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CUC — 245 — CUC

nulla. || – pirciata, strumento in forma di cucchiajo bucato per uso di cucina: schiumatojo, colino. || T. mar. Grande recipiente di ferro in forma simile a una cassetta da spazzature, fatto di stanghe schiacciate: cucchiara, cucchiaia. || – d’acciurari, una specie di schiumatojo che serve per levar via la panna dal latte: spannatoja. || Prov. cu’ havi la cucchiara ’mmanu, fa a modu sò: chi ha il mestolo in mano, fa la minestra a modo suo. || li guai di la pignata li sapi la cucchiara chi l’arrimina: chi ha preparato la minestra sa cosa bolle in pentola, o dove stringe la scarpa non lo sa altro che chi l’ha in piede. || aviri la cucchiara ’mmanu, disporre a suo piacimento e capriccio degli altri: avere o tenere il mestolo in mano. || Si dice ad uomo magro: stecchito, smingherlino.

Cucchiararu. s. m. Arnese da cucina appeso al muro ove si appiccano i cucchiai o altri strumenti: cucchiajera. || Venditore di cucchiai: mestolajo (Biundi).

Cucchiarata. s. f. Quantità che cape un cucchiajo: cucchiajata. || vuliri mettiri la so cucchiarata, modo prov. dicesi di chi vuol intromettersi senza esser chiamato: voler metterci il suo cece.

Cucchiaratedda. s. f. dim. di cucchiarata: cucchiajatina.

Cucchiaredda. s. f. dim. di cucchiajo: cucchiarino. || Per cucchiara V. || Quello per mestare: mestolino. || ammuccari o ministrari li così cu la cucchiaredda, modo prov. far capire altrui le cose insegnandole: imboccare col cucchiajo.

Cucchïari. v. intr. Far quegli atti che fa la civetta nell’uccellare: coccoveggiare, civettare. || a. Uccellar qualcuno: scoccoveggiare, burlare, beffeggiare. || Cercare, fiutare per tutto: braccare. P. pass. cucchïatu: coccoveggiato. || Burlato.

Cucchiariari. v. intr. Rimenare con cucchiajo o mestolo: rimestare. || Versare nelle scodelle: scodellare. || fig. Intromettersi in brighe, faccende: ciacciare. || iddu minestra e iddu cucchiarìa, dicesi di chi signoreggia in cose non sue: menar la danza, far le minestre.

Cucchiariddina, Cucchiaridduzza. s. f. dim. di cucchiaredda: cucchiaino.

Cucchiarina. s. f. dim. di cucchiara: cucchiarino. || Quell’arnese con cui i fonditori di caratteri piglian il piombo liquefatto e lo versano nella forma: romajuolino.

Cucchiarinedda, Cucchiarineddu. dim. di cucchiarina.

Cucchiarinu. V. cucchiarina.

Cucchiaru. s. m. Lo stesso che cucchiara. || Per cucchiarata V. || Quel raggrinzare la bocca che fanno i bambini quando cominciano a piangere: far greppo, far il greppino, imbambolarsi.

Cucchiarunata. s. f. Quanto cape un cucchiajone, una mestola: mestolata.

Cucchiaruneddu. dim. di cucchiaruni.

Cucchiaruni. s. m. Cucchiajo grande: cucchiajone. || T. zool. Specie di anitra selvatica, che ha il corpo bianco, la gola nera, e con piccolo ciuffo: mestolone. Anas glaucion, Anas clypeata L.

Cucchïata. s. f. V. trizziata. || Per braccheggio.

Cucchïaturi. verb. m. Chi burla, beffa: beffatore.

Cucchicedda. dim. di cucca: civettina.

Cucchieri. s. m. Chi guida cocchio o carrozza: cocchiere; fem.: cocchieressa.

Cucchiettu. s. m. di cucchiu: avaretto.

Cucchignu. V. cuccareddu.

Cucchiricchiu. s. m. dim. di cucchieri.

Cucchiriscu. add. Che ha del cocchiere. || a la cucchirisca, al modo, all’uso de’ cocchieri.

Cucchirottu. s. m. dim. di cucchieri.

Cucchiruni. s. m. accr. di cucchieri, abilissimo nel mestiere.

Cucchitedda. s. f. dim. di cùcchia.

Cucchiu. s. m. Bassamente avaro: sordido, spiùzzeca.

Cuccìa. s. f. Minestra di frumento bollito con altri savori: grano lesso. || Prov. è megghiu nenti chi cuccìa a li nozzi, per mostrare che non è cosa degna di quella circostanza.

Cuccïari. v. a. Spiccare i granelli d’uva a chicco a chicco: spippolare, sgranellare, piluccare, schiccolare. || Per raciuppari V. || intr. Tortnare spesso alla medesima operazione, cosa: spesseggiare. || Non esservi dovizia di alcuna cosa, o fig. cominciare ad avere, a vedere ecc. a miccino. || Detto degli alberi quando non sono interamente scussi di frutta. || a cuccïari, posto avv. giuoco di carte nel quale per ogni punto di oro si ritira un tanto dalla messa comune: a puntacci. E dicesi di checchessia fatta, veduta, venuta a poco a poco: a spizzico. P. pass. cuccïatu: sgranellato. || Spesseggiato.

Cuccïata. s. f. Lo spippolare: spippolata.

Cucciddatu. V. gucciddatu.

Cucciddu. s. m. dim. di cocciu: granellino, chicchino, chiccolino. || Piccolo tumore alla pelle, ripieno di pus: pustoletta. || Bollicine fitte fitte che vengono alla pelle che cagionano un gran prurito: sudàmini.

Cuccineddu. s. m. T. mar. Spezie di caviglia: coccinello.

Cuccinigghia. V. coccinigghia.

Cucciteddu. V. cucciddu.

Cucciu. V. curciu. || Cane piccolo: cuccio, cucciolo.

Cucciusu. V. cucciutu.

Cucciutteddu. add. dim. di cucciutu.

Cucciutu. add. Pieno di chicchi, granelli: granelloso. || Che ha granelli grossi: granato, granito. || met. Grosso, forte: granito. || Per testardo: capitoso, cocciuto. Sup. cucciusissimu e cucciutissimu: granellosissimo, granitissimo.

Cucciùvia. V. lònara.

Cuccu. s. m. T. zool. Genere di uccelli di molte specie che si differiscono nella coda, e pel modo di cantare son detti: cucù, cucco, cuculo. Cuculus canorus L. || – di passa, altra specie, di becco cenerino con l’apertura gialla: cuculo. Cuculus canorus L. || – balistreri, per ischerno ad uomo baggeo: baciocco, capocchio, soro. || Per uovo V. coccu. || stari com’un cuccu, star senza far motto, non badar a cosa che sia: star sopra di sè.

Cuccufìu (A. V. cuccuvìu.

Cuccumeddu. V. cuncumeddu. (a

Cùccumu. (Vinci) s. m. Vaso in cui si fa bollire acqua ec.: cùccuma.

Cuccuni. s. m. T. zool. Uccello rapace notturno con due ciuffi lunghi sulla testa ed unghia forti e adunche: gufo reale. Strix bubs L.

Cuccuniari. V. cucchïari.