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VUL — 1108 — VUL


Vulanti. add. Che vola: volante.

Vulantinu. V. bulantinu. || Per calessi V. || Persona di poca levatura e costanza, volubile: volandolino, volante.

Vulari. v. intr. Trascorrere per aria come fa l’uccello: volare. || Dicesi anco assolutamente, del volare che fan la prima volta gli uccelli da nido. || met. Andar velocissimamente: volare. || Essere scacciato da un posto, da un luogo. Onde un Toscano diceva: senza tanti giuraddii o volere o volare, o far questo o andar via (Buscaino). || Nel giuoco dell’oca il saltare molte caselle finchè si possa fermare secondo le leggi del giuoco: rinnocare. || Nel giuoco del tresette, vale non aver più di quel seme, giocar l’ultima: volare; e si dice volo! cioè è l’ultima che giuoco. || att. T. cacc. Scoprire, e far volare un uccello per isparargli: levar una starna, una pernice ecc. || vulari pri l’aria, essere scagliato per aria, e dicesi anco delle mine quando scoppiano: volare in aria. fig. Essere sommamente volubile: aver il cervel che voli; o adirarsi di leggieri. || vulari senz’ali, met. far grandi progressi inaspettatamente. P. pass. vulatu: volato.

Vulata. s. f. L’azione del volare: volata. || T. mus. Progressione di note fatte con velocità: volata. || ’ntra ’na vulata, in un attimo: di volata. || la vulata di l’ancilu, caduta repentina.

Vulatedda. dim. di vulata: volatina (E Tigri ha anche: volatella).

Vulàtili. V. volatili.

Vulatina. L’istesso che vulata V.

Vulatizzu. add. Di uccello che appena ha cominciato a volare.

Vulatuna. accr. di vulata.

Vulaturi –trici. verb. Chi o che vola: volatore –trice.

Vulcànicu. add. Appartenente a vulcano: vulcanico.

Vulcanu. s. m. Monte che butta fuoco, come l’Etna: vulcano. || fig. Iracondo, rabbioso.

Vulera. V. gulera.

Vulgari. add. Da volgo, dozzinale, triviale: volgare, vulgare (A. V. ital.). Sup. vulgarissimu: volgarissimo.

Vulgarmenti. avv. Comunemente: volgarmente. || In lingua volgare: volgarmente.

Vulgatu. add. Divulgato: volgato. Sup. vulgatissimu: volgatissimo.

Vulgu. s. m. Popolo non elevato: volgo.

Vulinteri. avv. Di buona voglia: volentieri.

Vulintirusamenti. avv. Volentiermente: volentierosamente.

Vulintirusu. add. Voglioso: volonteroso, volenteroso.

Vuliri. v. a. Aver voglia, volontà: volere. || Ordinare, comandare: volere. || Essere nel punto di, essere in procinto: volere. || Detto delle piante, quando una pianta fa bene in un luogo, o con tali mezzi: volere, p. e. il frumento vuole un terreno ecc. || E detto del terreno, p. e. lu terrenu lu voli stu ecc.: il terreno ama ecc. ovvero: tal pianta ci fa in questo terreno. || Dovere p. e. vosi stari nudu: dovette star nudo; o quell’altro esempio: il bugiardo vuol (deve) aver buona memoria. || – ad unu, domandarlo, ricercarlo, chiedere di parlargli o di averlo a sè: volere alcuno. E desiderare in isposo. Onde nun vuliri ad unu, rifiutarlo come isposo: non volerlo. || vuliricci, esser dovere, convenire, richiedersi, esser necessario: volerci || cca ti vogghiu, qui sta il punto: qui ti voglio. || vuliri o vuliri diri, aver opinione, giudicare, riputare: volere o voler dire. E vuliri diri, vale anche significare: voler dire. || vuliri beni, amare: volere bene o del bene. || – mali, al contrario, odiare: voler male. || vulissi Diu! maniera di esprimere un desiderio: voglia Dio! Dio volesse! || ancora voli o voli picca, e simili, dicesi di cosa poco lontana dalla sua perfezione, cottura, crescimento. || vulirinni centu di unu, tenersi molto da più di un altro: prenderne due, dieci ecc., come uno p. e. per fare a pugni ne prendo due come lui. || vulirinni centu ch’era majorca, fare gran minaccie e spavalderie: voler ammazzar bestie e cristiani. || farinni di unu zoccu si nni voli: farne utriaca. || nun nni vuliri, non volere lavorare, studiare, fare checchessia; che si dice pure nun nni vuliri a brodu o mancu a brodu. || a vuliri chi, affinchè: a voler che || vogghiu, modo di ammettere, di concedere una cosa nel discorrere, p. e. voglio che anco tentassero ecc., ma non ci arriveranno. || nun vuliri ad unu, vale anche non volerlo in compagnia: non volercelo. || voli chioviri, voli nivicari, e simili, quando il tempo accenna pioggia ecc: vuol piovere, vuol nevicare. || vuliricci tantu a fari ’na cosa, costare molto: volerci tanto a fare una cosa. || cci voli tantu? e chi cci voli? modo di garrire chi creda difficile una cosa: ci vuol tanto? che ci vuole? || cu lu voli è a la taverna, per accennare viziosa consuetudine di alcuno: chi lo vuole è all’osteria. || comu Diu vosi, modo di uniformarsi, o esprimere soddisfazione, p. e. finalmente, come Dio volle, Paolo fu lasciato libero. || si Diu voli è desiderio e fiducia, p. e. se Dio vuole avremo da godere oggi. || non vurria ca..., formola congetturale: non vorrei che in questa faccenda tu ci sia impicciato. || V. in andari un prov. || cu’ tuttu o troppu voli nenti havi: chi tutto o troppo vuole, niente ha. || nni vogghiu cchiù pri li me vicini, ca pri cu nun vitti mai, il bene si desidera in primo luogo ai più vicini. || fa quantu poi e quantu sai, chi a mia veniri vurrai, dice la prigione al ladro, ma si dice di molte altre cose. || a cu’ nun ti voli, e tu nun lu vuliri, e così si è pagati. || zoccu nun vo’ pri tia, ad autru nun fari, oh se tutti seguissero questo divino precetto qual felicità regnerebbe!: ciò che non vuoi per te, ad altri non fare (A. V. ital. volire. Dante da Majano). P. pass. vulutu: voluto.

Vuliri. s. m. Volontà, desio, appetito, voglia: volere.

Vullittuni. V. faidduni.

Vulnerària. s. f. T. bot. Pianta spontanea, buona a guarire le ferite recenti: vulneraria. Anthyllis vulneraria L.

Vulpacchiuni. dim. di vulpi: volpacchiotto.

Vulpagghiunazzu. pegg. di vulpagghiuni.

Vulpagghiuneddu. dim. di vulpagghiuni.