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DOM — 332 — DON


Dorazia. Corrotto da Deogratias, che è modo di saluto dai monaci passato al popolo.

Dòricu. add. T. arch. Uno de’ cinque ordini d’architettura: dorico.

Dormienti. V. durmienti in dormiri.

Dòrmiri e Durmiri. v. intr. ass. Pigliar sonno, essere nel sonno: dormire. || Per sim. posare, star fermo: dormire. || Detto di un affare, negozio, non trattarsene per ora: dormire. || dormiri ntra ’na cosa, non darsene pensiero: dormirvi su. || dormiri supra ’na cosa, pensarvi sopra: dormire sopra tal cosa. || nun ci dormiri, esser vigilante in fare tal cosa: non dormire. || dormiri ’nn’aria ’nn’aria dormire leggermente dormicchiare, dormigliare. || dormiri a capizzu, star tranquillo di checchessia: dormire a chiusi occhi. || dormiri cu l’occhi aperti. fig. star cauto e vigilante: dormir come la lepre. || dormiri cu la mano a la mascidda o cu tantu di capizzu, sicuro del fatto suo: dormir col capo tra due guanciali. || dormi patedda! ca lu granciu vigghia, modo di minacciar la vendetta ad altrui. || Prov. cu’ dormi nun pigghia pisci, bisogna lavorare e star vigile: chi dorme non piglia pesci. || chi malu dormiri!, inquietudine, o interrompimento di un qualsiasi affare in corso. || fari ’na cosa durmennu, speditamente, o pur male. || dormiri l’ultimu sonnu, morire: dormire nel Signore. || nun tutti dorminu chiddi chi stannu cull’occhi chiusi, si guardi ognuno dalle apparenze: non sempre fugge chi volta le spalle. || dormiri a furmichedda, dicesi de’ bigatti: dormir il primo sonno. || dormiri comu ’n’agghiru, dormir profondamente: dormir come un ghiro. || dormiri cchù di li matarazza, dormire assai: dormir al pari del capezzale. || cui a tia pari chi dormi e riposa, chiddu porta la cruci cchiù gravusa, vuol dire che soffre pazientemente. || dormiri a li dui: dormir il secondo sonno de’ bigatti. || dormiri a li tri: dormir il terzo sonno. || dormiri a munnu: dormire il quarto sonno. || T. legn. Dicesi del fil a piombo quando, essendo la linea da mettersi verticalmente diritta, un po’ inclinata, il piombo poggia su alcuna parte di essa. || Prov. cui caudu dormi friddu mancia, chi vuol poltrire, muor di fame: chi dorme caldo, mangierà freddo. || tri uri dorminu li santi, cincu li studenti, setti li cumuni e novi li putruni, questo proverbio addita le ore da dormirè secondo le condizioni. || stari a lettu e nun durmiri è ’na pena di muriri: aspettar e non venire, star a letto e non dormire, le son cose da morire. || dormiri saziu, bene, saporitamente. P. pres. durmienti: dormente. P. pass. durmutu: dormito. (A. V. ital. dormuto, Amarozzo da Firenze). || dormiri detto del mare, vale esser in calma: dormire. || Detto di un fiume in una valle, farvi lago o stagno: dormire. || durmiricci supra, detto di una opinione, o altro, indugiare per maturarla bene: riposarci o dormirci su.

Dormitòriu. s. m. Luogo dove molti stanno a dormire: dormitorio, dormentorio.

Dorònicu. s. m. T. bot. Pianta con fiori a raggi, e la radice di essa: doronico. Doronicum Pardalianches L.

Dorsali. add. Del dorso o di dorso: dorsale.

Dorsè. s. m. Spezie di carrozza a 4 ruote, con vetrina. Ingl. Dorsay.

Dorsu. s. m. La parte posteriore del corpo dal collo ai fianchi: dorso, dosso. || Per sim. la parte più rilevata di molte cose, o la parte opposta a quella spianata: dorso (Mort.).

Dosa e Ddosa. s. f. T. med. Quantità determinata di un rimedio da prendersi dall’ammalato: dose, dosa. || Dicesi pure del peso o misura delle droghe che devon entrare in composizione: dose. || Per gastigo. || Per veleno. || dari la dosa, avvelenare.

Dosari. v. a. T. farm. Proporzionare secondo le dosi una medicina: dosare.

Dòsica. V. dosa. || Specialmente in senso di veleno. Onde dari la dosica, avvelenare. || machinari o priparari ’na dosica, comporre, preparar un veleno.

Dota. s. f. Quel che porta la sposa allo sposo: dote, dota. || Dono; patrimonio dato altrui gratuitamente: dote. || met. Provvigione di materiali tenuta in serbo. || dari dota, fig. Dar credito. || Prov. li difetti di la zita s’ammuccianu cu la dota, per via di danaro si fa ogni cosa, anco parer bello il brutto: la roba fa stare il tignoso alla finestra. || pri dota nun s’arricchisci, e cu pigghia pri doti la mugghieri dulurusu farrà lu so campari: chi piglia moglie per danari, spesso sposa liti e guai. || la bedda senza doti havi cchiù amanti ca mariti: le belle senza dote trovano più amanti che mariti. V. anco doti.

Dotali. add. Appartenente a dote: dotale.

Dotamentu. s. m. Il dotare: dotamento.

Dotari. v. a. Dar la dote: dotare. || Assegnar una rendita per mantenimento di checchessia: dotare. || Adornare, privilegiare, far sortire con qualche pregio, dono: dotare. P. pres. dotanti: dotante. P. pass. dotatu: dotato.

Dotàriu. s. m. T. leg. Ciò che il marito destinava alla moglie superstite: dotario.

Dotata. s. f. L’azione del dotare.

Dotaturi –trici. verb. Chi o che dota: dotatore –trice.

Dotazioni. s. f. Il dotare: dotazione. || Provvedimento, assegnamento: dotazione.

Doti. V. dota. || Spezial grazia d’ingegno, bellezza o altro sortito da natura o dato da Dio: dote.

Dotta. Adoperato in certi paesi; o in certi casi, per il maschile. dottu. V.

Dottamenti. avv. Con dottrina: dottamente.

Dottissimamenti. avv. sup. Dottissimamente.

Dottrinali. add. Appartenente a dottrina: dottrinale.

Dottrinalmenti. avv. Secondo la dottrina: dottrinalmente.

Dottu. add. Che ha dottrina: dotto. || Esperto, pratico, intendente: dotto. || Prov. lu dottu a pedi e l’asinu a cavaddu, quando l’uomo senza meriti è premiato. || cu li dotti cc’è sempri d’apprenniri, stando in compagnia di essi si guadagna qualche cognizione. Sup. dottissimu: dottissimo.

Dottu. s. m. T. zool. Perca Scriba L. Pesce del genere del Persico. Ha la testa segnata con diversi tratti che somiglian a’ caratteri della scrittura per cui noi ’l chiamiamo dottu, e nel con-