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CIU — 207 — CIU

{{Pt a lu mari}}: ogni acqua va al mare, le cose vanno secondo il loro ordine; ovvero l’assai attira il resto. || – mai pri chioviri siccau, come la pioggia non secca il fiume, così il bene non può esser male.

Ciumiceddu. s. m. dim. di ciumi: fiumicello, fiumetto, fiumicino.

Ciuncànzia. s. f. Il non poter distendere le membra per ritiramento di nervi: rattraimento, contrattura, rattrappatura.

Ciunchitùtini. s. f. Lo stesso che ciuncanzia, può essere più o meno parziale e temporanea.

Ciùnciulu. s. m. T. bot. Pianta che ha la radice lunga, tortuosa, serpeggiante, lo stelo erbaceo liscio, nodoso, disteso; le foglie alterne, lanceolate, strette, piccole; i fiori rossi ascellari: coreggiuola, poligono, centonodi.

Ciuncu. add. Chi ha guasto qualche membro o mancante del tutto: storpio, rattratto, rattrappato, cionco. || Chi soffre dolori da renderlo inatto o malazzato: acciaccato. || macari li ciunchi! modo di dire per esprimere che non vi manca alcuno. || arriminarisi comu un ciuncu, muoversi con istento, e fig. far il conto suo destramente e sottomano. || T. mar. Corda che passa per le pulegge della taglia di maestra e del taglione, sulla quale fanno forza i marinari per issar l’antenna: fianco.

Ciunda, Ciunna. s. f. T. mil. Strumento di corda da cui pende una rete, e serve a lanciare sassi: fionda, fromba, frombola. || Per sim. uno spago con un sassolino legato in cima, con cui i ragazzi cercan avviluppar il filo di un aquilone che vogliono predare.

Ciunnari. v. a. Stracciar la pelle colle unghia o cosa simile: graffiare, sgraffiare. || – la chitarra ecc., sonar un poco o male: strimpellare. P. pass. ciunnatu: graffiato.

Ciunnata. s. f. Il graffiare: graffiata (V. participiu). || a ciunnata, posto avv. di quando in quando a ritornarvi: a riprese.

Ciunnu. V. cunnu.

Ciunnuni. s. m. L’atto e il segno del graffiare: graffio, sgraffione.

Ciuppuni. s. m. accr. di cioppa.

Ciura. V. ciuri (Dante da Majano ha la fiora per dire il fiore).

Ciurami. s. f. Ogni genere collettivamente di fiori: fiorame. || Di fiori anco artificiali: fiorame.

Ciuraru. s. m. Coltivator o venditor di fiori: fiorajo e fem. fioraja. || Fabbricatore di fiori artificiali: fiorista, fiorajo.

Ciurbu. V. guerciu.

Ciurera. s. f. Villetta dove si coltivan i fiori. || Vaso da riporvi fiori per ornamento: vaso da fiori.

Ciurettu. s. m. dim. di ciuri: fioretto. || met. Qualunque cosa scelta: fioretto. || Una spezie di zucchero assai bianco: fioretto. || V. in carta. || Spada senza punta, con cui s’impara a tirare di spada: fioretto, spada di marra. || In pl. testicoli, per lo più degli animali.

Ciuri. s. m. Parte odorosa delle piante nella quale è il sesso, vi si forma il frutto: fiore. || Parte migliore o più stimabile o rispettabile di persone o cose: fiore. || Quella polvere bianca resinosa che ricuopre l’epidermide di talune foglie o frutta: fiore. || Presso i conciapelli, è quella parte delle pelli, da cui si è tolto il pelo o la lana: fiore, buccio. La parte opposta carnazzu V. || T. chim. Le più sottili e più leggiere particelle asciutte di qualche corpo, separate per sublimazione: fiore. || Ricamo nei tessuti, stampa, pittura che effigia fiori: fiore. || In archit. quello che adorna in mezzo fra l’uno e l’altro braccio dell’abaco: fiorone, rosone. || Quella muffa che genera il vino, o altro, quando è al fine della botte: fiore, panno. || Detto di farina, amido, zolfo vale la parte più sottile, delicata: fiore. || lu ciuri ciuri, Così duplicato rende più forza: il migliore, il perfettissimo. || lu ciuri di l’età, la giovinezza: il fior dell’età. || T. tip. Quegli ornamenti onde si adornano varie parti d’un libro, che diconsi anche finali: fiori. || Piccolo regalo: regaluccio, donuzzolo. || Prov. ogni ciuri è signu d’amuri, ogni benchè piccolo regalo indica affezione: ogni fiore è segno d’amore. || un sulu ciuri nun fa primavera, un sol caso, un sol esempio non bastan a stabilir una regola, non bisogna esser corrivi a determinarsi da una cosa speciale: un fiore non fa primavera. || essiri in ciuri, esser fiorito e fig. essere nel bello, in vigore in prosperità: esser in fiore. E vale anco essere semplice speranza o cosa lontana: in erba. || Pasqua di ciuri: pasqua rosata, Pentecoste. || Sorta di tabacco sottile del più gagliardo. || ciuri e grossu, il medesimo tabacco mischiato con la propria radice macinato per affievolirne la forza. || – biancu, detto ass. s’intende la varietà de’ broccoli di tal colore. || Quella parte delle frutta dalla quale cade il fiore quando ell’è allegata: fiore. || ogni ciuri a la fini perdi lu so oduri: ogni erba divien paglia, ogni cosa passa. || – di pezza o finti: fiori finti. || canto popolare di un quinario o settenario ecc.: fiore. || ciuri allegra V. jinestra. || – d’ogni misi V. calendula (Appendice).

Ciuriari. v. a. Fregiar di fiori dipinti, ricamati ecc.: fiorire, att.: infiorare.

Ciuriateddu. dim. di ciuriatu, e dicesi de’ tessuti o altri oggetti sparsi e fregiati di fiorellini.

Ciuriatu. add. Ornato di fiori: fiorato, affiorato.

Ciuriddu. s. m. dim. di ciuri: fiorello, fiorellino.

Ciuriredda. s. f. dim. di ciurera V.

Ciuriri. v. intr. Produr fiori: fiorire. || met. Esser in eccellenza: fiorire. || Venir in fama: fiorire. || a. Ornare di fiori, render vago: fiorire. P. pass. ciurutu: fiorito.

Ciurista. s. m. Facitore di fiori: fiorista.

Ciuriteddu. V. ciuriddu.

Ciuritura. s. f. Il fiorire: fioritura.

Ciurlàniu. s. m. T. zool. Specie d’uccello del genere dell’ortolano: cirlo.

Ciurlari. v. intr. Il rumoreggiar di liquidi che escano per luogo stretto, o bollenti: gorgogliare. || Per sim. bere con ingordigia e strepito: tracannare. || Bere smoderatamente: cioncare.

Ciurlata. s. f. L’atto del ciurlari: gorgogliata, tracannata, cioncata (V. participiu).

Ciurma. V. chiurma e derivati.

Ciurmarìa. s. f. Atti e falsi cicalamenti, inganno e avvolgimento di parole: ciurmerìa (Mort.).

Ciurru. V. gaddudinnia. || – di cannedda, certa quantità di cannella posta a fascio.