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ove sia alcuna correzione o nota: chiamata. || Scrittura che si presenta ad alcuno per citarlo: citazione. || chiamata di Diu, ispirazione, disgrazia, morte: chiamata di Dio. || – di corpu: movimento naturale a scaricar il ventre: beneficio, chiamata di corpo. || Detto di bestie da sella o da tiro, è l’adoperare leggero della mano che induce esse a cambiar movimento: chiamata del cavallo. || T. tip. Quella parola che anticamente si metteva a piè d’una pagina, e che era la prima della pagina che seguiva: chiamata.

Chiamatedda. s. f. dim. di chiamata: chiamatina.

Chiamatuna. s. f. accr. di chiamata.

Chiamu. s. m. Chiamamento: chiamo. || Quell’arnese de’ cacciatori per cui imitan il canto degli uccelli: richiamo, fischio. || Qualunque allettamento che si usa per tirare alcuno alle proprie voglie: allettative. || fari lu chiamu, suonar il richiamo: toccare (An. Cat.). || essiri lu chiamu, detto a uomo o cosa: esser l’allettamento.

Chiana. s. f. Spazio di campagna esteso: pianura. || Quello strumento dei bottai che ha un ferro incassato col quale assottigliano e appianano i legnami: pialla.

Chianari. v. a. Lavorar di pialla: piallare. P. pass. chianatu: piallato.

Chianata. V. chianuzzata. || Per pianura, spianato.

Chianca. s. f. Il piede dell’albero tagliato: ceppo, toppo. || Albero, pianta. || Bottega ove si vende la carne, poichè sopra un ceppo la manipolano: macelleria. || chianca di lu strincituri, è la base dello strettojo: lucerna (Pal. Voc. Met.). || chianca di corna, per ispregio a chi per ignavia soffre qualunque rabbuffo. || Nelle zolfaje è masso di zolfo grande e puro. || chianca di la viti: fusto della vite (An. Cat.). Forse è la voce chianta (pianta) cangiata la t in c.

Chiancarutu. add. Dicesi d’uomo goffamente paffuto: tangoccio. || Basso, sproporzionato: tozzo.

Chiancheri. V. vucceri.

Chianchïari. v. a. L’uccidere che fanno i beccai le bestie: macellare. || Pestare co’ piedi in andando: scalpitare. || Fare gran danno a uno con bastonate: zombare, pestare. P. pass. chianchiatu: macellato. || Pesto.

Chianchïata. s. f. Lo zombare: zombatura.

Chiànciri e Chiangiri. v. intr. Mandar fuori per gli occhi le lagrime con gemito ch’è segno di dolore: piangere. || T. agr. Dicesi della vite, quando per il movimento del succhio, in primavera, manda fuori a goccia dalle tagliature un umor acquoso: gemere, piangere, gocciolare (Pal. Voc. Met.). || fari chianciri ad unu, fargli gran danno. || l’hai a chianciri! minaccia che si fa ad alcuno da cui si sia ricevuto qualche offesa o simile: l’hai a scontare. || chianciti picciriddi ca la mamma vi l’accatta, così dicono i venditori di giocattoli: piangete bambini, la mamma la ve le compera. || chianciri per unu, o pi ’na cosa, dolersi, dispiacersi, dolersi, p. e. chianciu pi tia mischinu! mi sa male di te poverino! || a. chianciri unu o una cosa, rammaricarsi per la perdita o simile: pianger uno o una cosa. || chianciri a chiantu ruttu: pianger a dirotto. || chianciri una cosa, vuol dir anche temere, aver sospetto sul conto di essa. || a. e rifl. dolersi, lamentarsi: piangere. || chiancirisi la sditta, dolersi della sventura. P. pres. chiancenti: piangente. P. pass. chianciutu: pianto.

Chianciulinu. Pien di pianto e dolore: piangoloso. || Pien di lagrime: lagrimoso. || occhi chianciulini, pieni di lagrime, o che stan lì per isbucciare: occhi imbambolati. || Che sempre piange: piagnucolone, boccalone.

Chianciuta. s. f. Il piangere: piagnimento, pianto.

Chianciutedda. s. f. dim. di chianciuta: breve pianto.

Chianciutuna. s. f. accr. di chianciuta: lungo pianto, piagnisteo.

Chiàncula. s. f. Ordegno per pigliar animali, ed è una pietra sostenuta da fuscellini posti in bilico, tra cui si mette il cibo, tocchi scoccano e la pietra cade schiacciando chi vi è sotto: schiaccia.

Chianculiari. (Caruso) v. intr. Mangiar bestemmiato.

Chiancuni. s. m. Ceppo grosso e lungo bucato da ambo i lati, e confitto nelle viti del torchio, che compresso col mezzo delle madreviti preme le gabbie in su la base. || met. Uomo grasso, goffo e poltrone: piallone.

Chiancutu. V. chiancarutu.

Chianedda. s. f. Pianella V. tappina. || V. chianozzu.

Chianetta. s. f. Uno strumento de’ fontanieri, di figura simile ad un elmetto per cavar acqua. || fig. Cappello. || ’ncarcari la chianetta, voce malandrinesca, percuotere in sul cappello: dar un lattone. || Arnese di ferro che portavano in capo i soldati: elmo.

Chiàngula. V. chiàncula.

Chianiari. V. chianari, e suoi derivati.

Chianiatura. s. f. Il piallare, e l’effetto: piallatura.

Chianiceddu. V. chianiolu.

Chianiddaru. s. m. Pianellaio V. pantufularu. || E per ischerzo chi ama troppo la moglie e le si soggetta.

Chianiddata. s. f. Pianellata V. tappinata.

Chianidduzza. V. tappinedda.

Chianiolu. s. m. dim. di chianu: pianerotto, pianetto.

Chianiuleddu. s. m. dim. di chianiolu: pianettino.

Chianotta. s. f. dim. di chiana nel primo senso: piccola pianura.

Chianozzu. s. m. T. legn. Strumento di legno, che ha un ferro tagliente incassato, per assottigliare, appianare, pulire i legnami: pialla V. pialla. || chianozzu di pulizziari: cagnaccia (Car. Voc. Met.). || essiricci passatu lu chianozzu, modo prov. dicesi di petto senza poppe.

Chianta. s. f. Nome generico di alberi, erbe ed altri vegetabili: pianta. || Vite novella. || chianta di la manu, il concavo della mano: palma. || purtari ’n chianta di manu: modo prov., amare, proteggere: portar in palma di mano. || grapiri li chianti di la manu, mandar con Dio. || chianta di lu pedi, la parte inferiore: pianta. || chianta di la ’nguanta: palma del guanto.

Chiantamentu. s. m. Il piantare: piantamento.