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FIL — 385 — FIL


Filtraturi. s. m. Nome generico di ogni cosa che serve a feltrare: filtro.

Filtrazioni. s. f. Il feltrare: feltrazione.

Filu. s. m. Quel che si trae dalla lana, lino, bambagia, seta: filo. E per sim. d’ogni cosa che si riduca sottile a quel mo’: filo (pl. fila: fila, fili.). || Ogni particella della pasta o maccheroni: filo. || E di altre cose come erba, paglia ecc: filo d’erba, di paglia. || – di perni, – di curaddu, – di domanti ecc. perle, coralli ecc. infilzati in un filo: filza, filo. || Dicesi de’ fluidi quando scorrono a poco: un fil d’acqua ecc. || un filu o un filiddu di frevi, un pocolino. || Per linea: filo. Onde a filu, a linea: a filo. E vale anche, esattamente, senza intermissione: per filo e per segno. || Modo pratico, maniera, ordine di checchessia: filo. || met. La continuazione del discorso, racconto ecc: il filo del discorso ecc. || Taglio del coltello, spada: filo. Onde passari a filu di spata, uccidere: passare a filo di spada. || filu, quello intinto nella sinopia col quale si segna il pancone per segar diritto: filo della sinopia. || di filu, posto avv. continuamente, alla distesa: fil filo. || a filu, dirittamente, con precisione: a filo (Ariosto). || a drittu filu, senza volgere nè a destra nè a sinistra: per diritto filo. || pigghiari ad unu di filu, contrariarlo in tutto e sempre. || teniri pri un filu di capiddu, modo prov. esser lì per fare, per finire, per cascare: mancar poco. || nun pisari un filu di pagghia, non dar veruna molestia. || fila d’oru, i capei biondi. || radica di filu niuru, detto scherzoso che vuol dir nulla. || pigghiari un filu, imprender un tenore di vita, trovar il verso: pigliar il filo. || manciari, o arricòciri filu, aver paura. || filu filu, avverb., successivamente: filo filo. aggruppari fila, rabbiarsi: mangiar rabbia. || a filu di riganu, maniera di tessuto. || fila di lu bustu. V. ossa di balena. || mettiri a filu, detto di muro, metter a piombo. || Stelo delle biade: gambo. || dari filu, far parlare alcuno: dare spago. || a filu d’acqua, a fior d’acqua. || essiri ’ntramatu ’nfilu, dicesi di chi è assai debole: reggersi sui tràmpoli.

Filu-di-pitti. s. f. T. bot. La specie più grande di aloe: aloe-pitto. V. zabbàra.

Filua, Filuca. s. f. T. mar. Bastimento piccolo e soltile che va a vela e a remi velocemente: filuca, feluca, filuga.

Filucazza. pegg. e accr. di filuca.

Filuccheddu. dim. di filoccu.

Filuchedda. s. f. dim. di filuca.

Filucuni. accr. di filuca: filugone.

Filugrana. V. filagrana.

Filuni. s. m. Traccia, vena principale di miniera, e di acqua corrente: filone.

Filunnenti. s. m. Sorta di tela rada e grossa, buona al ricamo: filondente.

Filusella. s. f. Filato di seta stracciata: filaticcio.

Filusi. Voce di gergo e di scherzo per dir: denari.

Filza. s. f. Più cose infilzate: filza. || Fascio di scritture, stampe, unite o legate: filza (Mort.).

Fìmmina. s. f. Il sesso opposto al maschio: femmina, fémina. || Donna: femina. || Per fante, donna, donna di servizio. || Presso gli agricoltori è la pianta che porta i fiori pistilliferi: femmina. || E in alcuni arnesi, si chiama femina quello che riceve altro arnese in sè: femmina. || fimmina di batia o di fora, servigiante delle monache: donna di faccende. || fimmina di ’mmenzu: fattora. E donna di mezzo chiaman i Toscani quella fante che serve a stirare, a tener pulite le stanze, insomma la cameriera. || fimmina di munnu: femina di mondo, scaltrita, o di mal’affare. || Prov. nè fimmini nè tila a lustru di cannila, perchè pajon più belle: nè donne, nè tela non giudicar a lume di candela. || lu munnu non ha persu mai pi fimmini, ma pi dinari, prov. contro coloro che accusan le donne come principal causa d’ogni male. || a la fimmina massara guardacci la scala, se è pulita la scala fa onore alla donna di casa: camera adorna, donna savia. || la fimmina è comu la gatta, quannu s’accarizza allura sgranfugna, la donna quando fa i fichi allora vuol ingannare. || tira cchiù un pilu di fimmina ca centu paricchi di voi, tanto potente è la donna nella società: tira più un filo di benevolenza che cento paja di buoi. || ’na fimmina e ’na papira fannu ’na fera: due donne e un’oca fanno un mercato, tanto schiamazzatrici son le donne. || la fimmina è la causa d’ogni mali, anco di esser causa d’ogni male? || jiri a fimmini, a usare con loro: andar a femmina. || fimmina e birritta tenila stritta, guardale per bene: femmine e galline per troppo andar si perdono. || fimmina barbuta di luntanu la saluta, stalle lontano: donna barbuta co’ sassi la saluta. || fimmina di tilaru, gaddina di puddaru e trigghia di jinnaru, son le più buone. || fimmina chi va ad ogni festa e mulu chi vivi ad ogni funtana, nun su mai boni, è chiaro: chi mena la sua moglie a ogni festa, e dà bere al cavallo a ogni fontana, in capo all’anno il cavallo è bolso, e la moglie p.... || megghiu si pò guardari un saccu di purci, ca ’na fimmina, quando la donna vuole non basta guardia: chi ha rogna da grattare e moglie da guardare non gli manca mai da fare. || casa senza fimmina ’mpuvirisci, poichè manca di chi sappia amministrare le faccenduole domestiche. || fimmini e frumentu nun perdinu tempu: ragazza che dura non perde ventura. || di l’omini pocu su li boni, e di li fimmini nudda, bel complimento! || non cc’è chiù maliziusa di la fimmina: astuzia di donna le vince tutte. || V. in donna altri proverbi.

Fimminarìa. s. f. Moltitudine o universalità delle femine: femminerìa.

Fimminaru. add. Vago di fimmina: donnajuolo. || Di maniere effeminate: femminiere.

Fimminazza. pegg. di fimmina: femminaccia, donnaccia. || Grande e grossa: femminaccia. || Per dispregio: donnacchera. || Sfacciata, che non porta rispetto a nessuno: vacca trentina, donnaccia.

Fimminedda, Fimminetta. dim. Feminetta, femminella, donnina, donnetta, donnicina, femminoccia. || vil. Femminella, donnuccia, donnàccola. || Detto di alcuni arnesi che ne ricevon altro in sè: femmina. || essiri ’na fimminedda, timido, debole: effeminato, donnino. || ogni tinta fimminedda, arricchisci la puviredda, la donna arricchisce la casa. || Gangherella (crucchettu fimmina): femminella. || In pl. que’ termini di