Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
CRI | — 239 — | CRI |
Criscimogna. s. f. Lo stesso che criscimentu. Si applica più ai vegetabili che son vegnenti: rigoglio, vegnenza (A. V. ital.).
Criscinteddu. s. m. dim. di criscenti. s. Pagnotta di lievito.
Criscintellu. (An. M.) s. m. Arnese da forbire: forbitojo.
Crisciolu. (Vinci) s. m. Vasetto di terra cotta ove si fondono i metalli: crogiuolo.
Crìsciri. v. intr. L’aumentarsi di checchessia per intimo svolgimento: crescere. || a. e intr. Detto di merci, derrate, prezzo: rincarare, incarire. || a. Aumentare, accrescere: crescere. || – pri chiattu: impinguarsi. || essiri ’ntra lu crisciri, pigliar incremento, vigore: invigorire. || finiri di crisciri: finir di crescere, conseguire il pieno sviluppo. || – ad ura ed a puntu, andar di bene in meglio rapidamente: prosperare. || Per allevare, p. e.: come figlio mi avete cresciuto. Onde; crisciri ’nta li manu di unu, essere allevato da lui: crescere tra le mani... (Di Giovanni, Modi scelti ecc.) || Detto delle calze, far un maggior numero di maglie in quei giri della calza, dov’essa ha da venire più larga: crescere (Car. Voc. Met.). || – lu vermi V. allargari lu vermi (A. V. ital. criscere, Guido Orlandi). P. pass. crisciutu: cresciuto, in tutti i sensi. E anco per adulto.
Criscitura. s. f. Il crescere e la cosa cresciuta: crescenza. || Certo numero di maglie che s’aumentano nelle calze, ne’ luoghi dov’essa deve essere larga, e la parte così aumentata: cresciuto s. (Car. Voc. Met.).
Crisciuneddu di Rrocca. s. m. T. bot. Pianterella selvaggia della famiglia delle crocifere, che cresce nelle rupi: tlaspi del sapore del crescione. Thlaspi nasturtii sapore.
Crisciuni. s. m. T. bot. Pianta di radici traccianti, stelo alto un mezzo braccio, ramoso, tenero; foglie pennato-dispari, foglioline rotonde, sugose; fiori piccoli, bianchi, a grappoli corti: crescione, sisimbrio. Sisymbrium nasturtium L.
Crisciuta. s. f. Il crescere: cresciuta.
Crisciuteddu. add. dim. di cresciuto: cresciutoccio.
Crisciutissimu. add. sup. Cresciutissimo.
Criselli. s. m. pl. T. mar. Giri di corda minore, annodati trasversalmente fra le sartie, a comode distanze per servir di scala ai marinai: griselle.
Crisi. s. f. t. med. Quel nuovo periodo che piglia il male quando è per volger in bene: crisi, crise.
Crìsima. s. f. T. eccl. Secondo sacramento che conforma, mercè l’olio santo, il battesimo: cresima. || Olio misto con balsamo sacrato dal Vescovo nel giovedì santo: cresima.
Crisimanti. add. e s. Chi fa la cresima: cresimante.
Crisimari. v. a. Conferir la cresima: cresimare. || crisimàrisi, ricever la cresima: cresimarsi. || Dicesi anche di chi avendo ricevuto qualche leggiera ferita in testa, la porti fasciata, come avviene per lo più ai fanciulli. P. pass. crisimatu: cresimato.
Crisimaturi. verb. m. Che cresima: cresimatore.
Crisiola. s. f. V. chisiola. || T. mar. Coperto o stanza di tavole impeciate, costruito in poppa o nel mezzo del burchio, perchè la gente vi stia riparata dalle intemperie: tiemo. || Cassetta o armadio di legno situato davanti al timoniere, dove si tengono le bussole e di notte un lume per regolarsi sulla direzione della nave: chiesola (Zan. Voc. Met.).
Crisiuledda. V. chisiuledda.
Crìsma. V. crìsima.
Crisòlitu. s. m. T. min. Pietra preziosa di un color verde oscuro, con un’ombra di giallo: crisolito.
Crisòmmula. s. f. Albicocco. || fig. Palla.
Crispa, Crispari. V. incrispari e derivati. || V. arraccamari.
Crispedda. s. f. pl. Frittella fatta di pasta soda, la quale mettendola a cuocere si raccrespa: crespello.
Crispu. s. m. Tessuto finissimo di seta o di lana: crespo.
Crispuni. s. m. Sorta di panno ordito di seta e ripieno di stame, il quale riesce alquanto crespo: crespone.
Crissi. V. ecclissi.
Crista. V. cricchia.
Cristallami. s. e m. Quantità di cristalli lavorati per utensili: cristallame. || Con frase secentista si dà questo nome agli occhiali, quando stanno inforcati sul naso p. e. rumpiri la cristallami, rompere gli occhiali.
Cristallaru. s. m. Chi lavora o vende cristalli: cristallajo.
Cristallina. s. f. T. bot. Pianta che sembra sparsa di globetti o gocciole di cristallo: erba cristallina. Mesembryanthemum crystallinum aut glaciale L.
Cristallinu. add. Di cristallo o simile: cristallino. || s. T. anat. Piccolo corpo lenticolare trasparente come cristallo, che si novera fra gli umori più densi dell’occhio: cristallino.
Cristallizzari. v. a. Collegare a guisa di cristallo: cristallizzare. || rifl. Dei corpi che divengono come il cristallo: cristallizzarsi. P. pres. cristallizzanti: cristallizzante. P. pass. cristallizzatu: cristallizzato.
Cristallizzazioni. s. f. Il cristallizzarsi e la cosa cristallizzata: cristallizzazione.
Cristallu. s. m. T. min. Materia trasparente che si fa di terra silicea fusa con alcali: cristallo. || V’è anche il cristallo naturale: cristallo di miniera o di monte. || – di rrocca, pietra trasparente, colorita o senza, dura e fa fuoco percossa coll’acciaio: cristallo di rocca. || Per sim. cosa lucida e netta: cristallo. || Le lastre di vetro delle finestre: vetro. || V. in specchiu la frase rumpiri specchi.
Cristaredda o Tistaredda. s. f. T. zool. Uccello rapace, di piuma rossiccia, con la testa e il groppone cenerino-piombato, piedi gialli, unghia nere. La femmina è più grossa: gheppio, acertello. Falco tinnunculus, Falco novemboracensis L.
Cristariddotta. s. f. Piccolo gheppio.
Cristàudi. s. m. pl. Infermità cutanea che viene ai fanciulli, specie di vaiuolo benigno con vesciche più grosse e lucenti: morviglione, morbiglione, penfigo.
Cristeri. s. m. T. med. Composizione liquida acconcia con ingredienti che si mette in corpo