: fresco. || Di luogo ove non batte sole o non è troppo caldo: fresco. || ventu friscu T. mar., gagliardo ma favorevole: vento fresco. || E met. buona fortuna: vento in poppa. || stari friscu, ironic., esser a cattivo partito, e non aver ciò che si crede: star fresco. || friscu comu ’na rosa, sano, rigoglioso: fresco come una rosa. O sbadato, senza preveder ciò che può accadere: dormirsela fra due guanciali. || Non affaticato, non ancora messo in opera: fresco. || T. pitt. Colorito vivace, pulito, verace: fresco. || Detto di carne, uova, pesci, ecc, che non siano passati, nè stantii: fresco. || pani friscu, ancora caldo: pan fresco. || fig. Di qualunque cosa o fatto recente: fresco. || Detto di persona di poca età: fresco. || di friscu, seguito da poco, recentemente: di fresco. || friscu friscu, freschissimo: fresco fresco. || vaia lu tristu e vegna lu friscu, dice chi si distacca da persona per lui uggiosa, o la scaccia da sè e ne vuol provar altra: aria aria! || li frischi, in gergo, busse: le pacche. || essiri friscu di fari ’na cosa, averla fatta di fresco: esser fresco di far una cosa. || purtari o teniri ’n friscu: tener a bada. Sup. frischissimu: freschissimo.

Frisculiari. v. a. Far vento per rinfrescare: sventolare. || rifl. Farsi vento con ventaglio o simile: sventolarsi. || – a l’oricchi, insinuar segretamente una notizia o un avviso: fischiar negli orecchi. || intr. Spirar vento abbastanza fresco: brezzeggiare.

Frisculiata. s. f. L’atto di sventolare o sventolarsi: sventolata.

Frisculiatedda. dim. Lieve sventolata.

Frisculiatuna. accr. di frisculiata.

Frisculiddu. add. dim. Freschino. || Detto di persona: frescoccio.

Friscumi. s. m. Latticini freschi.

Friscura. s. f. Fresco, ma s’avvicina un po’ al freddo: frescura. || met. Spensieratezza.

Friscuseddu. dim. di frescoso.

Friscusu. add. Che reca fresco: frescoso. Sup. friscusissimu: frescosissimo.

Friscusuni. accr. di frescoso.

Friseddi. s. m. T. bot. Erba sermentosa con foglie spinose, le cui radici son adoperate invece di quelle della salsapariglia: smilace. Smilax aspra L.

Friseddu. s. m. Spazio di una cosa di rincalzo a un’altra.

Frisettu. s. m. Sorta di seta sceltissima.

Frisilli. s. f. pl. Lo stesso che busse, zombate: pacche. || Specie di biscotti, e son celebri: le freselle di Portici in Napoli.

Frisingu. add. Di membra gracili, sparutino: smingherlino. || Nel f. significa anco troja di primo parto.

Frisuni. Aggiunto d’una sorta di cavalli con certe barbette ai piedi: frigione, fregione.

Fritta. V. friitina.

Frittari. a. a. T. mar. Ripulire la parte immersa o carena di un bastimento con le frettazze: frettare (Zan. Voc. Met.).

Frittata. s. f. Vivanda d’uova ribattute con erbe, aromi, strutto, o di altre cose similmente fritte: frittata. || Marrone, sbaglio: frittata. || Onde fari ’na frittata, guastar un negozio, far un errore irrimediabile: far una frittata. || E fari ’na frittata di ’na cosa, guastarla, sformarla, schiacciarla: far una frittata d’una cosa.

Frittatazza. pegg. di frittata: frittataccia (Tomm.).

Frittatedda. dim. di frittata: frittatina.

Frittatuna. accr. Frittatone.

Frittazza. s. f. T. mar. Sorta di scopa grande che serve a nettare per di fuori la parte del bastimento che sta immersa nell’acqua: frettazza (Zan. Voc. Met.). || E accr. di fretta: gran fretta.

Frittedda. s. f. Vivanda di fave fresche fritte in olio o strutto, spesso unitivi piselli, carciofi e simili: frittata di baccelli. || a frittedda, modo di cucinare a guisa della frittata di baccelli.

Frittella. s. f. V. sfincia. || Per busse, percosse.

Frittidduzza. dim. di frittedda.

Frittilledda. V. frittilluzza.

Frittilluna. s. f. pl. fig. Batoste. || dari li frittilluna: picchiare.

Frittilluzza. dim. di frittella: frittelletta, frittelluzza, frittellina.

Frittu. s. m. Vivanda fritta: fritto.

Frittu. add. Da friggere: fritto. || frittu e rifrittu, si dice di cosa detta e ridetta, già saputa: fritto e rifritto.

Frìttula. s. f. Quell’avanzo di pezzetti di lardo o di carne dopo che se n’è tratto lo strutto: cìcciolo, sìcciolo. || zicca frittula o sicca frittula, si dice di un avaro: gretto, tirchio. || ti pari ca’un nn’avemu vistu frittuli di troja, dicesi a chi crede di avere o saper cosa unica al mondo.

Frittuliari. v. a. Far checchessia alla grossa e senza diligenza: acciabattare.

Frittulidda. dim. Ciccioletto.

Frittuluna. accr. Grosso cìcciolo.

Frittulusamenti. avv. Con fretta: frettolosamente.

Frittulusu. add. Che ha fretta od opera con fretta: frettoloso.

Frittumi. s. m. Cose fritte o da friggersi: frittume.

Frittura. s. f. L’atto o la maniera del friggere: frittura. || Vivanda fritta o cose da friggere: frittura, frittume. || Fritto. || Sottigliumi di carnaggi come cervella, granelli, ecc. soliti a friggersi: frittura. || Pesciolini buoni a friggersi: frittura. || a frittura, modo avv., cucinato, fritto: a frittura.

Fritturari. V. friiri.

Fritturaru. V. sfinciaru.