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CAM — 151 — CAN


Cannaredda. s. f. dim. di cannara.

Cannarini. V. cannarozzu.

Cannarozzu. s. m. Canna della gola: gorgozzule, strozza, esofago, gargarozzo. || – fausu, la canna de’ polmoni: asperarteria, trachea. || bonu cannarozzu: mangione. || – largu: credenzone, met. || – strittu, infermità che renda difficile la diglutinazione; met. contrario di credulo: assentito e alle volte irragionevole: contradittore. || – di monacu, sorta di pasta lavorata, composta di due fili attortigliantisi: stortini. || farisi lu cannarozzu longu V. coddu. || – stagnatu, dicesi di chi non cura che le pietanze brucino o altro: gola lastricata. || nun arrivari ntra lu cannarozzu, in ischerzo si dice di certe cose delle quali se n’è mangiato poco: non toccare l’ugola. || jiri nta lu cannarozzu fausu: far nodo alla gola. || T. bot. – di s. Paulu, fusto di una pianta arundinacea pieno di una sostanza fungosa, di sapore acre, amarognolo, ma di buon odore, serve alla farmacia: calamo aromatico, canna aromatica. Calamus aromaticus verus o Arundo syriaca.

Cannaru. s. m. Chi fa cannicci, cannai e stuoje. || Per cannara nel secondo senso.

Cannaruni, Cannarutu. add. Che ha il vizio della gola: goloso, golo.

Cannaruzzeddu. s. m. dim. di cannarozzu. || – di monacu V. cannarozzu.

Cannaruzzutu. add. Chi ha gozzo molto apparente: gozzuto.

Cannata. s. f. Colpo di canna: cannata. || Vaso di terra cotta invetriata con una specie di beccuccio e con manico, per uso di bere o altro: boccale. || pigghiari la cannata di lu funnu: vuotarla. || lu vecchiu di li cannati: decrepito, vecchione.

Cannataru. s. m. Venditor di boccali, orci ed altre terraglie: boccalajo.

Cannatazza. s. f. pegg. di cannata: boccalaccio.

Cannatedda. s. f. dim. di cannata: boccaletto. || cannateddi o ugna di gatti. T. bot. Pianta che ha le foglie abbraccianti, il caule a mestola o spatola, papillose: cerinta. Cerinthe major. L.

Cannatuna. s. f. accr. di cannata: boccalone.

Cànnava. s. f. Stanza ove si ripongono e tengon olii e grasce: cànova. || Luogo ove serbansi le botti e il vino: cànova.

Cannavaru. s. m. Colui che ha in custodia la canova: canovajo.

Cannavata. s. f. T. agr. Luogo ove si coltiva la canapa: canapaja.

Cannavazzeddu. s. m. dim. di cannavazzu. || Prov. arrinisciu cannavazzeddu, si dice quando un ragazzo fa da grande e vuole esservi creduto.

Cannavazzu. s. m. Sorta di panno di canape grosso o ruvido: canavaccio, canovaccio. || Qualunque pezzuola di panno inservibile per uso di pulire: cencio, straccio. || – d’oru, tela di canape sopra di cui è ricamato d’oro, in uso oggi per gli arredi sacri: canavaccio di oro, broccato d’oro. || bannera di cannavazzu V. bannera. || Tela molto rada su cui si fanno ricami: canavaccio, filondente, buratto.

Cannaveddu. s. m. dim. di cannavu: canapello.

Cannavetta. s. f. Tela di canape per balle: canapetta.

Cannavettu. s. m. V. cannavetta. || Canape più fino: canapetto. || Garzuolo. || Tela da ricamarvi su V. cannavazzu.

Cannavignu. add. Di canapa: canapino. || Per sim. d’altro filo o tela non di canape ma símilmente forte.

Cànnavu. s. t. T. bot. Pianta che ha le foglie ditate con denti a sega, viscose: canapa, canape. Cannabis sativa L. || La stessa erba seccata e ridotta in filo: canapo.

Cannavusa. s. f. Seme della canapa: canapuccia.

Cannedda. s. f. Pezzuolo di canna, tagliato da un nodo all’altro: cannello, bocciolo. || Quel legno forato a guisa di bocciuolo di canna per attinger il vino dalla botte: cannella. || Piccolo doccione di terra o di piombo dei condotti: cannella, cannone. || Sifoncino d’onde nelle fontane si fa sgorgare l’acqua: cannella, sifone. || – di la gamma, l’osso della gamba: fusolo, stinco. || canneddi d’ossa, generalmente le diverse ossa del corpo, cilindriche, e per lo più piene di midollo: ossa. || Gioco fanciullesco V. canneddu. || T. bot. Spezie di lauro che cresce in India, la cui scorza è un prezioso aromato: cannella. Laurus cinnamomum L. || – di lavuri, lo stelo su cui reggonsi le spighe: gambo della biada. || Per ruccheddu V. || – ’incunfittata, confetti bislunghi con dentro la cannella: cannellino. || canneddi. T. agr. Astucci di bocciuoli di canna che i mietitori pongonsi alle dita della sinistra perchè la falce non le offenda: digitali. || – bianca, T. bot. La seconda scorza dell’albero della cannella; ha i fiori violetti, a cui succede un frutto sommamente aromatico: cannella bianca. ||– ’ngalufarata, T. bot. Scorza accartocciata come la cannella bruna di odore e sapore vicino al garofano, e serve alla medicina: cannella garofanata. || T. tess. Rocchetto su cui è avvolta certa quantità di ripieno, e che gira infilato nello spoletto: cannello. ||jirisinni ’n cannedda, aver la diarrea. || – di la fezza, quella che si pone in fondo dei vasi per trarne la feccia: spina fecciaja.

Canneddu. Sorta di giuoco fanciullesco ponendo in terra una pietra ritta o un bocciuolo di canna (per cui si dice canneddu) su cui pongon il denaro o altro e questo è il sussi; poscia allontanandosi vi tirano con pezzetti di lastra, onde jucari a lu canneddu: far alle murelle, o al sussi. || Per cannellino confetto, V. cannedda ’ncunfittata. || – simpaticu V. cannarozzu di s. Paulu.

Cannettu. (Scob.) V. cuteddu.

Canniari. v. a. Misurare checchessia colla canna. || canniarisi l’ossa di la gamma, ecc. fiaccarsi per lo lungo l’osso, a guisa di canna. || Detto delle api, quando esse vanno e vengon dall’alveare. || Far pelo de’ vasi: incrinare.

Canniatina. V. canniatura.

Canniatu. add. Misurato colla canna. || Fesso a guisa di canna.

Canniatura. s. f. Misurazione colla canna. || Fendimento a guisa di canna. || Incrinatura.

Canniaturi. s. m. Misuratore. || Chi sopraintende nella dogana alla misurazione de’ tessuti per determinarne la tassa.

Cannibbali. s. m. Mangiatore d’uomini, e per estensione, crudele: cannibale.