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CAN — 152 — CAN


Cannici. V. busa.

Canniddinu. add. Del color della cannella: cannella, color cannella, cannellato.

Cannidduzza. s. f. dim. di cannedda: cannelletta, cannelletto, cannellina, cannellino, nel primo, secondo e terzo senso di cannedda.

Canniggiu. s. m. Il misurar a canna. || Misurazione. || Numero delle canne della cosa misurata.

Cannila e Candila. s. f. Cera o sego o altro lavorato, ridotto a bastoncello, con istoppino: candela. || Vaso di varie fogge ad uso d’accendere e far lume: lucerna. || ’n cannila, posto avv., più che vero, non fatturato, dicesi di vino od altro. || essiri ridutti a li cannili, presso a morire: esser in candela. E met. venuto in povertà: esser la candela al verde. || essiri cu la cannila a lu capizzu, modo prov. essere all’estremo della vita: esser al lumicino. || – di sivu, dicesi ad uomo sgraziato, svenevole, scempio. || – di picuraru. T. bot. V. buda, del gambo di essa i fanciulli si trastullano ad accenderlo, poichè il fiore si risolve in lanugine. || essiri comu la cannila chi ad autru luci e sè stissa consuma, de’ troppo generosi che si consumano per altrui: la candela alluma, e se stessa consuma. || cannili, si dicon anche quelle travi che si mettono perpendicolarmente per puntellare qualche tetto cadente. || – di picuraru. T. zool. Mosca che ha nel ventre una luce azzurra, che appare e sparisce secondo essa apre o chiude le ali: lucciola. Lampyris noctiluca L. || Altro insetto che luce similmente ma non vola: lucciolato. || mittirisi a la cannila: struggersi. || fari comu li cannili di li tenebbri, sparire ad uno ad uno.

Cannilaru. s. m. Facitore o venditore di candele: candelaro, candelaio. || Fabbricante o venditor di lucerne: lucernaio.

Cannilata. s. f. Tanta quantità d’olio che possa riempire una lucerna: lucernata.

Cannilazza. s. f. pegg. di cannila: candelaccia. || Lucernaccia.

Cannileri. s. m. Arnese dove si ficcan le candele per esser tenute: candeliere. || Per lucerna. || mittirisi un cannileri pi dd’avanti, modo prov. starsi ozioso spillando i fatti altrui: fare lo stolto. || serviri di cannileri, dicesi a chi non si dà retta nelle deliberazioni: servire da lucerniere. || teniri lu cannileri, star presente ne’ fatti amorosi senza averne parte o anche aiutare tali pratiche: regger il candeliere, tener il lume. || Non prevalere, o non fare prevalere il sentimento di taluno in cosa che dipenda da molti: rimaner o far rimanere colle trombe nel sacco.

Cannilicchia. s. f. dim. di cannila: candelina, candeletta. || Lucernina. || – di picuraru V. cannila di picuraru. || a cannilicchia, modo avv., dicesi del cappello a tre punte: a lucerna. || mancu si ti cercanu cu li cannilicchi, per dire che una cosa non si può trovare.

Cannilireddu, Canniliricchiu. s. m. dim. di cannileri.

Canniliruni. s. m. accr. di cannileri e propriamente quelli grandi delle chiese che tengono i ceri, appiè dell’altare. || Per ischerzo si dice a persona corpulenta e di poco senno: birignoccolo.

Cannilletta. s. f. T. chir. Cilindro di varie dimensioni, che s’introduce nel canale della verga per aprir il passaggio all’urina, quando da sè non vien fuori: candela, sciringa. V. catètiru.

Cannillini. s. m. pl. Confetti lunghi, sottili che per lo più hanno la cannella dentro: cannellini.

Cannilora. s. f. Il due febbraio, festa della purificazione della Madonna, nel quale dì si benedicon le candele: candelora. || Le candele così benedette: ceri benedetti. || Prov. pri la cannilora, di l’invernu semu fora: per la santa Candelora, se nevica o se plora, dell’inverno siam fora.

Cannilotta. s. f. Candela piuttosto grande e grossa, non molto lunga, che serve per le lumiere (ninfi), ventole ecc.: candelotto. E chi le vende candelottajo.

Canniluni. s. m. accr. di cannila. Quelle grosse lucerne a più lumi usati nelle botteghe di commestibili e di grasce. || – di jazzu, un pezzo d’acqua congelata pendente da tegoli, doccioni o altro quando è fioccata neve: diacciuolo, candelotto di ghiaccio. (Fanf. Voc. d. u. Tosc.).

Cannìri. V. candiri.

Cannistra. s. f. Sorta di carrozza. || Cesta piana ad uso di tenervi robe da abbigliarsi: spasa.

Cannistraru. s. m. Facitor di canestri: canestraio.

Cannistrata. s. f. Tanta quantità quanta ne contiene un canestro. || – o cannistratu V. ’ncannistratu.

Cannistrazzu. s. m. pegg. di cannistru: canestraccio.

Cannistredda. s. f. dim. di cannistra.

Cannistreddu. s. m. dim. di cannistru: canestrello, canestretto, canestruccio.

Cannistrineddu. s. m. dim. di cannistrinu: canestrettino.

Cannistrinu. s. m. dim. di cannistru: canestrino.

Cannistru. s. m. Paniero di vimini con isponde poco rilevate: canestro, canestra. || Ciò che è contenuto nel canestro, la quantità: canestro. || vinniri cannistri vacanti, prov.: adulare, piaggiare. || T. pesc. Canestra di vimini, e canne fesse che serve per mettervi il pesce: lavorìo.

Cannistruni. s. m. accr. di cannistru: gran canestro.

Canniteddu. s. m. dim. di cannitu.

Cannittiari. V. cannaliari.

Cannittigghiu. s. m. Striscioline d’argento o di oro attortigliate, s’infilano come perle, e servono ne’ ricami: granone, cannutiglia, cannutiglio; quest’ultime voci provengono dallo spagnuolo. || – rizzu: cannutiglio, granone torto.

Cannitu. s. m. Luogo dove sian piantate canne: canneto. || Per canditu V.

Cannizzaru. V. cannaru.

Cannizzatu. s. m. Palco ricoperto con istuoje di canne rifesse schiacciate, rozzamente intessute e rivestite di un intonaco e poscia anco dipinte: soffitto a stuoja (Car. Voc. Met.). || Per ’ncannizzatu V.

Cannizzeddu. s. m. dim. di cannizzu: graticciuola, graticcino.

Cannizzola. s. f. dim. di canna, e vale anche canna selvatica: cannuccia. || livari li cannizzoli, diradar i canneti tagliando le cannuccie sottili: scannellare. || – ciaurusa V. calamu aromaticu. || Spezie di giunco (Scob.): caretto,