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TAU — 1018 — TAV


Tàula. V. tàvula e così i simili (A. V. ital. tàula. Buti).

Taumaturgu. s. m. Operator di miracoli: taumaturgo.

Taureddu. dim. di tauru, toro giovane: torello (Cavalca ha: taurello).

Tauriari. v. intr. Far la voce del toro: muggire (Mal.). || Adirarsi, dar nelle furie, infuriarsi a guisa di toro: assillare, intorare.

Tauriceddu, Tauriddu. V. taureddu.

Taurignu, Taurinu. add. Di toro: taurino.

Tàuru. s. m. Il maschio della vacca: toro, tàuro (quest’ultima è voce poetica e latinismo). || stari comu un tauru, star sano, esser robusto, muscoloso: toroso.

Tauruneddu. dim. di tauruni.

Tauruni. accr. di tauru. || Per taruni V.

Tavana. s. f. Insetto volatile che pinza acutamente: tafano.

Tavaniari. v. intr. Andar a torno a zonzo: gironzare, ronzare.

Tavarea. V. sponza di lettu (Verdone). Nel Messinese.

Tavedda. s. f. Raddoppiamento di panno, carta, ecc. su loro stessi: piega. || Imbastitura a piè delle vesti, fermata col cucito per iscortirle: sessitura, ritreppio (dal Lat. tabella: tavoletta, asse).

Taverna. s. f. Luogo dove si vende vino al minuto: bettola. E dove si vende e si beve vino: taverna. || fari pagari la taverna ad unu, fargli pagare il fio: far pagare lo scotto. || Prov. fari comu li greci a la taverna, fare strepito, gran cicaleccio. || megghiu taverna ca spizziarìa, meglio spender il danaro a divertimenti che a medicine: è meglio che ci venga il fornajo che il medico.

Tavidduzza. dim. di tavedda.

Tavirnarìa. s. f. Azione da gente di taverna: inciviltà.

Tavirnaru. s. m. Chi tiene taverna, bettola: tavernajo, bettoliere. || Prov. carizzii di cani, amuri di b...., e offerti di tavirnari, custanu dinari: invito d’oste non è senza costo.

Tavirnazza. pegg. di taverna: tavernaccia (Tom.).

Tavirnedda. dim. di taverna: tavernella.

Tavirneri. s. m. Chi frequenta le taverne: taverniere, bettolante. || Per tavirnaru V.

Tavirniari. v. intr. Crapulare, bazzicar taverne: taverneggiare (Fanf. suppl.).

Tavirnicchia. V. tavirnedda.

Tavirniscu. add. Di o da taverna: tavernesco (Mort.).

Tavula. s. f. Pezzo di legno ridotto in asse: tàvola. E propriamente quella tagliata fine un due centimetri, che si chiama anche tavula veneziana: assicella; vi è poi quella un po’ più grossa tavula attisana: asse; quella ancora più grossa tavula di punta: tavola. || Arnese composto di una o più assi in piano, con piedi sotto, che serve a vari usi, ma principalmente per mensa: tavola. || Il banco dei banchieri: tavola. || Per quelle carte aggiunte ai libri, nelle quali sono figure, immagini ecc.: tavola. || Quelle raccolte di termini particolari, e di numeri determinati, per ispiegare o ajutar a fare checchessia: tavole. || – tunna, quella mensa apparecchiata negli alberghi, pei viaggiatori, o per altri, a prezzo fisso e ad ora stabilita: tavola rotonda. || – rasa, dicesi di persona ignorante e sciocca: soro, di grossa pasta. || – a libbru, quella tavola il cui piano si può allargare o allungare, mediante una parte di essa mastiettata che sta pendente: tavola a ribalta. || – di lettu, le assi che si mettono sui trespoli, e sulle quali stanno i materassi: asserelli. || – di lu pettu, tutto il davanti che costituisce il petto. || jiri a tavula, andar a desinare: andar a tavola. || essiri a tavula, essere a desinare: essere a tavola. Parlandosi delle vivande dicesi: essere in tavola. || dari tavula, far convito: mettere, far tavola. || cunzari, scunzari la tavula: apparecchiare, metter la tavola, sparecchiare, levar la tavola. || a tavula misa e pani minuzzatu, trovare le cose fatte, e quindi non durar fatica a far checchessia: a pappa scodellata. || fari tavula, far un convito fra più persone, mettendo ciascuno la sua vivanda: far piattello. || mettiri ’n tavula, proporre cominciar a trattare una cosa: mettere sul tappeto. || Prov. a tavula nun s’invecchia, s’usa per dinotare quanto si stia bene a tavola: a tavola non si invecchia. || la tavula è turtura, nel senso che a tavola è facile far delle confidenze: la mensa è una mezza colla. || a tavula si mancia senza affruntu, vale anche che in date circostanze bisogna agire senza peritanza. || quantu si dici in tavula, divi arristari ’ntra la tuvagghia, i segreti confidati nella espansione del convito, bisogna che non si svelino agli altri. || a tavula di povir’omu nun cc’è mai avanzu, è chiaro. || a tavula di putruni nè cruci nè benedizioni, non vi è nulla, chi non lavora non mangia; dovrebbe essere così, ma non l’è! || a tavula e tavulinu si canusci lu galantomu, chi è educato si prova alla mensa e al giuoco: a tavola e a tavolino si conosce la gente.

Tavulata. s. f. L’aggregato delle persone che mangiano alla medesima tavola: tavolata.

Tavulatedda. dim. di tavulata.

Tavulatu. V. ntavulatu.

Tavulatuna. accr. di tavulata.

Tavulatura. s. f. Parete di assi, assito: tavolato.

Tavulazzu. s. m. Pavimento di assi: tavolato. || La parte del carro sulla quale si posa il carico: piano, letto.

Tavuleri V. scacchera. || Arnese acconcio a pigiarvi l’uva: tino. || Quella tavola portatile dove i muratori tengono la calcina: giornello, vassojo. || Quella ove i calzolai taglian la pelle: tagliere (Macaluso-Storaci).

Tavuletta. s. m. Piccola tavola: tavoletta. || Tavolozza: tavoletta. || Piccola lastra di marmo, o simili, per far pavimento: tavoletta. || Dolciume di zucchero cotto, reso solido, serve per medicina: tavoletta. || Per bancazzi V.

Tavulidda. dim. di tavula: tavolina, tavoletta, tavoluccia. || Detto di legumi, V. scucivuli. || Lieto convito e sollazzo d’amici: ribotta, triocca, ritocchino. || – di pupa: tavolinino da bambola. || fari tavulidda, oltre di fare ribotta,