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VAR — 1076 — VAS


Varvuttaru. s. m. Terreno in cui si coltivano i piantoni da trapiantare: piantonajo.

Varvuttedda. dim. di varvotta: piantoncino, piantoncello.

Varvutu. add. Che ha barba o gran barba: barbuto. || fig. Sapiente o creduto tale: barbassoro.

Varvuzza. dim. di varva: barbuccia, barbuzza. || – di crapi, quelle ciocche di pelo che han le capre sotto il mento: cincinno. || Per magghiuolu V. || Forma piccola di pane così detta dalla sua figura.

Varvuzzaru. V. magghiularu.

Varzaru. V. valzaru.

Vasa. s. f. Quel numero di carte che si pigliano volta per volta agli avversari: base, bazza (Fanf. Voc. d. u. Tosc. Anco in Sp. baza). || fari vasa ed ausa, di una cosa usata a risparmio: far a miccino.

Vasamanu. V. baciamanu.

Vasamentu. s. m. Il baciare: baciamento.

Vasapedi. s. f. T. bot. Pianta che produce frutti spinosi, detti triboli, e sonvene di due qualità, terrestre ed acquatica: trìbolo. Trifolium officinale L. || Alcuni ferri con quattro punte che si seminano per le strade per arrestare la cavalleria: triboli.

Vasari. v. a. Appressare le labbra a checchessia, e d’ordinario premendovele sopra, poscia aprirle con qualche forza, in segno di amore, o di riverenza: baciare. || recipr. Baciarsi. || vasari la manu, salutare baciando la mano: baciar la mano. || essirci lu vasa vasa, per contentezza baciarsi tutti. || Prov. cu’ du vucchi voli vasari, l’una havi a lassari, non si può avere verace affetto per due persone: chi due bocche bacia l’una convien che gli puta. P. pass. vasatu: baciato.

Vasarìa. s. f. Vasellamento, quantità di vasi: vasellame.

Vasaru. s. m. Fabbricatore di vasi: vasajo.

Vasata. s. f. L’atto del baciare: bàcio. || – a pizzicuneddu, si fa stringendo lievemente le guancie d’alcuno fra le dita, ed è carezza da bambini: bacio alla francese. || ’mpiccicari ’na vasata: appiccare, imprimere un bacio. || Prov. pri ’na vasata finu a Pittineu, allude a una troppo fatica per lieve vantaggio. || soi su’ li vasati, soi su’ li vastunati, si dice della moglie.

Vasatedda. dim. di vasata: bacino, baciucchio.

Vasatuna. accr. Bacio dato di cuore, e sodo, e appiccante: bacione.

Vasca. s. f. Ricetto murato dove si raccoglie l’acqua delle fontane: vasca.

Vascedda. V. fascedda.

Vasceddu. V. vascellu. || Una delle barche della tonnara. || Caldaia grande ad uso dei tintori: vagello.

Vascellu. s. m. Bastimento maggiore da guerra: vascello. || fig. Si dice ad un gran beone. || E si dice a donna molto corpulenta: pietanzona, castello, parer una diligenza. || – d’altu bordu, quelli grandi. || Prov. a bon vascellu nun manca timuni, fig. a chi è buon a fare non mancano mezzi (pl. vasceddi e anco vascedda).

Vaschetta, Vaschicedda, Vaschitta. dim. di vasca: vaschetta.

Vaschittedda, Vaschittina. dim. di vaschetta.

Vasciddaru. s. m. Chi fa vascelli (Mal.). || Chi ha cura delle armi.

Vascillottu. dim. di vascellu: vascelletto.

Vascilluni. accr. di vascellu.

Vasciottu. V. bassottu.

Vàsciu. s. m. Luogo basso, profondità: basso.

Vàsciu. add. V. bassu. || Chinato, piegato verso terra: basso. || vascia calavria, di piccolo stato, inferiore: gregale. || casa vascia: terragna. || essiri vasciu d’avanti, ignorante, sciocco minchione: aver poco àbaco, esser tondo di pelo, esser troppo buono o buono buono. Sup. vascissimu: bassissimo.

Vàsciu. avv. Bassamente: basso. || parrari vasciu, a bassa voce: parlar basso.

Vasciuliddu. dim. di vasciu: bassetto, bassino.

Vasciura. s. f. Contrario di altura, luogo basso: bassura.

Vasciuredda. dim, di vasciura.

Vascizza. s. f. Astratto di vasciu: bassezza. || Umiltà, avvilimento, scadimento: vascizza. V. bassizza.

Vascu. add. (Pasq.) Bizzarro. || fari lu vascu, far il bravo; e qui forse deriva da guascone o guasco, e le smargiassate si dissero anco guasconate in ital. Forse dalla arroganza delle milizie guascone in tempo di invasioni.

Vascuna. accr. di vasca: vascone.

Vasettu. dim. di vasu: vasetto.

Vasiari. v. a. Dare piccoli e spessi baci: baciucchiare.

Vasiceddu. V. vasettu.

Vasinnò. V. masinnò.

Vasittinu. dim. di vasettu: vasettino.

Vassallàggiu. s. m. Servitù dovuta dal vassallo al signore, nei tempi in cui parte degli uomini erano mandrie di bestie e che secondo i Gesuiti, eran tempi beati: vassallaggio. || Moltitudine di vassalli: vassallaggio.

Vassalleddu. dim. di vassallu.

Vassallu. s. m. Soggetto a signore: vassallo. || Per servo semplicemente: vassallo. || Era quegli che aveva un feudo con dipendenza da principe civile o ecclesiastico: vassallo.

Vassìa. V. vossìa.

Vastamenti. avv. Con vastità: vastamente.

Vastari. V. abbastari, e così i simili. || V. anco guastari.

Vastasarìa. s. f. Malacreanza, scortesìa. || Rozzezza. || Atto contrario alla civiltà: inciviltà. || Azione da uomo disonesto, porco: porcherìa. || Parola oscena: porcherìa.

Vastasariedda. dim. di vastasarìa.

Vastasariuna. accr. di vastasarìa.

Vastasata. V. vastasarìa. || Rappresentazione popolare in dialetto e capricciosa: piazzata.

Vastasazzu. pegg. di vastasu: facchinaccio. || Porcaccio.

Vastaseddu, Vastasicchiu. dim. di vastasu: monello. || Colui che colla zana porta altrui, a prezzo, la roba: zanaiuolo.

Vastasiscamenti. avv. Da facchino, da villano: villanamente.

Vastasiscu. add. Di o da facchino: facchinesco. || a la vastasisca, da facchino.

Vastasottu. add. Facchino non molto piccolo. || Alquanto villano o rozzo.