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|| campari o manciari a sonu di campanedda,far una vita agiata ad altrui spese e tutt’altro che di penitenza, presa la similitudine dai monaci: viver a suon di campanello. || Quelle bolle che fa l’acqua quando piove, o quando bolle: gallozzola, galla. || sudari campaneddi campaneddi, sudar a goccioloni, moltissimo. || a campanedda, modo avv.: a foggia di campanello. || campaneddi, diconsi molti fiori o corolle monopetale regolari fatti a modo di campana: campanelle. || campaneddi bianchi. T. bot. Pianta che ha gli steli erbacei, volubili, le foglie alterne; i fiori bianchi, color di rosa o porporini: vilucchio V. vrachi di cocca.

Campaniari. v. intr. Sonar la campana: scampanare. || Suonar il campanello: scampanellare. || – di gala o a festa, far un gran sonare di campana: scampanar a distesa. || met. Mandar per le lunghe: indugiare, badare. || campaniarisilla, consumar tempo in ozio: dondolarsela. P. pass. campaniatu: scampanato. || Scampanellato (Sp. campanear.).

Campaniata. s. f. L’atto di sonar la campana: scampanata. || Del sonar il campanello: scampanellata. || Burla, soja: celia. || Bravata che si fa altrui con parole minaccevoli: rabbuffo.

Campaniatedda. s. f. dim. di campaniata.

Campaniatuna. s. f. accr. di campaniata, lunga scampanata: scampanìo. || Lunga scampanellata: scampanellìo.

Campaniaturi. verb. Chi o che scampana: campanajo.

Campanili. V. campanaru cioè dove stanno le campane.

Campaniddaru. V. campanaru nel primo senso.

Campanidduzza. s. f. vezz. di campanedda: campanellino.

Campaninu. s. m. Così era chiamato in Palermo lo aggiustatore di pesi e delle misure.

Campanti. avv. Colui che s’ingegna di guadagnare: industrioso, procaccino; s’usa in buono e in cattivo senso.

Campanuni. s. m. accr. di campana: campanone.

Campari. v. intr. Star in vita: campare, vivere. || Porger alimento, dar il nutrimento: mantenere, alimentare. || Rif. Mantenersi. || Intr. – commodu: viver agiato, sguazzare. || – giustu: campucchiare, viver di per sè. || – di limosina: viver d’accatto, viver di limosina. || – di rennita: viver del suo, aver beni di fortuna. || – a la jurnata: viver dì per dì, non aver altro che il guadagno giornaliero. || – di spiranza: vivere di speranza. || cu’ di spiranza campa dispiratu mori V. speranza. || campa per oggi mi chiamu, campo oggi domani ci pensa Dio. || ognunu campa cu li so latri fatìi, modo prov. e dicesi di chi vive di ruberie: ognuno vive di ruffa e raffa. || – gilusu: viver in gelosia. || – aboc e abac, viver a caso, vegetare. || si campa bonu nta lu scarsu, maniera ironica, e vale aver penuria di tutto: scarseggiare, penuriare. || – cu la testa nta lu saccu: viver alla papale, senza pensieri. || è megghiu mortu (o muriri) chi malu campari, meglio morire che mal vivere. || cui campa tuttu l’annu tutti li festi vidi: se si campa quante cose s’ha a vedere. || – d’una cosa o arti: campar d’una cosa o arte. || Nel senso di lanciare, buttar in aria. P. pass. campatu: campato, vissuto o vivuto. || Mantenuto. || Lanciato.

Camparìa. s. f. T. pesc. Il luogo dove si fanno i salsicciotti di tonno, e preparansi altri salumi in secco o in umido.

Camperi. s. m. Colui che è preposto alla custodia de’ campi: campajo. È per lo più a cavallo. || Custode in generale de’ campi: guardiano.

Campestri. add. Da campu: campestre. || Selvatico. || Lavorativo.

Campìa. s. f. Vasta estensione di campi, ha idea di solitario: campagnata. || met. Abbandono. || a la campìa, modo avv.: in luogo remoto, ermo.

Campiari. v. intr. Andar errando, trascorrendo pe’ campi: vagare, errare. || Ornare il campo nelle pitture o altri lavori che pur dicesi campiggiari: campeggiare. || Menar il gregge pe’ campi a pascolare.

Campiceddu. s. m. dim. di campu: campicello, camperello.

Campici. s. m. T. bot. Albero americano di legno pesante e proprio per lavori d’intarsio. Dà una tinta pregiata pel nero e pel violetto: campeggio. Haematoxylon Campechianum L.

Campicianu. s. m. Ladro di campagna: scarpatore.

Campiggiari. V. campiari.

Campiggiatu. add. Si dice di tessuto fregiato non solo ne’ bordi ma in tutta la superficie.

Campiriscu. add. Di modi e costumi di campaio. || a la campirisca, modo avv., sul fare dei campai.

Campisi s. m. Era il soldato armato d’arco: arciere. Forse da campu, come camperi. (Pasq.).

Campiuni. s. m. Così detto da campo, difensore in campo e per sim. qualsivoglia difensore, od uomo prode: campione. || Norma, modello: campione. || Scampolo, mostra per far conoscere il genere, la qualità d’una mercanzia: campione. || T. mar. Pezzo della ruota di prua che avanza sopra il bordo del bastimento: pernecchia (Pitrè).

Campu. s. m. Spazio di terra ordinariamente piana, ove si semina: campo. || Campagna, luogo non accasato: campo. || Nell’Araldica è quello spazio dello scudo su cui si dipingono le insegne: campo. || Nel disegno, lo spazio del quadro o basso rilievo sopra il quale spiccano le figure: campo. || met. dari, aviri o pigghiari campu, aver comodo, occasione: pigliar il destro, avere o dar agio, campo. || mettiri ’n campu raggiuni, pretenzioni ecc., produrre, fare valere: metter innanzi, metter in campo. || nesciri ’n campu, mostrarsi pronto a tenzonare: uscir in campo. || – santu, campo cinto di mura dove si seppelliscono i morti: campo santo. E i Toscani chiaman campo santo dove si seppelliscon i cristiani, e cimitero gli altri. || Luogo addetto alle manovre militari: campo. || Luogo dove si combatte: campo, campo di battaglia. || L’esercito stesso: campo. || L’attendamento, l’ordinamento dell’esercito in campagna: campo. || Lo spazio che si presenta alla vista di chi guarda in un telescopio: campo. || a campu apertu, modo avv.: a campo aperto. lassari a campu apertu: lasciar in abbandono.

Camputu. add. Detto d’uomo grande della persona: corpulento. || Detto di cosa: di gran mole o vasta.