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thiola tericuspidata. Abbonda ne’ littorali di Sicilia ed è graziosa pe’ suoi fiori violacei.

Barcullari e Barculari. v. intr. Il muoversi di qua di là a similitudine della barca in mare: barcollare.

Barcuni. V. balcuni.

Barda. V. varda e suoi derivati.

Bardacchìnu. V. baldacchinu.

Bardana o Cappeddu di porci. s. f. T. bot. Pianta medicinale sudorifica, dioretica, ha fiori rossastri, le foglie grandi cuoriformi, pelose: bardana, lappa bardana, lappola. Arcticum lappa. L.

Bardareddu. V. babbaluci.

Bardàscia. s. m. Giovanotto che fa copia di sè: bardassa. || Però nell’uso vale giovane impertinente, scapato: bardassa. || Per semplice ragazzo.

Bardasceddu. s. m. dim. di bardascia: bardassuolo; si usa anco al f.

Bardasciari. v. intr. Far da bardassa.

Bardasciarìa. V. bardasciata.

Bardasciata. s. f. Azione da ragazzo, cosa inconsiderata: ragazzata.

Bardasciòlu, Bardasciottu. V. bardasceddu.

Bardasciscamenti. avv. A mo’ di ragazzo, di fanciullo: fancioullescamente, puerilmente.

Bardasciscu. add. Da fanciullo: fanciullesco, puerile.

Bardasciunazzu. s. m. accr. e pegg. di bardàscia: bardassonaccio.

Bardasciuneddu. s. m. dim. di bardasciuni: ragazzuolo.

Bardasciuni. pegg. di bardascia: bardassone.

Bardatura. V. vardatura.

Bardedda. V. vardedda.

Bardìgghiu. add. Di color turchino scuro: azzuolo.

Bardìgghiu. s. m. T. geol. Marmo misto bianco e ceruleo: bardiglio. || Per ruffiano.

Bardìschi. s. m. Colpi o percosse di bastone: busse, pacche.

Barduinu. s. m. Asino. || Secondo Pasq. potrebbe derivare o dal Lat. bardo: mulo o da bardus: stupido.

Bargeddu. s. m. Capitano de’ birri: bargello.

Barìtonu. s. m. Una delle voci della musica che si accosta al basso: baritono.

Barlumi. s. m. Lume, debolissimo, incerto: barlume. || fig. Leggera apparenza: barlume e dicesi di cose morali.

Baroccu. add. T. art. Dicesi dello stile goffo bizzarro de’ secoli XVII e XVIII: barocco.

Baròmetru. s. m. Strumento che segna la pressione dell’aria: barometro.

Barozzu. add. Stupido: barlacchio.

Barra. s. f. V. listuni: barra, sbarra. || aviri ’na barra ’ntesta, modo prov.: aver le traveggole, avere una falsa persuasione, prevenzione. || barra di testa – di pedi: le due parti orizzontali dell’intelajatura una da capo, l’altra da piedi: spranga di sopra – di sotto. || barri di la seggia, que’ regoletti o bastoncini che sono orizzontalmente tra le gambe della seggiola per inforzarla: traverse, mazze (Car. Voc. Met.) || T. stam. Quella spranga amovibile che è in mezzo al telajo del torchio: sbarra o traversa. || Per varra V. || Pezzo d’oro o altro oblungo a bastone: verga. || Quelle laminette verticali nella cassa della striglia; barri lisci: i coltelli di colore; barri cu li denti: pettine. (An. Cat.).

Barrabbabbau. V. babbau.

Barracani. s. m. Sorta di panno fatto di pelo di capra: baracane.

Barracca. s. f. Stanza di legno, tela o simili per qualunque uso: baracca. || Detto di donna, di statura e pinguedine vantaggiosa: donnone. || attaccari barracca: fare o rizzar baracca, attaccar lite. || T. mar. Ne’ porti è quella tettoja sotto cui sono vari fornelli da cuocer la pece: pegoliera.

Barracchedda. V. barraccuzza.

Barracchettu. s. m. L’albero immediatamente soprapposto al trinchetto: albero di gabbia di trinchetto o parrocchetto. (Car. Voc. Met.).

Barraccuni. s. m. Luogo dove si giuoca pubblicamente ai giuochi d’azzardo, e prendesi in mala parte: bisca, biscazza.

Barraccuzza. s. f. dim. di barracca: baraccuzza.

Barrera. V. catina. || E per estensione ha senso di pedaggio, cioè dazio che si paga in certi luoghi per passare.

Barretta. V. linietta. || Laminetta, piccola verga: barretta.

Barriari. v. intr. Far il baro, giuntare: barrare, barare. || barriari ’na cosa, non farla conseguire, appropriarsela. || Per incurdunari V. || Per barricari V.

Barriatu. add. Giuntato, barrato. || Fatto, tessuto e dipinto a liste: listato.

Barricari. v. a. Impedire il passo ai nemici attraversando le vie con tutto ciò che si può avere: asserragliare. || Dicesi per qualunque impedimento che si faccia con sbarre: sbarrare, abbarrare. P. pass. barricatu: asserragliato. || Sbarrato, abbarrato.

Barricata. s. f. Riparo di legname, pietra e ogni altra cosa per impedire il passo ai nemici: serraglio. || Riparo di travi che circuisce le fortezze: palizzata. || Asse, stanza o simile formata orizzontalmente fra due colonnini verticali, che attraversa la via per impedire il passaggio quando vi si stia rifacendo il pavimento: parata (Car. Voc. Met.).

Barriceddu. V. bargeddu.

Barrili. V. varrili e derivati.

Barritùtini. s. f. Trufferia, giunteria: barreria, bareria. || Per avarizia: sordidezza.

Barrìu. V. varrili. Così i Lombardi di Sicilia.

Barru. s. m. Truffatore, barattiere: baro, barro. || aviri lu malu barru: non volere sodisfare tosto i debiti. || Vale anco: non esser in buono, aver uggia addosso, essere seccato.

Bàrrula. s. f. T. ret. Sorta di malattia che produce dei vermini, che nascono tra carne e pelle.

Barrulè. Così francescamente chiamavansi le piegature che facevan le calze sul ginocchio, all’ora in uso: barulé.

Barruni. T. de’ tornai. Presso i tornai, vale un pezzo di legno del tornio che passa nell’occhio se è intero, e per le lunette se è diviso: fuso. (Zan. Voc. Met.).

Baruffa. s. f. Confuso azzuffamento d’uomini o d’animali: baruffa.