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celu, piover a diluvio: aprirsi le cateratte del cielo. || Quella porta incanalata, che si alza e si abbassa per aprire o chiudere l’apertura di un sostegno, di una vasca, gora ecc.: cateratta.

Catarratteddu. s. m. dim. di catarrattu.

Catarrattu. s. m. Buca quadra che in alcune botteghe o in case è nel palco o soffitto ad uso di comunicare per mezzo di scala così colla stanza inferiore: cateratta, botola o bodola. || L’imposta che serve a chiuderla: ribalta. || Quelle porte delle fortezze che si calano od alzano V. saracinisca. || Per quella porta incanalata per ritener l’acqua V. catarratta. || Sorta di uva bianca mostosa da fame vino.

Catarrazzu. V. catarrunazzu.

Catarru. s. m. Superfluità di umore che ingombra il petto e la testa, e scolo di esso: catarro.

Catarrunazzu. s. m. pegg. di catarruni: catarronaccio.

Catarruni. s. m. accr. di catarru: catarrone.

Catarrusamenti. avv. Con catarro: catarrosamente.

Catarrusu. add. Che patisce o che cagiona catarro: catarroso.

Catarticu. add. T. med. Epiteto di medicamento assai purgativo, e s’usa s.: catartico.

Catàru. s. m. Fabbricatore di secchie di legno. attignitoi, bugliuoli, ecc.: catinajo, bottajo V. vuttaru.

Catàscia e Cadascia. s. f. Intriso di stracciatura, o di cruschello, di untume e di acqua col quale si frega l’ordito della tela lina in telaio per rammorbidarlo: bozzima. || Sorta di erba V. branca ursina. || Altra sorta d’erba V. grassudda.

Catasciari. V. ’ncatasciari.

Catasta. s. f. Massa di legne d’altezza e larghezza determinata secondo i luoghi: catasta. || Met. Ogni massa o mucchio di checchessia: catasta. || Quella massa di legna su cui gli antichi abbruciavano i cadaveri: catasta. E la graticola di legno su cui i martiri eran tormentati: catasta. || a catasta, avv., a massa: a catasta.

Catastari. V. accatastari. || Imporre il catasto: catastare, accatastare.

Catàstrufi. s. f. Mutazione, passaggio d’una fortuna in un’altra: catastrofe. || T. drammatico. Conversione o svoltura o totale discioglimento dell’intrigo nel fine del dramma: catastrofe.

Catastu. s. m. Registro e stima de’ beni stabili: catasto. || Il libro in cui i nomi dei possessori son registrati: catasto. || Quella gravezza che s’impone secondo l’estimo: catasto.

Catastuni (A. V. catasta.

Catata. s. f. Quanto contiene una secchia: secchiata.

Catatripulu. V. stragula.

Catatùmmuli. Specie di funghi.

Catatùnfulu e Catatuffulu. V. tartuffu.

Catechìsimu. s. m. Insegnamento della dottrina cristiana: catechismo. || Il libro che contiene dell’insegnamento: catechismo.

Catechista. s. m. Colui che catechizza: catechista.

Catechìsticu. add. Istruitivo: catechistico.

Catechizzari. v. a. Dar insegnamento e propr. insegnar cose di religione: catechizzare. || Fig. – ad unu, svolgerlo, indurlo con ragioni a far alcuna cosa: catechizzar alcuno.

Catecù o Catù. Composizione ov’entra sugo di liquirizia, ambra e muschio, ridotta indi in pillole o pastiglie da tener in bocca per galanteria o per dolori della bocca, della gola: cacciù.

Cateddu. (Vinci) teniri una persuna a cateddu, tenerla per l’appunto, imbrigliata: fare arar diritto (καθε τος vuol dire perpendicolare, cioè diritto quasi per cui il nostro senso fig.).

Categorìa. s. f. T logico. Ordine e serie di molti predicati o attributi sotto a qualche genere sommo: categoria. || Dicesi che alcune persone sunnu o nun sunnu di la stessa categoria, per dire che sono o non sono della stessa natura: sono o non sono della stessa categoria.

Categoricamenti. avv. In modo categorico, secondo la categoria: categoricamente.

Categoricu. add. Appartenente, conforme alla categoria: categorico.

Caternari. V. inquaternari e ligari libbra.

Caternu. V. quaternu.

Caterva. s. f. Moltitudine non molto ordinata di genti, e di bestie: caterva.

Catètaru, Catèteri, Catètiru e Catètru. s. m. T. chir. Tenta scanalata ad uso d’introdursi nella vescica per estrarne l’urina: catetere.

Catiari. v. intr. Attingere a poco a poco colla secchia per quanto cape in essa. Da catu (secchia).

Catiata. add. L’attinger a poco a poco.

Catìbbulu. s. m. Sega grande: segone.

Caticanà. (Pasq.) Si dice ad uomo sparuto e da nulla: soldo di cacio.

Caticazzicatummula. V. cazzicatummula.

Caticeddu. s. m. dim. di catu: secchiello.

Catina. s. f. Legame per lo più di metallo fatto di anelli concatenati l’uno nell’altro: catena. || Treccia o intrecciamento: catena. || T. arch. Lunga o grossa verga di ferro che si mette da una muraglia all’altra per render sode le pareti o le fiancate delle volte, alle estremità son fisse con chiavi: catena. || Quelle pietre di superficie piana con le quali si dirige, dividesi o si serra il ciottolato: guida, rotaia. || – di muntagni, lunga serie di monti: catena di montagne. || Collana o altri addobbamenti di diverse guise e materie: catena, monile. || Sbarra, serraglio, ritegno, quelle che sono negli stradoni, ove si paga il pedaggio destinato al rifacimento delle strade stesse. || Met. Giogo, servaggio: catena. || La pena della galera: catena. || Sommessione anche volontaria, all’altrui potestà, desiderii o capricci: legame. || fari ’na scrusciuta di catini, met. minacciare con severità ad oggetto d’intimorire. || T. mar. – di ponti, gran trave galleggiante, con che si chiude alla sera il passo del porto: pana o catena (Pitrè). || – di cani: guinzaglio. Per lo più da caccia. || – di roggiu: catena d’orologio. || catini di lu coddu, i due tendini del muscolo del collo: corde del collo.

Catinazza. s. f. accr. e pegg. di catina: catenaccia.

Catinazzeddu. s. m. dim. di catinazzu: chiavistellino. || Una maniera di serrame detta anco catinazzeddu muriscu: lucchetto.

Catinazzolu. s. m. Stanghetta di ferro situata orizzontalmente in una delle imposte, schiacciata a guisa di regoli, che serve a chiudere senza chiave: paletto.