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Camiaturi. s.m. Chi appicca il fuoco entro il forno. || Per trasl. fornajo, panicuocolo.

Camiddu. V. gamiddu.

Camillottu. s. m. Sorta di tela di pelo: camojardo.

Caminanti. add. e alle volte s. Che cammina, viandante: camminante.

Caminari. v. intr. Andare colle gambe: camminare. || S’usa a. – un paisi: camminar un paese. || Met. Operare: camminare. || L’andar delle navi: camminare. || Muoversi: camminare. || Progredire un lavoro cominciato: camminare. || – un discursu, un fattu, ragionare, avere del credibile: camminar pe’ suoi piedi, rinvergare. || nun putiri caminari e vuliri curriri, non poter il meno e voler il più. || jiri caminannu pri nun sediri: andar anfanando, bighellonando, andar qua e là oziosamente. || detto di paese vale stendersi: camminare. || – a panza ’n terra: repere, rettare. || dicesi pure del moto di una macchina: camminare. || – casa casa: camminar per casa, rigirarsi per la casa. || – supra un cozzu di cuteddu, andar a dovere: camminare sur un filo di coltello, arar diritto. || – di latu: andar a croscio o ancajone, camminare convergendo da un lato, quasi per zoppicamento. P. pass. caminatu: camminato.

Caminata, s. f. L’atto del camminare: camminata. || Il camminar da un luogo a un altro onde, farisi ’na caminata: farsi una camminata. || Gita a diporto: spasso, spasseggiata. || Viaggio: andata. || va fatti ’na caminata, modo di mandar via alcuno: va via, va a spasso.

Caminatedda. s. f. dim. di caminata, nel senso di diporto: passeggiatina, passeggiatella e per ischerzo si dice di lungo e faticoso viaggio.

Caminatuna. s. f. accr. di caminata: lunga passeggiata.

Caminatura. s. f. Modo che ha uno nel camminare: camminatura.

Caminaturi. verb. m. Chi o che cammina: camminatore.

Caminu. s. m. Il camminare: cammino. || Luogo per dove si cammina: cammino. || In marineria, la quantità o la misura dello spazio che percorre la nave in tempo determinato: cammino. || fari caminu, oltre al senso proprio vale anche: andar innanzi. || – facennu, modo avv.: cammin facendo, lungo il cammino e met. senza proposito deliberato, di passaggio. || Vano che si lascia entro un muro per fare passare il fumo di un sottostante focolajo o stufa: camino. || La torricella del camino: camino. || La parte del camino che risalta dal muro e fa ornamento: camino.

Camirottu. s. m. T. mar. Nome che si dà ad un mozzo, che serve in camera, oltre il servizio che presta nella nave: camerotto (Zan. Voc. Met.).

Camisa. Voce gergonesca V. sapuritu o graziusu.

Camisari. Voce gergonesca V. manciari o gustari.

Càmiu. add. Di vino che sa di secco.

Càmmara. s. f. Stanza per dormire: camera. || Del Tribunale, Parlamento ove si radunan i Giudici, i Deputati ecc.: camera. || La radunanza dei nobili che servono il Principe nella corte. || –di commerciu, l’unione dei mercanti principali i quali provvedono agli affari commerciali: camera di commercio. || – nutariali, il magistrato dei notai di una provincia: camera notariale. || – ottica, cassetta con una lente, per cui si vedono aggranditi gli oggetti: camera ottica. || – oscura T. ott. Strumento come un occhio artificiale, per ritrarre gli oggetti: camera oscura. || – lucida. T. fis. Macchina inventata dall’Inglese Wollaston, pei disegnatori; in essa l’immagine d’una cosa per via di rifrazione e di riflessione è rappresentata sopra una carta. || è termine delle arti e significa un sito particolare in certe opere a diversi usi. || – di la morti, nei macelli è la stanza ove stanno le bestie che debbonsi macellare. || cammari di la tunnara, sono spartimenti delle reti; cammara di punenti, quella che precede la rete detta porta chiara: camera di ponente. || – di l’api, bugno delle pecchie: casella, camera. || essiri di la cammara a la sala, esser vicinissimo: esser a uscio e bottega.

Cammaràrisi. v. intr. Mangiar di grasso. || nun cammararisi d’una cosa, non prender diletto, non intromettersi, ed esser indifferente ad una cosa: non brigarsene, non impacciarsene, non saperne.

Cammaràta. s. f. Adunanza di gente che vivon o conversano insieme: camerata. || Compagno che abita e mangia insieme: camerata. || Tra’ soldati, quelli della stessa compagnia: camerata. || Nei seminari tutti quelli che dormono e studiano in una camera: camerata.

Cammaratu. add. Di ogni pietanza di carne o altro vietato nei dì neri. || Chi ha mangiato di grasso nel tempo in cui non sarebbe permesso dalla Chiesa.

Cammarazza. s. f. pegg. di cammara: cameraccia.

Cammaredda. s. f. dim. di cammara: camerella, cameretta. || Nello spedale il luogo ove trasportansi i moribondi. || Stanzini di legno nei luoghi di bagni, per chiudersi i bagnanti: camerino. || T. agr. Cameruzza ove nel tappeto ripongonsi le ulive, e serbansi per quindi macinarsi: camino.

Cammarella. (Salomone-Marino. Canti pop. Sic.). V. cammaredda.

Cammareri –rera. s. m. e f. Chi o che assiste più da vicino nella camera il padrone: cameriere –era.

Cammaridduzza. s. f. dim. e vezz. di cammara: camerinetta.

Cammarineddu. s. m. dim. di cammarinu: camerinetto.

Cammarinottu. s. m. accr. di cammarinu: camerinotto.

Cammarinu. s. m. dim. di cammara: camerino, camerina. || Stanza ove tiensi il cesso: stanzino.

Cammarirazza. s. f. pegg. di cammarera: camerieraccia.

Cammarireddu –dda. s. m. e f. dim. di cammareri –era: camerierino –ina.

Cammarirottu. V. cammarireddu. || Per aciu V.

Cammarista. s. f. Cameriera di corte: camerista.

Cammarotta. s. f. Piccola camera: camerotta, camerotto.

Càmmaru. s. m. Ogni cibo di carne, o dov’entri carne: carnaggio. || Tempo in cui la Chiesa permette di mangiar carne. || palori o parrari di cammaru, parlar disonestamente: parlar grasso, sboccato. || V. gammaru.

Cammarunazzu. s. m. pegg. di cammaruni.