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CAR — 175 — CAS


Castagnitu. s. m. Bosco di castagni: castagneto.

Castagnola. V. colchicu.

Castagnolu. s. m. Legnetto o travicello di castagno: castagnuolo. || T. bot. Pianta che è prima a fiorire sul finir dell’inverno: romulea. Romulea bulbocoides.

Castagnolu. add. Simile a castagno, del colore della castagna: castagnolo.

Castagnu d’Innia. s. m. T. bot. Castagno d’India. Aesculus hippocastanus L.

Castagnu. add. Del colore simile alla scorza della castagna: castagno, castagnino.

Castagnuleddu. add. Leggermente castagnino. || s. V. castagnedda.

Castagnuzza. s. f. dim. di castagna: castagnuzza.

Castamenti. avv. Con castità: castamente.

Casteddu s. m. Luogo chiuso, forte e si dice d’un paesetto, di poche o d’una casa: castello. || Mucchio di checchessia: moncello. || casteddi ’n aria, disegni mal fondati: castelli in aria. || fari casteddi ’n aria, pensar a cose vane e difficili, e fantasticarvi su: far castelli in aria. || T. mar. Ponti più elevati nelle navi, ai quali manca la parte tra l’albero di maestro e quello di trinchetto, onde vengon a farsi due mezzi ponti a livello tra loro: castello. || a casteddu, modo avv., uno sopra l’altro: a monte.

Castellu. V. casteddu.

Castiddanu. s. m. Guardiano di castello: castellano.

Castiddazzu. s. m. pegg. di casteddu, castello rovinaticcio: castellare.

Castidduzzu. s. m. dim. di casteddu: castelluccio, castelluzzo. || Quelle due, tre o più noci o noccioli accomodate l’una sopra l’altra in parecchi giuochi da monellini: castellina.

Castiegna. V. pasta. Così nel Catanese.

Castigamentu. (Scob.) s. m. Gastigamento.

Castiganti. s. f. Specie di briglia: freno duro (An. Cat.).

Castigari e Castiari. v. a. Dar gastigo: gastigare. || Rifl. Emendarsi: gastigarsi. || Prov. quannu unu si castiga centu sinni amminazzanu: chi uno ne gastiga, cento ne minaccia, gastigando uno, gli altri sanno già che posson esserlo. P. pass. castigatu e castiatu: gastigato.

Castigata. s. f. Il gastigare: gastigamento.

Castigatòria. s. f. Gastigo: gastigatoria.

Castigghiuni. s. m. Sorta di frumento bianco.

Castigu e Castìu. s. m. Riprensione o correzione del fallo, e meno di pena: gastigo. || essiri un castigu di diu: essere un soprosso; o cosa troppo brutta: esser un camorro. || fari ’na cosa a castigu di diu, far una cosa male: acciarpatamente, farla là purchè sia, impottinicciarla.

Castillanìa. s. f. Ufficio e dignità del castellano: castellania.

Castillanu. V. castiddanu.

Castillettu. s. m. T. delle zecche. Ingegno con cui si coniano le monete: castelletto. || Uno degli uffici nell’Impresa dell’immorale giuoco del lotto. || T. rileg. Macchinetta poco dissimile allo strettojo, più piccola e con una sola vite nella metà de’ cosciatetti in uno de’ quali è incastrato il ferro: torcoletto.

Castimònia. s. f. Castità degli atti e de’ pensieri: castimonia.

Castissimamenti. avv. sup. Castissimamente.

Castità e Castitati. s. f. Virtù per la quale l’uomo s’astiene dalla turpe libidine, anche totale astinenza de’ diletti sensuali: castità, castitade, castitate.

Castoru. s. m. T. zool. Poppante che ha in ciascuna mascella due denti anteriori obliquamente acuminati: a’ piedi cinque dita, e i posteriori notatorî; la coda piatta e squamosa: castoro. Castor L. || Materia che si trae da borse di esso e serve per medicina: castorio. || chi tantu caru va lu castoru? modo prov. per dire che la tal cosa non costa poi tanto. || pannu, cappeddu, ’nguanti di castoru, fatti di pelle di castoro: panno, cappello, guanti di castoro.

Castrari. V. crastari e derivati.

Castu. add. Chi ha castità: casto. Sup. castissimu: castissimo.

Casturinu. s. m. Sorta di panno lano leggiero e fino.

Casu. s. m. Avvenimento senza necessità, ma fortuito: caso. || Presso il volgo quella cagione fantastica degli accidenti, fato: caso. || Avvenimento leggiero, di cose che seguono ogni giorno: caso. || Caduta, in significato di fallo: caso. || La specie del fatto: caso. || Proposito, soggetto: caso. || T. gramm. I modi di declinazione del nome: caso. || mittemu casu o pri casu, per esempio: pognam caso. || fari casu d’una cosa, dar peso, importanza: far caso o gran caso. || e chi fu lu casu di Sciacca? suol dirsi quando si aggrandisce di troppo un qualche avvenimento: è stato caso di Stato? Si allude a un incidente storico siciliano. || a casu o pri casu, modo avv., per accidente: a caso, per caso. || essiri ’n casu, trovarsi nel potere o nelle circostanze di fare: esser nel caso. || fari a lu casu, esser a proposito: venir in acconcio, far al caso. || essiri o nun essiri lu casu di una cosa, convenire o non convenire: essere o non esser il caso. || – di cuscienza, questione morale relativa ai doveri de’ cristiani: caso di coscienza. || – raru, ciò che ha dello straordinario: caso raro. || ’nt’on casu, se ciò avviene, se mai avviene: nel caso, in un caso. || pinsari a casi soi, attendere alle circostanze proprie: pensar a’ casi proprî. || casu chi, posto che, dato che: caso che. || nun c’è casu chi... non esser possibile, ammessibile: non c’è caso che... || ’nta stu casu: nel caso, se mai.

Casuali. add. Da caso, che è per caso: casuale. || Che accade, o si fa inaspettatamente, non a bello studio: casuale. || Venuto di fortuna senz’apparente cagione: fortuito.

Casualità. s. f. Astratto di casu: casualità.

Casualmenti. avv. A caso, accidentalmente: casualmente. || Per caso, per fortuna: fortuitamente.

Casùbbula. s. f. Quella veste, che porta il prete sopra gli altri paramenti, quando celebra la messa: pianeta.

Casudda. s. f. dim. di casa: casinina, casettina, caserellina.

Casularu. s. m. Luogo dove si tengono e pasturano le vacche per fare il cacio: cascina.

Casuliari. V. casiari.

Casumai. avv. Se mai, quantunquevolte.

Casuna. s. f. accr. di casa, casa grande: casone, casona. E talvolta è pure m.