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TIL | — 1028 — | TIM |
Tìgulu. V. pantofalu.
Tila. s. f. Lavoro di fila di lino, canape o altro tessuto: tela. || Quel telone o velo che mettesi in chiesa nella quaresima per coprire le figure di santi ecc. || Per fersa V. ed è più italiana. || Sipario. || Quadro, pittura: tela. || met. Insidie: tela. || – di filu e cuttuni: guarnello. || – cruda, quella ancora non imbiancata: tela grezza o cruda. || d’innia: bambagino. || – d’abbissu: bisso. || – battista, quella finissima: tela batista. || – custanza, altra specie fine. || – d’orteca, quella di filo di ortica macerata; e anco quella di cotone colorata a quel modo. || – di casa, fabbricata economicamente per gli usi della famiglia. || –d’olanna: tela d’Olanda. || – cu li reschi: tela liscaja. || – di cuttuni: tela bottana. || – di sacchi: traliccio, ordinaria molto. || in tila, dicesi di persona vestita in soli abiti da sotto, abiti di biancheria come camicia, mutande ecc.: in camicia, in mutande. || Detto delle biade trebbiate, distese nell’aja nettate di paglia. || calari la tila, met. divenire manifesto ciò che era occulto. || la tila è calata, dicesi di una cosa che sia già finita: ecco fatta la festa e corso il palio. || fittu e ncuttu comu la tila di casa, dicesi fig. a uomo troppo noioso e importuno. || Prov. la tila di la vicina pari megghiu, le cose altrui paiono migliori. || cu’ voli tila, si smina lu linu, chi vuole davvero una cosa, apparecchia i mezzi di conseguirla: chi vuol moglie a Pasqua, la quaresima se l’accatti.
Tilami. s. f. Qualità della tela: telaggio. || Quantità di tela: telerìa.
Tilannareddu. dim. di tilannaru.
Tilannaru. s. m. Rivendugliolo di tela: telajuolo.
Tilarazzu. pegg. di tilaru: telajaccio.
Tilareddu. dim. Telajetto, telaretto.
Tilarìa. s. f. Nome collettivo, quantità di tela: telerìa.
Tilaru. s. m. Ordegno per via del quale si tesse la tela: telajo, telaro. || Quello su cui si stende la tela da dipingervi: telajo. || T. tip. Armese di ferro o di legno, nel quale gli stampatori serrano con viti le forme, nel metterle in torchio: telajo. || Quattro pezzi di legname in generale commessi in quadro: telajo. || Qualunque macchina che abbia similitudine col telajo da tessere: telajo. || Quello ove si stende la tela da ricamarvi: telajo da ricamo. || Per tessitore. || E per tilannaru V. || –di la seggia: intelajatura della seggiola. || E anco l’armatura della porta.
Tilaruni. accr. di tilaru.
Tiledda. V. tiletta.
Tileri. s. m. La parte di legno delle armi da fuoco come fucile, pistola ecc.: cassa.
Tiletta, Tiligghia. s. f. Sorta di drappo tessuto per lo più con oro, o argento: teletta.
Tilittuni. s. m. Tessuto più robusto e durevole della semplice teletta, oggidì non più così nominato.
Tillicamentu. s. m. Il titillare: titillamento.
Tillicari. v. a. Eccitar blanda e molle commozione in parte membranosa o nervosa del corpo, solleticare: titillare. P. pass. tillicatu: titillato.
Tiluni. s. m. Il sipario dei teatri: telone. || fig. L’atto del dramma.
Timiami. s. m. pl. Profumi aromatici utili, e grati: timiami.
Timidamenti. avv. Con timidità: timidamente.
Timidettu. dim. di timidu: timidetto.
Timidità. s. f. Qualità astratta di chi è timido: timidità, timiditade, timiditate.
Timidizza. s. f. Timidità: timidezza.
Tìmidu. add. Che teme agevolmente: tìmido. || Dicesi di bastimento che è facile a rivoltarsi, contrario di stabile: bèrgolo, vèrgolo (Car. Voc. Met.). Sup. timidissimu: timidissimo.
Timiràriu. V temerariu.
Timiri. v. a. Aver paura, esser oppresso da timore: temere. || Dubitare: temere || Sentire assai, parlando di caldo, freddo, vergogna e simile: temere. || Onorare, rispettare.
Timmala. s. f. Pasticcio ripieno di maccheroni conditi e carne tritata, dalla figura del tamburo ha preso il nome.
Timmareddu. V. tummareddu.
Timò. Nella frase attaccari a quattru a timò, attaccare due cavalli alla carrozza e due avanti guidati da un fantino; attaccari a menzu timò, attaccar a due cavalli, guidati però dal fantino. Dal Fr. timon: timone (M. Sic.).
Timogna. s. f. Quella massa di varie forme che si fa dei covoni di spighe ne’ campi o nell’aja: bica, barca (Gr. θημωνία: cumolo). || Catasta di cose qualunque.
Timpa. s. f. Luogo un po’ elevato: poggetto. || Salita: erta. || Anco per balza, rupe. || Fianco di monte, costa: pendice. || V. muntarozzu. || timpi, fig. Le natiche. || timpi timpi, vale qua e là in luoghi disagevoli. || Prov. cu’ simina ’nta li timpi ricogghi tampi, chi semina in luoghi erti o disagevoli non raccoglie nulla (Gr. τύμβος: mucchio, tumolo. E in Lat. tempe vale contrada, terra amena).
Timpagnari. v. a. Fornire di fondi le botti.
Timpagnatura. V. timpagnu.
Timpagnolu. s. m. Muretto di divisione tra stanza e stanza: muretto di tramezzo, tramezzuolo. || Pietra piccola parallelepipeda regolare: cantoncino.
Timpagnu. s. m. Il fondo della botte. E la parte del mezzo del fondo stesso dicesi: tìmpano. || V. timpagnolu. Nella scala è la distanza verticale tra un gradino all’altro: alzata (Car. Voc. Met.). || T. arch. La parte del fondo dei frontispizi, che risponde al vivo fregio, suol essere triangolare: tìmpano. || Muro con cui si ottura un vano di porta, finestra o altro, più fine però del resto del muro.
Timpaneddu. s. m. T. tip. Quel telaio che s’incastra nel timpano: timpanello.
Timpanìticu. add. Che patisce di timpanite: timpanìtico.
Timpanìtidi. s. f. Spezie d’ idropisia secca, o ventosa: timpanite, timpanìtide.
Tìmpanu. s. m. Strumento da suono strepitoso, è una pelle stirata fortemente sopra un vaso circolare, concavo: tìmpano. || Una macchina in forma di ruota per tirar su acqua: timpano. || Quella parte del torchio della stampa, coperta di carta pecora o seta, su cui si appuntano i fogli da stamparsi, serrati nella fra-